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I SEGNI DEL CRISTIANO

 

 

2Cor 2:14 Ma grazie siano rese a Dio che sempre ci fa trionfare in Cristo e che per mezzo nostro spande dappertutto il profumo della sua conoscenza.
 2Cor 2:15 Noi siamo infatti davanti a Dio il profumo di Cristo fra quelli che sono sulla via della salvezza e fra quelli che sono sulla via della perdizione;
 
 2Cor 3:2 La nostra lettera, scritta nei nostri cuori, siete voi, lettera conosciuta e letta da tutti gli uomini;
 2Cor 3:3 è noto che voi siete una lettera di Cristo, scritta mediante il nostro servizio, scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente; non su tavole di pietra, ma su tavole che sono cuori di carne.
  Lezione 1
 LA SEPARAZIONE
Una delle caratteristiche che è poco compresa è quella della separazione. Da ogni parte ci scontriamo con idee differenti in-torno a ciò che la separazione significa o comprende. Eppure Dio chiede una separazione, possiamo esserne certi. Dio esige che il cristiano sia diverso dagli altri.
Abramo dovette lasciare il suo paese e la sua parentela quando Dio lo chiamò verso la terra promessa. La parola e la promessa di Dio crearono la differenza.
Quando Dio liberò Israele dall’Egitto, essi dovettero sacrificare l’agnello pasquale, mangiarlo in fretta e poi lasciare il paese.
L’aspersione del sangue dell’agnello fatta in fede creò la differenza. Similmente il credente deve voltare le spalle al mondo per seguire Gesù. A questo scopo egli accetta mediante la fede la purificazione del sangue di Cristo e ciò è il primo passo che lo allontana dal peccato e lo fa incamminare verso una vittoriosa vita cristiana.
 DUE REALTA’
1) I cristiani che cercano di camminare insieme col mondo, perdono la loro potenza.
2) Il credente quindi che non dipende continuamente dalla purificazione del sangue di Gesù e dal lavacro della Parola, perde ben presto contatto con lo Spirito Santo, rimanendo, totalmente fuori dalla realtà di Dio se non continuerà ad essere e a mantenersi diverso dal mondo.
La vita spirituale e il vigore spirituale stanno venendo meno? Sembra ormai lungo tempo da che il fuoco del risveglio ha cessato di ardere?
Quindi quel che ci occorre è forse una nuova immersione nella fonte del Calvario e un’accentuazione della nostra separazione dal mondo.
 SEPARATI CON CRISTO COLOSSESI 3:1-4
Colossesi 3:1-3: Risuscitati con Cristo. La separazione è una manifestazione vitale per il cristiano. Separazione » dà l’idea di santità, di santificazione, di consacrazione e di dedicazione. Un credente il quale non si separa dal mondo perde ben presto la sua identità di cristiano. Su quale dei due aspetti della separazione mette soprattutto l’accento la Bibbia, su quello negativo o su quello positivo?
Alcuni cristiani fanno della separazione una questione di ciò che essi non mangiano, non indossano o non fanno.
Essi presentano lunghi elenchi di « non si deve », elenchi che variano da chiesa a chiesa e da nazione a nazione. Paolo, tuttavia, ammonì i Colossesi nei riguardi di questa tendenza a far della religione una questione di negazioni: « Non toccare, non assaggiare, non prendere in mano » in cui consiste in realtà l’essenza del paganesimo, ma non del cristianesimo.
La religione pagana è infatti caratterizzata dai tabù e dalla moltitudine delle cose che non devono essere fatte, che non devono essere mangiate e non devono essere toccate perché la divinità non sia offesa. Tali proibizioni non sono nulla in se stesse, hanno solo la pretesa della religione; non producono alcuna vera umiltà, non hanno la potenza di sconfiggere le concupiscenze della carne (Colossesi 2:20-23).
Qual’è di solito il risultato del porre al primo posto l’aspetto negativo della separazione? Tale modo di agire conduce ad un autogiustizia e ad un atteggiamento di superiorità verso quanti fanno ciò che a noi è proibito.
Dio odia molto questo atteggiamento. Isaia parla del popolo ribelle che volta le spalle a Dio per seguire le proprie vie e i propri disegni e che dice, tuttavia: « Fatti in là, non t’accostare, perché io sono più santo di te » (Isaia 65:2-5).
Cose siffatte, dice il Signore, sono per me come un fumo nel naso, una causa d’ira ».
Troppe persone oggi s’inorgogliscono per ciò che non fanno eppure continuano a parlar male del prossimo e cedere ai desideri della carne, dispiacendo cosi a Dio. Queste, però, son cose che non li turbano, perché non si trovano nel loro elenco dei «non si deve ». Dio vuole qualcosa di più.
Egli vuole una separazione positiva, non solo una separazione dal mondo e dal peccato, ma anche una dedicazione a Dio, alla Sua volontà e allo scopo che Egli persegue per noi.
COME SI DEVE ESSERE
1). Colossesi : 3:1 Dobbiamo riconoscere la nostra posizione in Cristo : Siamo per Lui risuscitati ad una vita nuova ed abbiamo una posizione particolare in Lui.
2). Colossesi : 3:1  Data questa nostra posizione in Cristo noi dobbiamo cercare le cose celesti. Qualsiasi cosa che sia meno di ciò non è d’accordo con il nostro posto di membri del Suo Corpo, uniti con Lui.
3). Colossesi : 3:2   Non soltanto dobbiamo continuare a cercare, ma dobbiamo anche continuare a desiderare
( avere l’animo ) le cose celesti, in modo che i nostri desideri e i nostri atteggiamenti siano determinati dalle realtà celesti, e non dalle cose temporanee di questa terra.
Non dobbiamo essere come Esaù che considerò un piatto di minestra più importante del diritto di primogenitura. Ebrei 12:14 a17
Né dobbiamo, come gli invitati della parabola di Gesù, voltare le spalle a ciò cui Dio ci invita a causa delle nostre « terre », i nostri
« buoi », le nostre « famiglie ». Luca 14:16 a 21
4). Colossesi : 3:2   Siccome siamo morti con Cristo, nulla che sia contrario a Cristo, nulla che non sia intonato con il Suo carattere e il Suo amore dovrebbe attirare la nostra attenzione e occupare il nostro tempo.
5). Colossesi : 3:3   Ora che la nostra vita è nascosta con Cristo in Dio, noi abbiamo una nuova comunione, una nuova sorgente di beni che sono superiori a quanto vediamo attorno a noi. Non abbiamo più bisogno di seguire piaceri e le ricchezze del mondo, perché abbiamo avuto una visione degli infiniti tesori eterni.
TRIONFANTI IN CRISTO. Colossesi 3:4
Ciò che ora è un mistero verrà rivelato alla seconda venuta del Signore. Così il Suo ritorno diventa una ragione importante per vivere una vita dedicata a Cristo qui e ora.
Come dice I Giovanni 3:2, 3.: « Diletti, ora siamo figliuoli di Dio, e non è ancora reso manifesto quello che saremo. Sappiamo che quand’Egli sarà manifestato saremo simili a Lui, perché Lo, vedremo come Egli è. E chiunque ha questa speranza in Lui, si purifica, come Egli è puro »
SEPARATI DAL MONDO Colossesi 3:5-11
Colossesi 3:5-8:
DOMANDA
Separati dai vecchi modi di vivere. il mettere l’accento sull’aspetto positivo della nostra consacrazione , Dio risolve automaticamente l’aspetto negativo della separazione dal mondo e del peccato?
No, Quindi è necessario sottolineare l’ aspetto positivo per essere sicuri di procedere nella direzione giusta, desiderando i beni eterni. Poi dobbiamo anche mortificare, cioè mettere a morte, quanto è in noi di terreno o di mondano senza però rovesciare quest’ordine. Ad esempio, non serve a nulla mettere a morte ciò che è carnale se prima non ci riconosciamo morti con Cristo e accettiamo il fatto che la nostra vita è CON LUI nascosta in DIO.
Allora, saremo in grado di potere lottare contro tutto ciò che attira l’ira di Dio su quelli che Gli disubbidiscono.
Notate al V 5 quanto la Bibbia sia qui specifica, e come menzioni a in modo chiaro l’immortalità sessuale, i motivi impuri,
le passioni, i desideri egoisti, la concupiscenza e la cupidigia.
8 Dobbiamo crocifiggere gli atti di concupiscenza o di bramosia, ma ancor più mortificare i desideri che stanno alla loro radice.
Anche le parole d’ira e di ingiuria devono essere messe da  parte, cioè escluse dal nostro vocabolario.
Perché la cupidigia o la bramosia vengono identificate con l’idolatria?
La cupidigia mette le cose create al posto di Dio, desiderando sempre di più ciò che è contrario al volere di Dio.
La cupidigia desidera, desidera ancora, desidera sempre più e ciò che essa chiama « amore » è solo un cercare la soddisfazione dei propri appetiti.
Da questa bramosia disordinata proviene ogni tipo di idolatria e di peccato.
SEPARATI DAI VECCHI ATTEGGIAMENTI. Colossesi 3:9-11
Il credente che ha abbandonato i vecchi atteggiamenti non rimarrà mai deluso.
Egli si è svestito dell’uomo vecchio e del vecchio modo di vivere. Rivestendosi così dell’uomo nuovo viene continuamente rinnovato secondo l’immagine di Dio che lo ha fatto una nuova creatura in Cristo.
Come è detto in Efesini 4:23, 24: « (Avete imparato) ad essere rinnovati nello spirito della vostra mente, e a rivestire l’uomo nuovo che è creato all’immagine di Dio nella giustizia e nella santità che procedono dalla verità ».
Qual’è il risultato di questo rinnovamento?
Cristo diventa tutto per colui che è nato di nuovo.
Tutti i vecchi atteggiamenti devono morire con il vecchio uomo.
Ciò significa che non possiamo usare le nostre condizioni di prima come una scusa per non deporre l’uomo vecchio.
 Non possiamo conservare  la religione
1 Tessalonicesi 1 : 6 Voi siete divenuti imitatori nostri e del Signore, avendo ricevuto la parola in mezzo a molte sofferenze, con la gioia che dà lo Spirito Santo, 7 tanto da diventare un esempio per tutti i credenti della Macedonia e dell’Acaia. 8 Infatti da voi la parola del Signore ha echeggiato non soltanto nella Macedonia e nell’Acaia, ma anzi la fama della fede che avete in Dio si è sparsa in ogni luogo, di modo che non abbiamo bisogno di parlarne; 9 perché essi stessi raccontano quale sia stata la nostra venuta fra voi, e come vi siete convertiti dagl’idoli a Dio per servire il Dio vivente e vero, 10 e per aspettare dai cieli il Figlio suo che egli ha risuscitato dai morti; cioè, Gesù che ci libera dall’ira imminente.
 2Cor 6:16 E che armonia c’è fra il tempio di Dio e gli idoli? Noi siamo infatti il tempio del Dio vivente, come disse Dio:
«Abiterò e camminerò in mezzo a loro, sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo.
 Non possiamo permetterci,  di conservare lo stesso carattere
sostenendo che si tratta solamente di carattere ereditario.
 Tito 3:3 Perché anche noi un tempo eravamo insensati, ribelli, traviati, schiavi di ogni sorta di passioni e di piaceri, vivendo nella cattiveria e nell’invidia, odiosi e odiandoci a vicenda.
 Colossesi 1:19 Poiché al Padre piacque di far abitare in lui tutta la pienezza 20 e di riconciliare con sé tutte le cose per mezzo di lui, avendo fatto la pace mediante il sangue della sua croce; per mezzo di lui, dico, tanto le cose che sono sulla terra, quanto quelle che sono nei cieli.
21 E voi, che un tempo eravate estranei e nemici a causa dei vostri pensieri e delle vostre opere malvagie, 22 ora Dio vi ha riconciliati nel corpo della carne di lui, per mezzo della sua morte, per farvi comparire davanti a sé santi, senza difetto e irreprensibili, 23 se appunto perseverate nella fede, fondati e saldi e senza lasciarvi smuovere dalla speranza del vangelo che avete ascoltato, il quale è stato predicato a ogni creatura sotto il cielo e di cui io, Paolo, sono diventato servitore.
 Colossesi 3:5 Fate dunque morire ciò che in voi è terreno: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e cupidigia, che è idolatria. 6 Per queste cose viene l’ira di Dio sugli uomini ribelli. 7 E così camminaste un tempo anche voi, quando vivevate in esse. 8 Ora invece deponete anche voi tutte queste cose: ira, collera, malignità, calunnia; e non vi escano di bocca parole oscene.
9 Non mentite gli uni agli altri, perché vi siete spogliati dell’uomo vecchio con le sue opere 10 e vi siete rivestiti del nuovo, che si va rinnovando in conoscenza a immagine di colui che l’ha creato. 11 Qui non c’è Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti.
 Non possiamo permetterci di usare lo stesso linguaggio di prima
Il nato di nuovo userà il linguaggio dello Spirito Santo
 Colossesi 4:6    Il vostro parlare sia sempre con grazia, condito con sale, per sapere come dovete rispondere a ciascuno.
 Efesi 4:29 Nessuna cattiva parola esca dalla vostra bocca; ma se ne avete qualcuna buona, che edifichi secondo il bisogno, ditela affinché conferisca grazia a chi l’ascolta. 30 Non rattristate lo Spirito Santo di Dio con il quale siete stati suggellati per il giorno della redenzione.
 Efesi 5:11 Non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre; piuttosto denunciatele; 12 perché è vergognoso perfino il parlare delle cose che costoro fanno di nascosto. 13 Ma tutte le cose, quando sono denunciate dalla luce, diventano manifeste;
 LA BIBBIA CONDANNA LE PAROLE OZIOSE
 OZIOSO TERMINE
inoperoso, inattivo , Inutile
si dice di un discorso ozioso  :   superfluo
 La prima parola oziosa si trova
Esodo 20:7 Non pronunciare il nome del SIGNORE, Dio tuo, invano; perché il SIGNORE non riterrà innocente chi pronuncia il suo nome invano.
 Gesù condanna le parole oziose : Matteo 12:36
 QUALI SONO SONO LE PAROLE OZIOSE ?
Matteo 5:22 Raca ( cretino ) e Pazzo
 Nell’uso comune : mannaggia
 Mannaggia
Imprecazione che esprime disappunto, contrarietà
contrazione della locuzione mal n’aggia male ne abbia.
È una espressione  comune, nell’Italia centro-meridionale, ed è veramente simpatica; infatti, pur trattandosi di una maledizione, è una maledizione   dolce  – che viene usata come imprecazione, buona per colorire, sfogare e dare sentimento ad un’espressione.
Se sei arrivato in ritardo perché il treno non passava,
Se il fruttivendolo ti ha venduto delle pesche a peso d’oro,
Se ti sei scordato a casa il libro dell’amico, non potrai che dire: mannaggia.
E TANTI ALTRI
LA PAROLA DICE :
 
Filippesi  4:8 Quindi, fratelli, tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose giuste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode, siano oggetto dei vostri pensieri.
 Non possiamo fare della mancanza di istruzione, o di denaro, o di altre opportunità una scusa per non cercare le cose celesti. La grazia di Dio accomuna uomini e donne dai più diversi ambienti, affinché le chiese locali siano dei campioni della società umana legati da una nuova fedeltà a Cristo, partecipanti alla stessa salvezza, alle stesse benedizioni e alla stessa speranza.
Tutti così si inginocchiano l’uno a fianco dell’altro dinanzi a Lui e Lo riconoscono come il Salvatore e Signore.
DEDICATI A DIOColossesi 3:12
Colossesi 3:12: Rivestiti di amore e di pace.
Paolo torna ora all’aspetto positivo della separazione e specifica alcune delle virtù che caratterizzano l’uomo nuovo. Noi siamo ora i santi scelti da Dio e appartati per Lui e per il Suo servizio. Ciascuno di noi sia dunque ciò che è. Mettiamo in pratica quello che professiamo di essere.
E’ dunque nostra responsabilità quello di non vivere alla meglio, ma piuttosto di rivestirci deliberatamente di queste cose:
1). Di tenera misericordia
( Versione Riveduta traduce compassione ) , cioè di una misericordia  che mai si inasprisce, mai pensa di dovere correggere aspramente.
2). Di benevolenza , la quale esprime una profonda bontà interiore e cerca sempre nuove occasioni di generosità.
3). Di umiltà, cioè di quell’atteggiamento della mente che è soprattutto modesto, libero da ogni superbia, perché totalmente dipendente da Dio.
4). Di mansuetudine ( dolcezza ), la quale si esprime con gentilezza e cortesia, senza alcuna arroganza o insolenza.
5). Di Pazienza  ( longanimità ), la quale non perde mai la pazienza, sopporta e perdona, sempre, qualunque possa essere la provocazione. Anche quando vi sono buone ragioni per lamentarsi o irritarsi perdona come Cristo ha perdonato, cioè perdona totalmente, liberamente, immediatamente e definitivamente. Non fa posto a crucci, né si sente offesa né cerca ritorsioni.
Notate come tutte queste virtù siano collegate le une con le altre.
Passiamo ora al versetto 14.
Che cosa lega insieme tutte queste caratteristiche perché esse possano raggiungere il loro scopo e dare perfetta unità alla Chiesa?
L’AMORE, ossia un amore santo e fedele — l’amore del Calvario — è ciò che noi dobbiamo indossare sopra tutte le altre virtù in modo da renderle reali ed efficaci.
Tutti abbiamo la responsabilità di rivestire questo amore, cioè dobbiamo fare qualcosa di più che semplicemente desiderarlo. Dobbiamo deciderci a metterlo in atto nella nostra vita e fare che esso diriga tutti i nostri piani.
Allora la pace divina ed il benessere spirituale riempiranno i nostri cuori e ci guideranno in ogni nostra decisione.
 PIENI DI SAPIENZA E DI LODE. Colossesi 3:16, 17:
Come possiamo incoraggiarci ad una vita di separazione?
1). V.16 Ammaestrandoci ed ammonendoci gli uni gli altri con quella sapienza che viene dall’essere saturati dalla Parola di Dio. Solo mediante la Parola riceviamo la sapienza e le lezioni di cui abbiamo bisogno.
2). V.16 Riunendoci per l’adorazione e la lode, in uno spirito di riconoscenza. Col canto di salmi e di inni a lode di Dio e di Cristo, e con canti ispirati dallo Spirito Santo.
3). V. 17  Facendo e dicendo tutto « nel nome del Signore », rico-noscendo, cioè, la Sua autorità, non facendo nulla che non possa essere da Lui ratificato od approvato.
4). V. 17 Facendo di ogni parola e di ogni atto un’espressione di ringraziamento a Dio per mezzo di Gesù Cristo.
CONCLUSIONE
E’ possibile essere esteriormente separati dal mondo ed essere tuttavia legati ad esso con il cuore.
Qualcuno ha detto che un uomo non cessa di essere del mondo per il solo fatto che adotta delle forme esteriori di religione, proprio come un ragazzo non diventa uomo semplicemente indossando pantaloni lunghi.
Il genuino distacco dal mondo incomincia più in profondità e non può essere imposto all’uomo da precetti esteriori
LA FEDE
Qual’è la caratteristica fondamentale, del cristiano? Alcuni possono dire: l’amore; perché soltanto se noi riflettiamo l’amore del nostro Signore diventiamo realmente come Lui.
Ma sembra che la Bibbia consideri l’amore come un frutto che matura con lo sviluppo della vita cristiana. Perché l’amore e le altre caratteristiche del cristiano si manifestino e si sviluppino, dobbiamo porre la fede come base della nostra vita. Pietro elencando le virtù cristiane ci esorta a porre la fede al primo posto e poi ad essa aggiungere le altre, o, come indica il testo greco, esercitarla in tale modo che essa produca tutte le altre caratteristiche del cristiano, incluso l’amore (II Pietro 1:3 a 7).
3 Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha fatti rinascere a una speranza viva mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, 4 per una eredità incorruttibile, senza macchia e inalterabile. Essa è conservata in cielo per voi, 5 che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, per la salvezza che sta per essere rivelata negli ultimi tempi.
6 Perciò voi esultate anche se ora, per breve tempo, è necessario che siate afflitti da svariate prove, 7 affinché la vostra fede, che viene messa alla prova, che è ben più preziosa dell’oro che perisce, e tuttavia è provato con il fuoco, sia motivo di lode, di gloria e di onore al momento della manifestazione di Gesù Cristo
Fin dal lontano giorno di Caino, l’umanità ha desiderato offrire i suoi propri frutti a Dio e porre dinanzi a Lui le proprie opere piuttosto che accostarGlisi con semplice fede.
Sembra essere assai difficile per un uomo mettere da parte il proprio orgoglio ed umiliarsi accettando la via che Iddio gli ha aperta. Questa è la ragione per la quale oggi ci sono tante religioni inventate dall’uomo.
Ma la Bibbia è chiara: « Voi siete salvati per grazia mediante la fede; e ciò non viene da voi: è il dono di Dio; non è in virtù d’opere, affinché niuno si glori » (Efesini 2:8, 9; vedi Romani 10:9, 10).
La fede è ancora oggi la caratteristica basilare per la quale abbiamo comunione con Dio e riceviamo le Sue benedizioni e i Suoi doni.
Efesi 3:8 A me, dico, che sono il minimo fra tutti i santi, è stata data questa grazia di annunciare agli stranieri le insondabili ricchezze di Cristo 9 e di manifestare a tutti quale sia il piano seguito da Dio riguardo al mistero che è stato fin dalle più remote età nascosto in Dio, il Creatore di tutte le cose; 10 affinché i principati e le potenze nei luoghi celesti conoscano oggi, per mezzo della chiesa, la infinitamente varia sapienza di Dio, 11 secondo il disegno eterno che egli ha attuato mediante il nostro Signore, Cristo Gesù; 12 nel quale abbiamo la libertà di accostarci a Dio, con piena fiducia, mediante la fede in lui.  (confronta  Ebrei 10:19 )
 Ebrei 4:16 Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovare grazia ed essere soccorsi al momento opportuno.
 Ebrei  10:22 avviciniamoci con cuore sincero e con piena certezza di fede, avendo i cuori aspersi di quell’aspersione che li purifica da una cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura.
  Ebrei 11: 4 Per fede Abele offrì a Dio un sacrificio più eccellente di quello di Caino; per mezzo di essa gli fu resa testimonianza che egli era giusto, quando Dio attestò di gradire le sue offerte; e per mezzo di essa, benché morto, egli parla ancora.
                   (Ebrei 11:6).
« Or senza fede è impossibile piacerGli »
Gli uomini hanno oggi bisogno di fede come non mai. Lo studio in comune della Parola di Dio ci aiuterà ad accrescere la nostra fede, perché : « la fede vien dallo udire e l’udire si ha per mezzo della parola di Cristo » (Romani 10:17).
VITTORIA PER MEZZO DELLA FEDE
1 Giovanni 5:1-5         
1 Giovanni 5:1-3:
La fede è segno di vita.
Il Vangelo di Giovanni ( Giovanni 20:30, 31).  dice del Signore risuscitato: « Or Gesù Fece in presenza dei discepoli molti altri miracoli che non sono scritti in questo libro, ma queste cose sono scritte affinché crediate che Gesù è il Cristo, il Figliuolo di Dio, e affinché, credendo, abbiate vita nel Suo nome »
Notate l’accento posto sopra le parole credere e vita.
Lo stesso accento lo  possiamo trovare  nel capitolo
5 di 1 Giovanni che è la base del nostro  studio.
 1 Giovanni  5:1 Chiunque crede che Gesù è il Cristo, è nato da Dio; e chiunque ama colui che ha generato, ama anche chi è stato da lui generato
Sembra che questa prima Epistola sia stata scritta come una lettera di accompagnamento all’Evangelo di Giovanni, in quanto mette in evidenza i grandi temi del Vangelo e li applica alle situazioni e ai bisogni delle sette chiese dell’Asia, le prime destinatarie di quel Vangelo.
NOTA
L’ultima sezione dell’Epistola comincia in realtà nel
capitolo 4, al versetto 7.
Essa tratta la pienezza della vita cristiana e spiega che la chiave per questa vita è una fede trionfante. Mediante la fede noi siamo rinati cioè nati da Dio.
Che tipo di fede è necessaria?
Giovanni mette in risalto la necessità di una fede oggettiva in Gesù, una fede che crede che Egli è il Cristo e che entra in un rapporto personale con Lui e per mezzo di Lui con il Padre celeste. Così, per una continua comunione è necessaria una fede continua che sarà prova di vita spirituale.
COME SI MANIFESTA LA NUOVA VITA?
1° ). 1 Giovanni 4:19).  Noi amiamo « Colui che ci ha generati ». Cioè, noi Lo amiamo, « perché Egli ci ha amati il primo »
 ( 1 Giovanni 4:10 ), Egli ha dimostrato il Suo amore PER NOI .
10 In questo è l’amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che egli ha amato noi, e ha mandato suo Figlio per essere il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati.
Se noi mettiamo la nostra fede in Gesù ed entriamo per mezzo di Lui in un rapporto vitale con Dio, non possiamo non amare Dio, perché conoscerLo è amarLo
 NOTA
Per la Sua fedeltà ai patti e alle promesse Dio ha mandato il Suo Figliuolo per compiere la Sua opera e portare a buon fine la nostra salvezza. Noi non possiamo rifiutare il nostro amore e la nostra fedeltà a un tale Padre!
2°) .  1 Giovanni 4:7 Noi amiamo quelli che sono nati da Dio, Quelli che amano Dio come noi e che come noi sono fedeli a Colui che è la sorgente della loro vita.
C’è qualcosa che attrae i veri credenti l’uno verso l’altro. In qualche modo noi sentiamo come un legame di parentela con quanti condividono lo stesso amore e la stessa fede verso Dio.
E’ facile per noi mostrar loro il nostro amore perché siamo spontaneamente spinti a manifestare loro la bontà, la cortesia, la considerazione e la dedizione che questo amore comporta
(vedi 1 Corinzi 13).
I Giovanni 5:4,5: LA FEDE È FONTE DI VITTORIA.
Perché tanti cristiani manifestano tanta poca libertà, spontaneità e tanto poco zelo nel loro amore e nella loro ubbidienza a Dio?
Giovanni usa una sola parola: “ mondo “, ( sistema di cose )
PER RIASSUMERE : tutti gli ostacoli, tutte l’opposizioni e tutto ciò che rende difficile l’ubbidienza e il servizio al Signore .
La parola mondo è usata nel Nuovo Testamento per indicare la totalità delle cose create, un intero universo attualmente separato dal suo Creatore e Re.
Il mondo  si riferisce specialmente all’umanità caduta ed alla creazione che subisce le conseguenze della caduta dell’uomo.
 La parola il « mondo » indica sempre l’età presente, mai quella a venire.
Il « mondo » è sotto l’autorità delle tenebre (Colossesi 1:13)
13 Dio ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figlio
 “Il mondo  respinge il regno e la signoria di Dio, perché non Lo riconosce (Giovanni 17:25).
25 Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto; e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato
 COSA È NECESSARIO PER VINCERE IL MONDO?
 Giovanni 5:4
Tutto quel che ci vuole è che uno sia nato da Dio.
Siamo noi a volere entrare in questa lotta contro le realtà del mondo?
Se siamo nati di nuovo, noi siamo già in essa.
Sebbene siamo ancora nel mondo noi non siamo del mondo, perché non gli apparteniamo e quindi possiamo aspettarci che il mondo ci odi come odia il nostro Signore
(Giovanni 15:18, 19; 17:14; I Giovanni 3:13).
Tuttavia continueremo a vincere il mondo, perché la vittoria è già stata riportata.
DOV’È LA CERTEZZA DELLA NOSTRA VITTORIA?
1 Giovanni 5:4
Essa sta nella fede che abbiamo in Cristo, una fede che si esprime in un continuo rapporto personale di amore e di ubbidienza. Mediante questa fede noi continuiamo a fare nostra la vittoria di Cristo: Egli ha vinto il mondo (Giovanni 16:33).
1 Giovanni 5:5
Perché Giovanni ripete l’affermazione che la fede che vince è quella che crede che Gesù è il Figliuolo di Dio?
La fede che vince non è una fede astratta, né è una fede
puramente umana, né è una fede nei nostri amici e vicini.
Essa non viene dal concentrare le nostre menti cercando di eliminare ogni dubbio.
Viene dal riconoscere che Gesù è  il Figlio di Dio con potenza secondo lo spirito di santità , mediante la Sua risurrezione dai morti  (Romani 1: 3,4).
 Così, la nostra fede in Lui (che include la nostra dedizione a Lui e la nostra ubbidienza alla Sua volontà) diventa, la vittoria che vince il mondo.
Mediante la nostra fede la vittoria di Cristo diventa reale dovunque andiamo. La Sua vittoria si attua concretamente, personalmente e individualmente nella vittoria di ogni credente.
LA TESTIMONIANZA DELLA FEDE
1 Giovanni 5:6-8:
6 Egli è colui che è venuto con acqua e sangue, cioè Gesù Cristo; non con acqua soltanto, ma con l’acqua e con il sangue. Ed è lo Spirito che ne rende testimonianza, perché lo Spirito è la verità. 7 Poiché tre sono quelli che rendono testimonianza: 8 lo Spirito, l’acqua e il sangue, e i tre sono concordi.
                                      VERSIONE DIODATI
6 Questi è colui che è venuto con acqua e sangue, cioè, Gesù Cristo; non con acqua soltanto, ma con acqua e con sangue. E lo Spirito è colui che ne rende testimonianza, perché lo Spirito è la verità. 7 Poiché tre sono quelli che rendono testimonianza nel cielo: il Padre, la Parola e lo Spirito Santo; e questi tre sono uno. 8 Tre ancora sono quelli che rendono testimonianza sulla terra: lo Spirito, l’acqua e il sangue; e questi tre sono d’accordo come uno.
E’ fondata nella storia. Perché Giovanni introduce a questo punto la testimonianza dell’acqua e del sangue?
E’ questa una ulteriore evidenza del fatto che la fede vittoriosa è qualcosa di più che un atteggiamento mentale. Essa è fondata su eventi storici.
 1) Con il  Suo battesimo Gesù si è identificato con l’umanità e con le sue necessità.
2) Alla croce, Egli si è di nuovo identificato con noi, prendendo su Se stesso i nostri peccati, e come leggiamo in 1 Corinzi 5:21:
« Egli l’ha fatto esser peccato per noi » mentre stava sulla croce.
3) Come testimonianza finale di questo fatto, sangue ed acqua uscirono dal Suo fianco quando la lancia romana lo trafisse.
4) Lo Spirito Santo stesso gli dà una continua testimonianza. Come Cristo è la verità, anche lo Spirito è la verità. In mezzo alle mutevoli circostanze della vita, quindi, abbiamo lo Spirito per darci un solido fondamento. Egli ci dà certezza poiché ci rivela Cristo .
LA SPERANZA
Nel capitolo precedente abbiamo considerato quella che è la prima ed essenziale caratteristica del credente : La fede , non è solo fondamentale, ma necessaria. Senza di essa non possiamo nemmeno incominciare la vita cristiana.
Tuttavia ciò che riceviamo ora mediante la fede non è tutto quello che Dio ha in serbo per noi. Non è sufficiente l’atto iniziale di fede al momento della conversione, ma per essere reale ed efficace, la nostra fede deve svilupparsi in una fiduciosa attesa che conta su Dio per il compimento dell’opera che Egli ha iniziato in noi.
Questa attesa, questa certezza e questa ferma fiducia guarda al futuro e si aspetta che Iddio mandi avanti il Suo piano per mezzo di Gesù.
A questa attesa e a questa certezza  la Bibbia dà il nome di « speranza ».
La Bibbia dichiara non soltanto che noi, siamo salvati mediante la fede, ma anche che « siamo salvati in isperanza » (Romani 8:24).
24 Perché noi siamo stati salvati in speranza; or la speranza che si vede non è speranza, poiché ciò che uno vede come può sperarlo ancora? 25 Ma se speriamo ciò che non vediamo, l’aspettiamo con pazienza. 26 Nello stesso modo anche lo Spirito sovviene alle nostre debolezze, perché non sappiamo ciò che dobbiamo chiedere in preghiera, come si conviene; ma lo Spirito stesso intercede per noi con sospiri ineffabili. 27 E colui che investiga i cuori conosce quale sia la mente dello Spirito, poiché egli intercede per i santi, secondo Dio
Dobbiamo fissare i nostri sguardi sopra quella che è la nostra meta in Cristo. Dobbiamo restare in ferma attesa di qualcosa che non abbiamo ancora (Romani 8:25
 Ciò significa che la speranza del credente ha il suo centro in Gesù ed in ciò che Egli farà per noi ed in noi quando ritornerà. Questa speranza che già vede Gesù trionfante e che osa credere che noi vivremo e regneremo con Lui, è la beata speranza del credente
 (Tito 2:13). E’ una speranza viva che aiuta a credere nella potenza  di Dio
 13 aspettando la beata speranza e l’apparizione della gloria del grande Dio e Salvatore nostro, Gesù Cristo,
 1 Pietro 1:3-5. E’ « Un’ancora dell’anima, ferma e sicura ».
3 Benedetto sia il Dio e Padre del Signor nostro Gesù Cristo, il quale nella sua grande misericordia ci ha rigenerati a una viva speranza per mezzo della risurrezione di Gesù Cristo dai morti,
 Un’ancora dell’anima, ferma e sicura
 4 per un’eredità incorruttibile, incontaminata e immarcescibile, conservata nei cieli per voi, 5 che dalla potenza di Dio mediante la fede siete custoditi, per la salvezza che sarà prontamente rivelata negli ultimi tempi
Con questa speranza noi possiamo guardare oltre i confini di questa vita e ricevere coraggio per affrontare sia il presente e sia il futuro.
La fonte della speranza – 2 Corinzi 4:3-6:
             Rivelata per mezzo di Cristo.
 2 Corinzi 4:3-6:
3 Ma se il nostro evangelo è ancora velato, esso lo è per quelli che periscono, 4 nei quali il dio di questo secolo ha accecato le menti di quelli che non credono, affinché non risplenda loro la luce dell’evangelo della gloria di Cristo, che è l’immagine di Dio. 5 Noi infatti non predichiamo noi stessi, ma Cristo Gesù, il Signore, e siamo vostri servi per amore di Gesù, 6 perché il Dio che disse: «Splenda la luce fra le tenebre», è lo stesso che ha fatto brillare il suo splendore nei nostri cuori per illuminarci nella conoscenza della gloria di Dio, che rifulge sul volto di Gesù Cristo.
 I versetti con cui si apre il testo che studiamo in questo capitolo sottolineano il fatto che l’apostolo Paolo proclamava con coraggio l’Evangelo in maniera semplice e diretta. Egli non cercava di adattare il messaggio di Dio alle fantasie dei suoi uditori o alle sue proprie idee preferite. Egli applicava onestamente la verità alla propria vita ed alla coscienza dei suoi ascoltatori. La grazia che egli aveva personalmente sperimentata lo aiutava a proclamare l’Evangelo come il « buona notizia  » che reca
Perdono per quanto riguarda i peccati commessi nel passato,
Potenza per il presente
Speranza per il futuro
Non c’è qualcosa di incerto in questa speranza.
Bisogna solo attendere il tempo del suo compimento.
Però, non c’è nulla di incerto circa la realtà del suo compimento. Quindi non è una speranza della quale si possa dire « forse sarà così », ma una speranza nella quale io dico « sò che sarà così ».
La speranza è sicura quanto le promesse di Dio ed è garantita dal fatto della risurrezione di Cristo dai morti.
Al presente Gesù è alla destra del Padre, intercede per noi e aspetta il giorno nel quale Dio Lo manderà a fare dei Suoi nemici lo sgabello dei Suoi piedi (Ebrei 10:13), cioè a trionfare su tutti.
DOMANDA
Perché tanti non riescono a comprendere e ad accettare questa gloriosa speranza?
RISPOSTA
2 Corinzi 4:3, 4,
3 Ma se il nostro evangelo è ancora velato, esso lo è per quelli che periscono, 4 nei quali il dio di questo secolo ha accecato le menti di quelli che non credono, affinché non risplenda loro la luce dell’evangelo della gloria di Cristo, che è l’immagine di Dio
Per meglio comprendere quel che Paolo dice
è necessario rifarsi al capitolo precedente della stessa Lettera.
2 CORINZI 3:7,8
7 IL MINISTERIO DELLA MORTE :IL VECCHIO PATTO, LA LEGGE, portava la morte. Quando dice che era scritta sulla pietra, sappiamo che si
riferisce ai Dieci Comandamenti.
“Era glorioso”. E’ la volontà di Dio ed è buona, anche se mi condanna
8 IL MINISTERIO DELLO SPIRITO SANTO
“Il ministero della giustizia ( LA SALVEZZA ) ” è la giustizia che noi abbiamo in Cristo Gesù.
Paolo ricorda ai suoi critici che Dio rivelò la Sua gloria sul monte Sinai ed anche sul viso di Mosè. Ma gli Israeliti che avevano peccato si ritrassero dalla gloria del Sinai e non riuscirono neppure a sopportare lo splendore della gloria riflessa sul viso di Mosè, per questo Mose si copri il viso con un velo.
La gloria di Dio rivelata nel volto di Gesù risuscitato e glorificato è assai più grande della gloria rivelata al Sinai, ma è a causa della loro incredulità che gli uomini non riescono a vedere in Gesù la Rosa di Sharon e il Giglio della valle. Questa ostinata incredulità ha sempre dato a Satana la possibilità di accecare ulteriormente le loro menti.
TORNIAMO IN 2 CORINZI 4: 3,4 DOVE LEGGIAMO:
3 Ma se il nostro evangelo è ancora velato, esso lo è per quelli che periscono, 4 nei quali il dio di questo secolo ha accecato le menti di quelli che non credono, affinché non risplenda loro la luce dell’evangelo della gloria di Cristo, che è l’immagine di Dio
DOMANDA E RISPOSTA
D) La Bibbia incolpa principalmente Satana in questo passo?
R) E’ l’incredulità ostinata dell’uomo quella che dà a Satana la possibilità di influenzare i suoi pensieri.
  NOTIAMO CHE
La causa della cecità spirituale non sta nel messaggio e né nel predicatore, ma nel cuore del peccatore ostinato.
Lo scudo della fede permette di spegnere tutti i dardi infuocati del nemico (Efesini 6:16).
Il peccatore , che non ha lo scudo della fede, resta nella sua cecità perché ha fatto e continua a fare la scelta sbagliata.
E’ per il fatto che gli uomini si rifiutano di conoscere la Parola che Dio deve respingerli (Osea 4:6).
6 Il mio popolo perisce per mancanza di conoscenza. Poiché tu hai rifiutato la conoscenza, anch’io ti rifiuterò come mio sacerdote; poiché tu hai dimenticato la legge del tuo DIO, anch’io dimenticherò i tuoi figli
TORNIAMO IN 2 CORINZI 4: AL VERSO 5
 5 Noi infatti non predichiamo noi stessi, ma Cristo Gesù, il Signore, e siamo vostri servi per amore di Gesù,
Qui Paolo interrompe il filo del discorso col dire: ” Noi non predichiamo noi stessi”  Paolo voleva che i fedeli di Corinto si rendessero conto che Cristo era la fonte della loro « speranza di gloria ».
 Paolo non pretendeva di essere alcunché né si presentava vanagloriosamente come l’uomo di Dio. Anzi egli preferì prendere il posto di uno schiavo nella Chiesa per amor di Gesù. Se alcuni giunsero a veder la luce e la gloria rivelata in Gesù, per mezzo della predicazione di Paolo ciò avveniva soltanto perché lo stesso Dio che aveva detto: « Sia la luce » (Genesi 1:3), aveva fatto risplendere la Sua gloria nel cuore di questo Suo fedele servo. Inoltre quando qualcuno vedeva la via per mezzo della vita di Paolo, illuminata di gloria e di speranza da parte di Dio, lo Spirito Santo poteva aiutarlo a vedere in Gesù la fonte di quella luce.
2 Corinzi 4: 5 Noi infatti non predichiamo noi stessi, ma Cristo Gesù, il Signore, e siamo vostri servi per amore di Gesù, 6 perché il Dio che disse: «Splenda la luce fra le tenebre», è lo stesso che ha fatto brillare il suo splendore nei nostri cuori per illuminarci nella conoscenza della gloria di Dio, che rifulge sul volto di Gesù Cristo. 7 Or noi abbiamo questo tesoro in vasi di terra, affinché l’eccellenza di questa potenza sia di Dio e non da noi. Donata da Dio.
Il versetto 7 indica Dio come la fonte della nostra conoscenza e della nostra esperienza della gloria. Indipendentemente dalla misura di luce, di gloria e di potenza che Dio può manifestare in noi e per mezzo di noi, in realtà noi siamo unicamente dei vasi di terra.
In quei tempi, nulla era più comune e più ordinario che dei vasi e dei piatti d’argilla. La gloria e la potenza appartengono solo a Dio che ne è l’unica fonte.
IL TRIONFO DELLA SPERANZA
2 Corinzi 4:8-10:
8 Noi siamo afflitti in ogni maniera, ma non ridotti agli estremi; perplessi, ma non disperati; 9 perseguitati, ma non abbandonati; abbattuti, ma non distrutti, 10 portando del continuo nel nostro corpo il morire del Signore Gesù, affinché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo
Vittoria è qui ora. Quale « vaso di terra » Paolo esperimentò molte sofferenze e l’opposizione continua da parte dei nemici e persecutori. Attraversò anche momenti di smarrimento e di apparente sconfitta.
Che cosa aiutò Paolo a non cedere allo scoraggiamento per tutte queste sue sofferenze? Egli scoprì che, per quanto i suoi nemici lo premessero duramente, Dio non permise mai che essi lo chiudessero senza via di scampo o lo schiacciassero. Il Libro degli Atti mostra come Dio continuamente gli preparava una via di scampo, in modo che la opposizione dei nemici fece soltanto sì che l’Evangelo si diffondesse in nuovi luoghi. Anche quando Paolo non sapeva dove rivolgersi, Dio non lo lasciò nell’incertezza né permise che i suoi nemici lo catturassero.
Talvolta essi riuscirono a colpirlo e una volta fu lapidato e  lasciato come morto.
Atti 14:19 Allora giunsero da Antiochia e da Iconio alcuni Giudei, i quali sobillarono la folla; essi lapidarono Paolo e lo trascinarono fuori della città, credendolo morto.
Altre volte calamità naturali, come i naufragi, sembrarono atterrarlo. Dio, però, non permise mai che questo Suo servo fosse soppresso.
Anzi, tutte queste sofferenze gli diedero la possibilità di sentirsi sempre più vicino a Gesù , Colui che serviva. In queste sofferenze Paolo si rese conto di fare in qualche modo l’esperienza della morte di Gesù, perché egli soffriva tutto ciò per amor Suo.
Cosa ancora più importante,
 Atti 20:22 Ed ecco che ora, legato dallo Spirito, vado a Gerusalemme, senza sapere le cose che là mi accadranno.
Atti 20:23 So soltanto che lo Spirito Santo in ogni città mi attesta che mi attendono catene e tribolazioni.
Atti 20:24 Ma non faccio nessun conto della mia vita, come se mi fosse preziosa, pur di condurre a termine la mia corsa e il servizio affidatomi dal Signore Gesù, cioè di testimoniare del vangelo della grazia di Dio.
 2Corinzi 12:7 E perché io non avessi a insuperbire per l’eccellenza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un angelo di Satana, per schiaffeggiarmi affinché io non insuperbisca.
 Il termine spina o scheggia ( skolops una cosa appuntita ) era un dolore reale , una sofferenza vera che aveva lo scopo di tenerlo umile . nel caso dei servi di Dio la sofferenza che può colpirli  non è mai senza scopo essa mette alla prova per rinforzare , colpisce per correggere . In questo caso si trattava di qualcosa provocata da un angelo di satana , una malattia permessa da Dio . cosa fosse esattamente questa malattia non viene specificato,tuttavia rientrava nella volontà di Dio e non poteva essere rimossa con la preghiera o con la fede . Il suo scopo era di insegnare che :
1) la grazia di Dio è pienamente sufficiente per il servitore che si trova nella prova
2) la forza divina si realizza pienamente nella debolezza umana
3) Il servo di Dio deve gloriarsi nelle debolezze umane in modo che
la potenza di Dio possa riposare su di lui
4) quando si è deboli in se stessi , si è forti in Cristo :
 2Corinzi 11:23 Sono servitori di Cristo? Io (parlo come uno fuori di sé) lo sono più di loro; più di loro per le fatiche, più di loro per le prigionie, assai più di loro per le percosse subite. Spesso sono stato in pericolo di morte.
2Corinzi 11:24 Dai Giudei cinque volte ho ricevuto quaranta colpi meno uno;
2Corinzi 11:25 tre volte sono stato battuto con le verghe; una volta sono stato lapidato; tre volte ho fatto naufragio; ho passato un giorno e una notte negli abissi marini.
2Corinzi 11:26 Spesso in viaggio, in pericolo sui fiumi, in pericolo per i briganti, in pericolo da parte dei miei connazionali, in pericolo da parte degli stranieri, in pericolo nelle città, in pericolo nei deserti, in pericolo sul mare, in pericolo tra falsi fratelli;
2Corinzi 11:27 in fatiche e in pene; spesse volte in veglie, nella fame e nella sete, spesse volte nei digiuni, nel freddo e nella nudità.
PAOLO SCRIVENDO AI ROMANI POTEVA DIRE
 Romani 8:28 Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno.
Le sofferenze di Paolo non riuscirono a turbare la sua fede, anzi diventarono delle occasioni affinché si manifestasse in lui e per mezzo di lui, la vita gloriosa di Gesù risorto.
  UNA    CURIOSITA’
Una volta, un giovane chiese: « Perché non vedo più potenza, più vittoria e un maggior numero di doni dello Spirito nella mia vita? ».
Il fatto era che egli viveva una vita tranquilla e protetta, circondato da credenti sempre pronti ad aiutarlo.
Le vittorie vengono quando noi siamo esposti al pericolo e entriamo in battaglia per il Signore. La potenza per il servizio e i doni dello Spirito Santo sopraggiungono quando ci troviamo in situazioni nelle quali siamo di fronte alla realtà delle necessità umane. E’ più facile che noi facciamo l’esperienza della potenza della risurrezione di Cristo quando lasciamo il comodo ambiente in cui viviamo e
incominciamo a correre qualche rischio per amore di Lui e del Vangelo.
LA SPERANZA : Una gloria eterna.
Che diede a Paolo la volontà di rischiare la vita per Cristo?
2 Corinzi 4:13, 16,18:
13 Siccome abbiamo lo stesso spirito di fede, che è espresso in questa parola della Scrittura: «Ho creduto, perciò ho parlato», anche noi crediamo, perciò parliamo, 14 sapendo che colui che risuscitò il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù, e ci farà comparire con voi alla sua presenza
16 Perciò non ci scoraggiamo; ma, anche se il nostro uomo esteriore si va disfacendo, il nostro uomo interiore si rinnova di giorno in giorno. 17 Perché la nostra momentanea, leggera afflizione ci produce un sempre più grande, smisurato peso eterno di gloria, 18 mentre abbiamo lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono; poiché le cose che si vedono sono per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne.
1.Paolo aveva la speranza della risurrezione. V.14
Era certo che, se fosse morto non avrebbe perduto nulla e che al ri-torno di Gesù, egli sarebbe ritornato con Lui.
2.Paolo rischiò la sua vita per condurre altri al Signore.V.16
Egli era sicuro che quello stesso Dio che aveva risuscitato Gesù dai morti avrebbe custoditi e resi capaci questi credenti e aver parte alla stessa vittoria.
  1. Paolo aveva una visione dello «smisurato peso eterno di gloria», V.17
una gloria di tale eterna pienezza, al di là di ogni possibile descrizione umana , che le sue sofferenze presenti erano svanite come insignificanti.
Le sofferenze di Paolo facevano parte di un ordine
temporale che egli riconosceva come vicino a finire. Le sue esperienze spirituali gli avevano insegnato che le cose che possono essere vedute sono temporanee, e che dietro ad esse c’è un mondo invisibile che è eterno.
IL TRAGUARDO DELLA SPERANZA
2 Corinzi 5:1- 4
5:1 Sappiamo infatti che se questa tenda che è la nostra dimora terrena viene disfatta, abbiamo da Dio un edificio, una casa non fatta da mano d’uomo, eterna, nei cieli. 2 Perciò in questa tenda gemiamo, desiderando intensamente di essere rivestiti della nostra abitazione celeste, 3 se pure saremo trovati vestiti e non nudi. 4 Poiché noi che siamo in questa tenda gemiamo, oppressi; e perciò desideriamo non già di essere spogliati, ma di essere rivestiti, affinché ciò che è mortale sia assorbito dalla vita. 5 Or colui che ci ha formati per questo è Dio, il quale ci ha dato la caparra dello Spirito.
UN NUOVO CORPO.
Dopo avere indicato che le nostre presenti circostanze visibili sono solo per un tempo, Paolo passa a considerare un’altra realtà che spesso ci rende deboli, ci fa soffrire e sentire molto limitati, cioè la nostra dimora terrena (il nostro corpo).
Perché Paolo chiama questo nostro corpo un tabernacolo, o una tenda? Perché esso è solo per un tempo.
Dio ha in serbo qualcosa di meglio per noi, un nuovo corpo, totalmente diverso da questo di ora che è stato formato con la polvere della terra. Paolo chiama, il nuovo corpo, un edificio per metterlo in contrasto con la tenda temporanea che è il corpo attuale.
In I Corinzi 15:53
53 Infatti bisogna che questo corruttibile rivesta incorruttibilità e che questo mortale rivesta immortalità.
Il nuovo corpo è descritto come incorruttibile, cioè tale da non potere più essere sottoposto al peccato, alla corruzione e alla decadenza.
Corpo immortale, cioè tale da non essere più destinato alla morte, è un edificio eterno.
Paolo Cerca la morte con particolare desiderio? NO
Il suo desiderio e la sua aspirazione ardente non erano per la morte, ma per l’evento che egli descrive
in I Corinzi 15:51, 52:
51 Ecco, io vi dico un mistero: non tutti morremo, ma tutti saremo trasformati, 52 in un momento, in un batter d’occhio, al suono dell’ultima tromba. Perché la tromba squillerà, e i morti risusciteranno incorruttibili, e noi saremo trasformati
51 (mistero : una verità non rivelata nei tempi dell’Antico Testamento, ma manifestata ora a noi.
LA FEDELTA’
In questo capitolo ci occuperemo di una delle caratteristiche del cristiano è la fedelà , ha molta importanza.
Quando la Bibbia afferma:
Romani 1:17 poiché in esso la giustizia di Dio è rivelata da fede a fede, com’è scritto: «Il giusto per fede vivrà».
(Abacuc 2:4), « Il giusto vivrà per la sua fede »
la parola fede potrebbe in questo caso essere tradotta « fedeltà ». Quando Gesù verrà e darà la ricompensa ai Suoi servitori, le Sue parole saranno:
(Matteo 25: 21, 23). « Va bene, buono e fedele servitore »
 1Corinzi 4:2 Del resto, quel che si richiede agli amministratori è che ciascuno sia trovato fedele.
 Efesi 1:1 Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, ai santi che sono in Efeso e ai fedeli in Cristo Gesù.
 Colossesi 1:2 ai santi e fedeli fratelli in Cristo che sono in Colosse, grazia a voi e pace da Dio, nostro Padre.
Dobbiamo riconoscere, perciò, che Dio assegna un’alto valore alla fedeltà.
Il testo che consideriamo è preso dalla seconda Lettera a Timoteo, nella quale Paolo dà le sue ultime parole di incoraggia-mento al giovane discepolo Timoteo che dovrà continuare l’opera dopo la sua dipartita. Quando Paolo era stato liberato dalla prima prigionia a Roma, si era recato ad Efeso e li lasciò Timoteo. Si recò poi in Macedonia, da dove gli scrisse la prima Lettera. Visitò anche Creta, dove lasciò poi Tito, al quale scrisse dandogli altre istruzioni. Poco dopo Nerone dette inizio alla persecuzione, gettando sui cristiani l’accusa dell’incendio di Roma. Divenne delitto l’essere cristiani e gli esponenti furono arrestati. A Troas le autorità arrestarono Paolo e lo riportarono a Roma. Questa volta fu messo in una vera prigione, senza speranza di essere liberato. Eppure egli non si preoccupava di se stesso, si diede invece ad incoraggiare Timoteo ad essere fedele.
Fedeltà nel servizio
2 Timoteo 1: 1 a 12:
Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, secondo la promessa della vita che è in Cristo Gesù, 2 a Timoteo, mio caro figlio, grazia, misericordia, pace da Dio Padre e da Cristo Gesù nostro Signore.
3 Ringrazio Dio, che servo come già i miei antenati con pura coscienza, ricordandomi regolarmente di te nelle mie preghiere giorno e notte; 4 ripenso alle tue lacrime e desidero intensamente vederti per essere riempito di gioia. 5 Ricordo infatti la fede sincera che è in te, la quale abitò prima in tua nonna Loide e in tua madre Eunice, e, sono convinto, abita pure in te.
6 Per questo motivo ti ricordo di ravvivare il dono di Dio che è in te mediante l’imposizione delle mie mani. 7 Dio infatti ci ha dato uno spirito non di timidezza, ma di forza, d’amore e di autocontrollo. 8 Non aver dunque vergogna della testimonianza del nostro Signore, né di me, suo carcerato; ma soffri anche tu per il vangelo, sorretto dalla potenza di Dio. 9 Egli ci ha salvati e ci ha rivolto una santa chiamata, non a motivo delle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la grazia che ci è stata fatta in Cristo Gesù fin dall’eternità, 10 ma che è stata ora manifestata con l’apparizione del Salvatore nostro Cristo Gesù, il quale ha distrutto la morte e ha messo in luce la vita e l’immortalità mediante il vangelo, 11 in vista del quale io sono stato costituito araldo, apostolo e dottore. 12 È anche per questo motivo che soffro queste cose; ma non me ne vergogno, perché so in chi ho creduto, e sono convinto che egli ha il potere di custodire il mio deposito fino a quel giorno.
Nel V. 5 , Paolo ricorda a Timoteo la fede e la fedeltà della sua nonna Loide e della sua madre Eunice.
Nel V. 6 Poi lo esorta a manifestare la medesima fede e la stessa fedeltà ravvivando così la fiamma del dono dello Spirito Santo che era dentro di sé.
Lo Spirito Santo l’avrebbe certo assistito, perché Egli non è spirito di timidezza o di paura, ma di potenza, di amore e di autocontrollo , cioè letteralmente, « correzione di se stesso ».
Dal V. 8 al 12 Paolo fa presente a Timoteo l’esempio di fede che egli stesso gli aveva dato esortandolo a non aver mai vergogna dell’Evangelo e ad essere pronto anche a soffrire i maltrattamenti che Paolo aveva sofferto. Timoteo, non doveva temere perché poteva sempre ricordarsi della vittoria finale e della venuta di Cristo ed allora poteva dire con Paolo: « Io so in chi ho creduto » (II Timoteo 1:12).
2Tm 4:1 Ti scongiuro, davanti a Dio e a Cristo Gesù che deve giudicare i vivi e i morti, per la sua apparizione e il suo regno: 2 predica la parola, insisti in ogni occasione favorevole e sfavorevole, convinci, rimprovera, esorta con ogni tipo di insegnamento e pazienza. 3 Infatti verrà il tempo che non sopporteranno più la sana dottrina, ma, per prurito di udire, si cercheranno maestri in gran numero secondo le proprie voglie, 4 e distoglieranno le orecchie dalla verità e si volgeranno alle favole. 5 Ma tu sii vigilante in ogni cosa, sopporta le sofferenze, svolgi il compito di evangelista, adempi fedelmente il tuo servizio.
Sulla base di tutto ciò, Paolo prende poi a scongiurare Timoteo non solo ad essere fedele, ma anche ad essere forte, forte nella grazia che è in Cristo. In altre parole, doveva vivere in Cristo, doveva fare della grazia data da Cristo la sfera di ogni sua attività.
Qual’è il miglior modo per essere fortificato nella grazia?
Il miglior modo è quello di prendere le verità che il Signore ha fatto diventare reale per noi e trasmetterla ad altri.
Il consiglio che Paolo dà a Timoteo è di mostrare la sua fedeltà con lo insegnare ad altri in modo tale da ispirarli a divenire, a loro volta, insegnanti di altri.
A quali persone doveva Timoteo dare la maggiore attenzione nel suo insegnamento?
Egli doveva scegliere quelli che avevano già dimostrato la loro fedeltà e la sincerità e che avevano fatto una reale esperienza col Signore amando davvero la verità del Vangelo, pieni di fede e di fiducia nel Signore.
Tali persone sarebbero state disposte a ricevere l’insegnamento di divenire degli insegnanti qualificati e competenti, quali occorrevano alla Chiesa.
NEL SOPPORTARE LE SOFFERENZE
 2 Timoteo 2:3-7:
3 Sopporta anche tu le sofferenze, come un buon soldato di Cristo Gesù. 4 Uno che va alla guerra non s’immischia in faccende della vita civile, se vuol piacere a colui che lo ha arruolato. 5 Allo stesso modo quando uno lotta come atleta non riceve la corona, se non ha lottato secondo le regole. 6 Il lavoratore che fatica dev’essere il primo ad avere la sua parte dei frutti. 7 Considera quel che dico, perché il Signore ti darà intelligenza in ogni cosa.
Uomini come Samuele ed Eliseo, che fondarono scuole di profeti, vivevano sempre fra il popolo. Essi esercitavano il loro potente ministero e predicavano la verità nel vivo dei problemi e dei bisogni umani. Essi agirono in modo tale che la loro influenza fu sentita sia dal popolo ( tra cui abitavano, sia sull’intera nazione. Essi consigliarono re, lottarono contro i nemici di Dio, guarirono i malati e diedero aiuto ai poveri.
Nello stesso modo, Gesù percorse le strade polverose della Galilea e diede Se stesso in una continua lotta contro il peccato, l’ignoranza e il pregiudizio.
Come cristiano Timoteo doveva aspettarsi di trovarsi nelle stesse battaglie e di soffrire afflizioni e persecuzioni come nobile soldato di Cristo.
Quali illustrazioni usa Paolo a questo punto?
Egli paragona il cristiano a tre diverse persone.
1.) V.3,4 Il  cristiano deve essere come un soldato in servizio attivo che vuole piacere all’ufficiale che lo comanda e per questo non si lascia afferrare da pensieri e affari che appartengono alla vita civile. In simile modo, il credente fedele deve mettere tutto il cuore, l’anima e la mente nel compito che Cristo gli ha affidato, desiderando soltanto di piacere al suo Maestro.
2.) V. 5  Il cristiano deve essere come un atleta che in uno stadio gareggi in una competizione atletica. Un atleta impegnato in una gara non deve soltanto fare di tutto per vincere, ma deve anche rispettare le regole. Coloro che predicano, che insegnano o che servono Cristo in qualche altro modo, devono mostrare la loro fedeltà alla verità della Parola di Dio e compiere la loro opera in uno spirito d’amore, di umiltà e autodisciplina. Per quanti si comportano in tal modo c’è una corona di giustizia
(II Timoteo 4: 8) e una di gloria (I Tessalonicesi 2: 19).
 3.) V. 6  Il cristiano deve essere come un contadino laborioso che si aspetta un buon raccolto. L’opera di Dio, come anche l’insegnamento, esige costanza, energia e una fede che si aspet-ta di vedere il frutto.
Ogni pigrizia o indolenza ci rende indegni di aver parte al raccolto.
Al V. 7  Paolo esorta Timoteo a prendere in considerazione queste illustrazioni, a meditarle, a discernere il loro vero significato e a metterle in pratica nel suo ministero.
FEDELTÀ NELLA SOFFERENZA E FIDUCIA NELLA VITTORIA
2 Timoteo 2:8-13:.
8 Ricòrdati di Gesù Cristo, risorto dai morti, della stirpe di Davide, secondo il mio vangelo, 9 per il quale io soffro fino ad essere incatenato come un malfattore; ma la parola di Dio non è incatenata. 10 Ecco perché sopporto ogni cosa per amor degli eletti, affinché anch’essi conseguano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna. 11 Certa è quest’affermazione: se siamo morti con lui, con lui anche vivremo; 12 se abbiamo costanza, con lui anche regneremo; 13 se lo rinnegheremo anch’egli ci rinnegherà; se siamo infedeli, egli rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso.
Che altro dice Paolo per incoraggiare Timoteo ad essere fedele al Signore ed alla Sua opera nonostante qualsiasi sofferenza e persecuzione?
1.)  V. 8 Prima di tutto egli ricorda, a Timoteo, il Cristo risorto. Timoteo deve continuamente ricordare che Gesù è risuscitato per vivere e regnare in eterno, deve anche ricordarsi della promessa dell’Evangelo, secondo la quale poiché Egli vive anche noi vivremo (Giovanni 14:19).
2.) V. 9,10 Paolo ricorda poi a Timoteo la situazione nella quale si trovava. Paolo, soffriva tutte le durezze della prigione nella quale era incatenato, come un criminale per la sua fedeltà all’Evangelo. In mezzo a tutto ciò, però, aveva trovato il coraggio di restare fe-dele.
Due considerazioni lo avevano aiutato in questo:
prima, V. 9la Parola di Dio non era incatenata. “ Anzi, aveva l’opportunità di proclamare l’Evangelo in occasione del suo processo. Qualunque cosa gli avessero potuto fare, non sarebbero mai riusciti a fermare il trionfo dell’Evangelo.
Seconda: V. 10 egli sopportava tutte le sofferenze e le prove per amore dei suoi collaboratori nell’Evangelo, gli eletti e i santi che si trovavano anch’essi o che si sarebbero trovati nella persecuzione. La sua perseveranza nel testimoniare per Cristo in mezzo all’ostilità, in prigione e dinanzi alla morte, avrebbe dato loro coraggio, li avrebbe aiutati ad essere fedeli e a tenere le loro posizioni cosi da giungere alla fine per ottenere la piena e definitiva salvezza che Dio ha in serbo per loro
(vedi Matteo 10:22).
22 Sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato.
 NOTA
Se Paolo fosse venuto meno e avesse cessato di essere fedele, alcuni di loro avrebbero potuto perdere la gloria.
ALCUNI ESEMPI DI FEDELTA’ E INFEDELTA’
 Colossesi 4:7 Tutto ciò che mi riguarda ve lo farà sapere Tichico, il caro fratello e fedele servitore, mio compagno di servizio nel Signore. 8 Ve l’ho mandato appunto perché conosciate la nostra situazione ed egli consoli i vostri cuori; 9 e con lui ho mandato il fedele e caro fratello Onesimo, che è dei vostri. Essi vi faranno sapere tutto ciò che accade qui.
10 Vi salutano Aristarco, mio compagno di prigionia,
Marco, il cugino di Barnaba (a proposito del quale avete ricevuto istruzioni; se viene da voi, accoglietelo),
 11 e Gesù, detto Giusto. Questi provengono dai circoncisi, e sono gli unici che collaborano con me per il regno di Dio, e che mi sono stati di conforto.
12 Epafra, che è dei vostri ed è servo di Cristo Gesù, vi saluta. Egli lotta sempre per voi nelle sue preghiere perché stiate saldi, come uomini compiuti, completamente disposti a fare la volontà di Dio. 13 Infatti gli rendo testimonianza che si dà molta pena per voi, per quelli di Laodicea e per quelli di Ierapoli. 14 Vi salutano Luca, il caro medico,
 e Dema.* ( cfr.2° Timoteo 4:10 infedeltà ) ( amato: agapèsas: sacrificio)
 15 Salutate i fratelli che sono a Laodicea, Ninfa e la chiesa che è in casa sua.
16 Quando questa lettera sarà stata letta da voi, fate che sia letta anche nella chiesa dei Laodicesi, e leggete anche voi quella che vi sarà mandata da Laodicea. 17 Dite ad Archippo: «Bada al servizio che hai ricevuto nel Signore, per compierlo bene».
18 Il saluto è di mia propria mano, di me, Paolo. Ricordatevi delle mie catene.
La grazia sia con voi.
LA FEDELTÀ COME  PERSEVERANZA NELLA FEDE.
 2 Timoteo 2:11-13:
11 Certa è quest’affermazione: se siamo morti con lui, con lui anche vivremo; 12 se abbiamo costanza, con lui anche regneremo; 13 se lo rinnegheremo anch’egli ci rinnegherà; se siamo infedeli, egli rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso.
Per dare altro incoraggiamento alla fedeltà, Paolo lascia a Timoteo una « parola certa », una parola degna di ogni attenzione.
La frase « se muoiamo con Lui » può riferirsi al martirio con-siderato come probabilmente già avvenuto per qualcuno, oppure si può riferire ad una crocifissione spirituale, ad un prendere la via della croce, mettere a morte ogni ambizione terrena, porre i nostri corpi sull’altare e ad essere disposti a morire per Cristo se fosse necessario.
Dà qui la Bibbia non rilieva soltanto  il morire per Cristo come martire ma insiste anche sulla fedeltà e sulla perseveranza.
 Noi dobbiamo ricordare che se rinneghiamo o ripudiamo il Signore in tempo di prova o di persecuzione, Egli ci rinnegherà nel giorno del giudizio (vedi Matteo 10:33; 25:11e12 )
La nostra infedeltà, però, non può impedire a Dio di mandare avanti l’attuazione del Suo grande piano. Per Lui, ripudiare le Sue promesse sarebbe come ripudiare Se stesso e, poiché Egli è Dio, non è proprio della Sua natura fare ciò.
Ci sarà quindi la vittoria e la gloria, ma il goderne e l’aver parte ad essa, dipende dalla nostra fedeltà. Ricordiamoci che Dio è giusto e fedele sia nel mantenere i Suoi avvertimenti di giudizio sia le Sue promesse.
FEDELTÀ AL MODELLO
2 Timoteo 2 : 14-18:a 26
14 Ricorda loro queste cose, scongiurandoli davanti a Dio che non facciano dispute di parole; esse non servono a niente e conducono alla rovina chi le ascolta. 15 Sfòrzati di presentare te stesso davanti a Dio come un uomo approvato, un operaio che non abbia di che vergognarsi, che tagli rettamente la parola della verità. 16 Ma evita le chiacchiere profane, perché quelli che le fanno avanzano sempre più nell’empietà 17 e la loro parola andrà rodendo come fa la cancrena; tra questi sono Imeneo e Fileto, 18 uomini che hanno deviato dalla verità, dicendo che la risurrezione è già avvenuta, e sovvertono la fede di alcuni. 19 Tuttavia il solido fondamento di Dio rimane fermo, portando questo sigillo: «Il Signore conosce quelli che sono suoi», e «Si ritragga dall’iniquità chiunque pronuncia il nome del Signore». 20 In una grande casa non ci sono soltanto vasi d’oro e d’argento, ma anche vasi di legno e di terra; e gli uni sono destinati a un uso nobile e gli altri a un uso ignobile. 21 Se dunque uno si conserva puro da quelle cose, sarà un vaso nobile, santificato, utile al servizio del padrone, preparato per ogni opera buona.
22 Fuggi le passioni giovanili e ricerca la giustizia, la fede, l’amore, la pace con quelli che invocano il Signore con un cuore puro. 23 Evita inoltre le dispute stolte e insensate, sapendo che generano contese. 24 Il servo del Signore non deve litigare, ma deve essere mite con tutti, capace di insegnare, paziente. 25 Deve istruire con mansuetudine gli oppositori nella speranza che Dio conceda loro di ravvedersi per riconoscere la verità, 26 in modo che, rientrati in se stessi, escano dal laccio del diavolo, che li aveva presi prigionieri perché facessero la sua volontà.
14 EVITARE FALSI INSEGNAMENTI. Timoteo doveva anche ammonire le persone a tenersi lontani da inutili battaglie di parole che recano solo rovina spirituale a quanti le ascoltano.
16 Timoteo doveva dare l’esempio col fare tutto il possibile per presentarsi dinanzi a Dio nel giudizio come un operaio che non deve vergognarsi dell’opera compiuta perché ha tagliato rettamente la Parola di Dio.
CHE COSA SIGNIFICA QUEST’ULTIMA ESPRESSIONE? TAGLIARE O SPEZZARE  DIRITTAMENTE O TAGLIARE RETTAMENTE
1 ) Significa presentare il messaggio della Parola senza alterazioni così che lo Spirito Santo possa usarla come Suo strumento per compiere l’opera di Dio.
 2) Anziché torcere la Parola per adattarla alle nostre proprie idee, dobbiamo proclamarla in tutta la sua purezza.
3) Invece di volgerci alla Bibbia per raccogliervi testi su cui appoggiare i nostri pregiudizi,e le nostre idee ,, investighiamo invece le Scritture per scoprire ciò che esse realmente insegnano.
4) Poi non cerchiamo di passarla subito agli altri, ma applichiamola prima di tutto alla nostra vita.
E’ un fatto che è molto più facile discutere intorno alla Bibbia che viverla, ma se noi non evitiamo le chiacchiere terrene e simili discussioni, scivoleremo sempre più verso l’incredulità e ci lasceremo influenzare da falsi insegnamenti che si diffondono co-me il cancro.
17, 18 Imeneo e Fileto sono due esempi di ciò, perché giun-sero fino a negare la verità fondamentale e centrale del Cristia-nesimo, e cioè la resurrezione.
2 Timoteo 2:19-21: Evitare falsi maestri. Come possiamo impedire d’essere sviati da falsi maestri?
1)  V. 19 Edificando sul fondamento vero. Naturalmente il vero fondamento è Cristo, e noi costruiamo su di Lui se seguiamo
l’ insegnamento degli apostoli e dei profeti datoci nella Parola di Dio. Siate fedeli alla Parola e alla Chiesa, riconoscendo che la vera Chiesa è edificata su questo solido fondamento. Efesi 2:20
  1. ) V. 20 e 21,22,23 Tenendoci lontano da ogni tipo di male.
Il peccato predispone all’ascolto dei falsi maestri.
Come in una grande casa ci sono recipienti e utensili di valore ed altri insozzati dall’immondizia, (2Tm 2:20 In una grande casa non ci sono soltanto vasi d’oro e d’argento, ma anche vasi di legno e di terra; e gli uni sono destinati a un uso nobile e gli altri a un uso ignobile. )
così nella Chiesa visibile possiamo trovare credenti fedeli e credenti ipocriti. Dobbiamo così separarci dagli ipocriti e dai falsi maestri e non ascoltando i loro insegnamenti, se vogliamo essere vasi d’onore utili al nostro Maestro e pronti per ogni opera buona che lo Spirito Santo ci aiuti a compiere.
2 Timoteo 2:22-26 FEDELTÀ NELL’INSEGNAMENTO
Il credente  fedele alla Scrittura fuggirà i desideri e le passioni giovanili e cercherà la compagnia di quelli che cercano giustizia, fede, amore e pace.
Rifiuterà di discutere problemi stupidi e inutili che conducono solo a divisioni. Invece di combattere battaglie terrene egli sarà gentile e buono, sempre in guardia contro il male, attendendo con pazienza e perseveranza all’insegnamento, nella speranza che Dio parlerà ai cuori di quelli che si oppongono alla verità.
Il credente fedele porterà il Evangelo con spirito umile e paziente che onora Cristo e la verità invece di discutere inutilmente con gli altri! E’ questo il tipo di fedeltà che  Dio approva , combatte i dominatori del mondo delle tenebre , per liberare gli uomini dalle insidie del diavolo.
IL CREDENTE FEDELE VINCE LE TENTAZIONI CON LA PAROLA   
SALMO 119 : 9 Come può un giovane rendere la sua via pura?   
                          Custodendola con la tua parola.
LA PAROLA DI DIO È
La Parola è diventata carne Giovanni 1:1-5,14
La Parola è verità  Giovanni 7:14-19
La parola è rivelata e insegnata dallo Spirito Santo
                                Giovanni 14: 26 ; 15:26 ; 16:13
Una Lampada che illumina il cammino  Salmo 119:105
Vivente e tagliante  Ebrei 4:12-13
La Parola Dà gioia al cuore  Salmo 19:7-11
IL CREDENTE FEDELE CON LA PAROLA    VINCE LE TENTAZIONI E LE SEDUZIONI
SALMO 119 : 9 Come può un giovane rendere la sua via pura?   
                          Custodendola con la tua parola.
 PROVERBI 7
 Parla della seduzione della prostituta, nel senso spirituale ne possiamo ricavare una lezione  sull’adulterio spirituale , di come gli elementi del mondo comandati dal diavolo possono sedurre e ingannare chi non vive una vita santa e nella parola di Dio …..
 Proverbi 7:1-5
Questi primi versetti invitano nuovamente il giovane a rivolgersi alla sapienza per avere una guida
sicura e un discernimento chiaro sulle decisioni che deve prendere.
 Proverbi 7:6-20
La descrizione dei versetti appena letti mostrano purtroppo la scelta che molti giovani fanno ancora
oggi incamminandosi verso la strada della disubbidienza e del piacere sfrenato dove tutto è permesso
e tutto è lecito. Questa è la scelta che il giovane del racconto fa, si incammina lungo la strada
sbagliata.
Interessante è considerare che la donna in questione descritta nel racconto è lusinghiera e ha anche la
pretesa d’essere religiosa! Essa lo induce a credere di essere a posto con Dio. “Dovevo fare un
sacrificio di riconoscenza, oggi ho sciolto i miei voti”.
E’ come se gli dicesse in altre parole, ti ho cercato per tutta la vita e alla fine ti ho trovato.
 Proverbi 7:21-23
Questi versetti sono una chiara conseguenza di ciò che avviene a chi si lascia sedurre in tal modo da
una donna perversa. Vi sono tre illustrazioni chiare e precise che indicano questo:
 1°) Come un bue che va al macello
 2°) Come uno stolto che è condotto in prigione
 3°) Come un uccello preso nella trappola e ucciso
 Proverbi 7:24-27
Questo avvertimento deve essere preso letteralmente e contiene, oltre che la realtà: la via dell’inferno :
V.27 La sua casa è la via del soggiorno dei morti,
 la strada che scende in grembo alla morte.
Le Scritture hanno molto da dire sull’argomento che riguarda l’adulterio spirituale.
Dio chiamava così l’allontanarsi da Lui da parte del Suo popolo per seguire gli idoli.
Essi erano caduti nel laccio dell’idolatria ed erano stati soggiogati.
Si erano allontanati dal Dio vivente e vero. Avrebbero dovuto essere uniti a Lui, invece se ne
separarono. Stavano rappresentando la parte dell’adultera; erano stati infedeli e sleali verso di Lui.
Questo è l’adulterio spirituale.
Oggi abbiamo molti culti, sette e ogni tipo di falsa religione attorno a noi.
Oggi ci sono delle dottrine adulatrici e delle sette adulatrici, fatti sullo stile della donna di strada.
Essa è un’adulatrice e chiama uomini e donne. Questa “ragazza” è all’opera anche oggi.
Ti viene incontro ovunque. E’ una prostituta – vuole allontanarti da Cristo.
Vuole introdurti nel suo sistema. Questa prostituta spirituale oggi è sulla tua strada; entra in casa tua
anche attraverso la radio e la televisione, cercando di allettarti. C’è affermato che seguirla vuol dire
essere come un bue, quando viene portato al macello, come uno stolto che è condotto ai ceppi che lo
castigheranno.
Non ci conformiamo  al mondo ma  alla persona di Gesù Cristo!
 LA CONSACRAZIONE È UN ATTO CHE HA ORIGINE IN DIO , E’ IL SUO DESIDERIO “ DI METTERE DA PARTE L’UOMO PER IL SERVIZIO SACRO “ E’ L’OPERA DELLO SPIRITO SANTO
 È LA RISPOSTA DELL’UOMO AL TOCCO DELLO SPIRITO SANTO .   
ISAIA CAP. 6:6 ; purificato per essere consacrato/santificato  :appartato
 ATTI CAP 13 Paolo e Barnaba : consacrati ……      
I termini “CONSACRAZIONE” e “SANTIFICAZIONE” hanno la stessa origine biblica derivano cioè dalle parole “kados” kades
(ebraico) e “agios” (greco). Questi termini indicano “ la messa da parte per Dio”. 
Parleremo della consacrazione della mente, dei pensieri, del nostro volere.
Poi tratteremo la consacrazione  del corpo, ma se vogliamo essere precisi il comportamento fisico è la conseguenza delle decisioni che vengono già prese nella nostra mente, e dunque questa, la mente, è di gran lunga più importante; infatti ciò che io decido (mente), è quello che poi metto in pratica (corpo).
La mente dell’uomo che non conosce Dio è schiava del corpo, ovvero tutte le sue funzioni sono attivate per soddisfare la carne, per far stare bene il proprio “io”. L’uomo in quel caso vive solo per se stesso, è egoista ed il massimo del suo impegno è soddisfare se stesso.
La mente dell’uomo che è nato di nuovo in Cristo segue invece lo Spirito di Dio che agisce in Lui ed ha come scopo essere parte di Dio stesso, servirLo, dedicarGli la vita.
LA CONSACRAZIONE /SANTIFICAZIONE NEL VT
I sacerdoti furono unti con olio. Il proposito dell’unzione era specifico Esodo 30:30.
Come mezzo per appartarli per il servizio speciale a Dio
Lev. 8: 6 Mosè fece avvicinare Aaronne e i suoi figli, e li lavò con acqua. 7 Poi rivestì Aaronne della tunica, lo cinse della cintura, gli mise addosso il manto, gli mise l’efod e lo cinse della cintura artistica dell’efod, con la quale gli fissò l’efod addosso. 8 Gli mise pure il pettorale, e sul pettorale mise l’urim e il tummim. 9 Poi gli mise in capo il turbante e sul davanti del turbante pose la lamina d’oro, il santo diadema, come il SIGNORE aveva ordinato a Mosè.
10 Poi Mosè prese l’olio dell’unzione, unse il tabernacolo e tutte le cose che vi si trovavano e le consacrò. 11 Fece sette aspersioni sull’altare, lo unse con tutti i suoi utensili, la conca e la sua base, per consacrarli. 12 Versò dell’olio dell’unzione sul capo d’Aaronne e unse Aaronne, per consacrarlo. 13 Poi Mosè fece avvicinare i figli d’Aaronne, li vestì di tuniche, li cinse di cinture e legò sul loro capo delle mitre, come il SIGNORE aveva ordinato a Mosè.
Questo atto di unzione si descrive come l’atto di consacrazione o santificazione. Per Aronne e i suoi figli, la parola ebrea “Kadesh” implicava “l’essere appartato” o “essere consacrato” come vasi speciali per la santità di Dio.
I re furono unti con olio.
I profeti erano unti con olio.
 I lebbrosi erano unti con olio: Lev.14:13-18 (v. 17) “Del rimanente dell’olio che avrà in mano, il sacerdote ne metterà sull’estremità dell’orecchio destro di colui che si purifica, sul pollice della sua mano destra e sull’alluce del suo piede destro, sopra il sangue del sacrificio per la colpa”. Rappresenta la consacrazione a Dio:
* prima di tutto i nostri poteri ricettivi, rappresentati dalle  
   orecchie;
* dopo i nostri poteri attivi rappresentati dalle mani;
* e dopo il nostro andare o condotta, rappresentato dai piedi.
Così noi peccatori, chiamati a servire l’Iddio vivente, siamo santificati dal sangue della croce e dalla potenza del Suo Spirito.
Così come l’olio santifica i sacerdoti e i lebbrosi, così lo Spirito Santo santifica i figli di Dio.
 1 Giovanni 2:26 Vi ho scritto queste cose riguardo a quelli che cercano di sedurvi. 27 Ma quanto a voi, l’unzione che avete ricevuta da lui rimane in voi, e non avete bisogno dell’insegnamento di nessuno; ma siccome la sua unzione vi insegna ogni cosa ed è veritiera, e non è menzogna, rimanete in lui come essa vi ha insegnato.
 Per il credente la santificazione/consacrazione non è un incoraggiamento di Dio ma è il  comando di Dio  e come tale è da considerare con serietà.
Levitico 11:44-45 – Poiché io sono il SIGNORE, il vostro Dio; santificatevi dunque e siate santi, perché io sono santo. […] Siate dunque santi, perché io sono santo.
 1Tessalonicesi 4:3 e 7(cfr Rom.1:7)  – Perché questa è la volontà di Dio: che vi santifichiate, che vi asteniate dalla fornicazione Infatti Dio ci ha chiamati non a impurità, ma a santificazione.
 Efesini 1:4 – In lui ci ha eletti prima della creazione del mondo perché fossimo santi e irreprensibili dinanzi a lui,
 1Pietro 1:15-16 – ma come colui che vi ha chiamati è santo, anche voi siate santi in tutta la vostra condotta, poiché sta scritto: «Siate santi, perché io sono santo».
 DAL PUNTO DI VISTA BIBLICO DUNQUE
non esiste un credente maturo nella fede che non sia consacrato a Dio. Questa consacrazione dovrebbe venire spontanea a tutti i credenti come normale crescita spirituale.
Abbiamo detto che la consacrazione/santificazione è l’azione dello Spirito Santo, nel momento della conversione
 Ciovanni 16:7
    7 Eppure, io vi dico la verità: è utile per voi che io me ne vada; perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma se me ne vado, io ve lo manderò. 8 Quando sarà venuto, convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio. 9 Quanto al peccato, perché non credono in me; 10 quanto alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; 11 quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato.
 ANALIZZIAMO
 V.8 Quando sarà venuto, convincerà il mondo quanto al peccato perché non credono in me
            E’ L’OPERA DEL RAVVEDIMMENTO
 10 quanto alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più
Quando stiamo davanti a Dio, dobbiamo essere in Cristo che è la nostra giustizia,
Romani 5:1 Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore, 2 mediante il quale abbiamo anche avuto, per la fede, l’accesso a questa grazia nella quale stiamo fermi; e ci gloriamo nella speranza della gloria di Dio
 Romani 5:8  Dio invece mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. 9 Tanto più dunque, essendo ora giustificati per il suo sangue, saremo per mezzo di lui salvati dall’ira. 10 Se infatti, mentre eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio mediante la morte del Figlio suo, tanto più ora, che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. 11 Non solo, ma ci gloriamo anche in Dio per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo, mediante il quale abbiamo ora ottenuto la riconciliazione.
 11 quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato.
 Satana  è giudicato e con lui quelli che non credono ma preferiscono vivere nel mondo
 VERSI BIBLICI RIGUARDANTI I SANTI
Nel cattolicesimo è il papa che decide di santificare una persona, dopo 5 anni di indagini e processi , da parte di  un’ equip di vescovi, ( riguardanti la vita del candidato …..)  poi si passa alla canonizzazione e alla santificazione, con la cerimonia degli onori dell’altare , il papa porta il candidato davanti a Dio e lo nomina santo: Questo si chiama :
 APOTEOSI : dal greco APOTHE’OSIS  : apo – theos:  DEIFICAZIONE
nell’antichità era la cerimonia con la quale un eroe o un imperatore veniva innalzato presso gli dei e lui diventava un semidio. Questa usanza fu poi introdotta da Costantino nella sua riforma cristiana :
CIO’ E’ CONTRO LA PAROLA DI DIO
“…a quanti sono in Roma, amati da Dio, chiamati a essere santi, grazia a voi e pace da Dio nostro Padre, e dal Signore Gesù Cristo” (Romani 1:7 – si vedano anche, in particolare, Filippesi 1:1 e 2 Corinzi 1:1).
1° Corinzi 6 : 9 a 11 Non v’illudete; né fornicatori, né idolatri, né adùlteri, né effeminati, né sodomiti, 10 né ladri, né avari, né ubriachi, né oltraggiatori, né rapinatori erediteranno il regno di Dio. 11 E tali eravate alcuni di voi; ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e mediante lo Spirito del nostro Dio.
Molti altri versi spiegano la stessa verità:
“A me, dico, che sono il minimo fra tutti i santi, è stata data questa grazia di annunziare agli stranieri le insondabili ricchezze di Cristo” (Efesini 3:8).
Ed Egli stesso ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti e altri come pastori e dottori, per il perfezionamento dei santi, per l’opera del ministero e per l’edificazione del corpo di Cristo” (Efesini 4:11-12).
Si vedano anche: Atti 9:13; 9:32; 9:41; 26:10; Romani 8:27; 12:13; 15:25; 15:26; 15:31; 16:2; 16:15; 1 Corinzi 6:1, 2 Corinzi 1:1, Efesini 1:1, e gli altri molti riferimenti presenti nel Nuovo Testamento.
CONSACRARE LA MENTE
 Romani 12:2 – Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà.
Vediamo subito che in Romani 12:2 “Non conformatevi a questo mondo  indica che il cristiano non può ( prendere la forma del mondo ) pensare ed agire come purtroppo pensa ed agisce la gente presa da questo sistema in cui viviamo.
Cerchiamo allora di non farci trascinare nella vita mondana , non prendiamo aspirazioni dai  propagandati della televisione,ecc, il cristiano non deve assomigliare a…
Ma deve aspirare  alle cose elevate di Dio (“sante”);
Colossesi 3:1 Se dunque siete stati risuscitati con Cristo, cercate le cose di lassù dove Cristo è seduto alla destra di Dio.
Colossesi 3:2 Aspirate alle cose di lassù, non a quelle che sono sulla terra;
così pure noi, pensando a Dio che è “Santo”, indirizziamo i pensieri verso il bene comune.
                             QUAL’E’ IL “BENE COMUNE” ?
È LA GRAZIA   ( LA SALVEZZA : DONO IMMERITATO )
LA CHIESA      ( COME CORPO DI CRISTO )
I FRATELLI      ( CHE SONO NEL CORPO DI CRISTO : LA 
                                                                                 CHIESA )
L’ATTESA DEL RITORNO DI GESÙ
non è la soddisfazione di ognuno di noi in base ai nostri sensi (mangiare, divertirsi, fare soldi, ecc).
“ …ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente,…”
 La mente dunque si può rinnovare, ma come fa a rinnovarsi?
In verità la mente è un meccanismo complesso, è in continua attività.
L’attività continua significa, la mente si muove, si cambia, si trasforma, si rinnova, sia verso il bene che verso il male.
La scelta della direzione tra bene e male dipenderà da noi.
Se io per esempio contemplo una scena di violenza e mi immedesimo in quello che vedo e che sento, io pure dopo un po’ sentirò in me stesso pensieri aggressivi di violenza; se prendo l’abitudine a queste scene violente la mia mente trasformerà sempre più la mia persona ad avere un carattere violento ed aggressivo, che è il contrario di quello che ci insegna il Signore:
 Lo stesso ragionamento si applica a qualsiasi cosa contempliamo a lungo.
Con questo ragionamento allora, noi possiamo educare la nostra mente portandola a contemplare per esempio gli insegnamenti di Dio.
2Corinzi 3:18 – E noi tutti, a viso scoperto, contemplando come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella sua stessa immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione del Signore, che è lo Spirito.
QUAL È IL METODO DI QUESTA TRASFORMAZIONE ?
2 Corinzi 3:18)
Contemplando …”.( termine : Fissare lo sguardo e il pensiero su qualcosa che suscita ammirazione, stupore, meraviglia.
dal latino: contemplum : per mezzo – lo spazio del cielo.
Un continuo, concreto ammirare Cristo, affidandosi allo Spirito Santo perché operi tale cambiamento.
Non una lotta disperata contro ciò che vuol renderci prigionieri. La parola “contemplando”, si può rendere anche “riflettendo”.
Uno studioso traduce così il versetto:
“E tutti noi, riflettendo la gloria del Signore a volto scoperto”.
In altre parole, mentre contempliamo la gloria di Cristo, siamo trasformati a Sua somiglianza e perciò, durante il cambiamento, riflettiamo l’immagine in cui siamo trasformati.
Riflettere è il risultato inevitabile del contemplare.
È risaputo che assomiglieremo alle cose o alle persone che guardiamo.
Romani 12:2 – Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà
Allora consapevoli per grazia di Dio che i Suoi pensieri, diventano nostri, ecco che possiamo finalmente comprendere la volontà di Dio.
Ecco dunque che noi, tramite la nostra consacrazione, inseriti meravigliosamente in questo miracolo della trasformazione
possiamo somigliare a Dio .
Ricapitolando, la nostra mente dunque offrendosi a Dio nella consacrazione, si rinnova continuamente in Cristo, facendone esperienza, secondo lo Spirito di Dio. Tale esperienza spirituale rinnova anche la nostra personalità. La personalità terrena si esprime soprattutto in attività pratica, in opere, in comportamento adeguato, conseguente alla maturazione spirituale in atto,  secondo il modello creativo di Dio. Il modello meraviglioso (“Dio creò l’uomo a Sua immagine..” Gen 1:27) si applica mirabilmente sempre più in ciascuno di noi quando cerchiamo la santificazione/consacrazione.
CONSACRARE IL CORPO
“Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; questo è il vostro culto spirituale”. (Rom 12:1)
  Nel significato di questa parola “consacrarsi”, la radice latina è sempre “sacer”, “sacro” che abbiamo già trovato a proposito della parola “sacerdote”; ma mentre  in “sacerdote” la sacralità era data per volontà di Dio all’uomo, in questo caso possiamo dire che è una intenzione di santità che parte dall’uomo verso Dio; un volergli dedicare se stesso in maniera completa.
Generalmente il desiderio di consacrazione è la risposta dell’uomo al tocco di Dio.Evitiamo gli errori comuni:
molte chiese usano gli stessi termini cristiani, ma spesso i significati tra loro sono molto diversi. Ad esempio in Italia la Chiesa cattolica ha sempre usato i termini “santo” e “consacrato” in modo differente dal nostro: è bene ricordare che “santo” non è uno speciale supercristiano che anche dopo morto va pregato, ma “santo” è l’attributo di ogni credente, come si può facilmente vedere nel Nuovo testamento dall’uso del termine.
 1 Corinzi 6:9
Non v’illudete; né fornicatori, né idolatri, né adùlteri, né effeminati, né sodomiti, 10 né ladri, né avari, né ubriachi, né oltraggiatori, né rapinatori erediteranno il regno di Dio. 11 E tali eravate alcuni di voi; ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e mediante lo Spirito del nostro Dio.
Il “consacrato/santificato”  non è una persona speciale che ha fatto dei voti speciali come quello di non sposarsi, di ubbidienza ad una gerarchia, che riveste una tonaca particolare, che magari vive ritirato su un eremo di montagna, assolutamente no!
La persona consacrata vive una vita come tutti gli altri
(gli apostoli erano quasi tutti sposati),
la consacrazione/santificazione”  è una vita secondo gli insegnamenti del Signore, priva del peccato e delle abitudini confuse di un mondo sempre più lontano da Dio.
La consacrazione è una vita offerta e dedicata a Dio ,
una vita impegnata per di Lui, e non più tesa al guadagno di se stessi.
LA CONSACRAZIONE/SANTIFICAZIONE”
E’ L’ OFFERTA DI SÉ STESSO:
Ma una offerta di noi stessi, come deve essere presentata a Dio per esserGli gradita?
Le offerte che facevano gli Israeliti: dovevano essere :
senza difetti,
le migliori offerte possibili
il meglio che avevano.
Quando ci si offre a Dio non ci si deve risparmiare. Del resto non si risparmiò lo stesso Dio, quando offrì il Suo stesso figliolo sulla croce per noi.
Dunque perché la nostra offerta sia gradita a Dio dobbiamo presentarci offrendo il meglio di noi stessi, di ciò che siamo, totalmente, a Dio.
Romani 12 :1 Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; questo è il vostro culto spirituale
E’ in questa offerta che avviene la comunione spirituale.
“Gesù gli rispose: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l’amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui”. (Giov 14:23)
Abbiamo letto nella frase: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola..” Vedete come il ragionamento di Gesù sia semplice e concreto: niente filosofie complicate: “se davvero mi ami, allora metti in pratica quanto io ti ho detto”.
Questo “Se…” significa che non tutti quelli che si presentano a Dio sono bene accetti, ma solo quelli che dimostrano coi fatti di osservare gli insegnamenti cristiani. SOLO ALLORA “..il Padre mio l’amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui”.
Molte persone sono convinte di amare Gesù e di seguire la Sua parola, però non sempre questo corrisponde alla verità.
In questa prima parte ci occupiamo principalmente della consacrazione del corpo: Più volte nella Scrittura il nostro corpo è rappresentato come un tempio in cui riposa la presenza di Dio:
Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete ricevuto da Dio? Quindi non appartenete a voi stessi. (1Corinzi 6:19)
 Se dunque vogliamo consacrare il nostro corpo a Dio allora dobbiamo tenerlo “pulito”, “puro” adatto a ricevere il Signore
 Facciamo degli esempi pratici:   1 Pietro 4:3
1) Abolire gli abusi nel mangiare,
2) Le depravazioni di ogni genere,
3) Abolire le sostanze eccitanti o droghe o alcol,
4) Il parlare sciocco o volgare,
5) Ogni forma di tatuaggio (: Levitico 19:28  1° Re 18:28
( Versione vecchia Diodati traduce : tatuaggi ) erano forme pagane di spiritismo e stregonerie
6) O piercing, ecc. ogni eccesso nelle mode, ecc
7) Ogni forma di trasformazione : chirurgia estetica ecc.
NOTA : se si esegue una chirurgia plastica dopo un incidente
             Il corpo non deve essere cambiato e trasformato
 8) Il mutilamento : Filippesi 3:2,3
Guardatevi da quelli che si fanno mutilare”. Si riferisce ai legalisti, coloro che cercavano di forzare
i cristiani ad osservare la legge di Mosè per la salvezza e la santificazione con la circoncisione, alcuni forzavano la dottrina costringendo i cristiani a mutilarsi per essere salvati , credevano che attraverso la sofferenza del corpo potevano essere accettati da Dio.
In Filippesi 3:2,3 , Paolo parla dei cani , chi sono ?
Filippesi 3:2-3
Guardatevi dai cani” non è il cartello che si mette sul cancello per i postini.
Paolo non si sta riferendo ad animali, in questo versetto. Possiamo capire meglio la cosa guardando
la profezia di Isaia, che metteva in guardia dai falsi profeti dei suoi giorni: Isaia 56:10 “I guardiani
d’Israele sono tutti ciechi, senza intelligenza; sono tutti cani muti, incapaci di abbaiare; sognano,
stanno sdraiati, amano sonnecchiare.”
 Isaia metteva in guardia la gente dai falsi profeti che volevano consolare le persone dicendo loro che
andava tutto bene invece di metterli in guardia dal disastro che stava giungendo. Il regno del Nord
era già stato fatto prigioniero perché i falsi profeti avevano dato loro una falsa sicurezza; Dio stava
mettendo in guardia il regno del Sud dal fare la stessa fine. Chiama i falsi profeti “cani muti”.
Non parlavano dicendo le cose come stavano. I cani sono coloro che non dichiarano il pieno
consiglio di Dio, tutto ciò che Dio vuole farci sapere.
C’è lo stesso grave pericolo oggi. Confortare è la parola del momento, anche nella chiesa.
 Leggi anche 2 Pietro 2:10,a 22 riguardo dei falsi dottori
Leggi anche Matteo 15:21 a 29 , Gesù usa il termine “ cane per determinare la donna cananea come pagana (fuori dalla verità)
Gesù non voleva offendere la donna , ma voleva sensibilizzare la sua fede. Gli Ebrei chiamavano cani i pagani , mentre loro, gli Ebrei  si autodefinivano figli di Dio o figli di Abramo .
   NOTA
 MA IL MUTILARE VA OLTRE
Circoncidere : Peritome ( tagliare intorno : corcon-cidere  )
Mutilare : Katatome , era una pratica usata dai eunuchi , nel VT e poi nel NT Deuteronomio 23:1
 9) il marchio , contrassegno , stimmate : Galati 6:17
La Nuova Riveduta :   traduce :                              il marchio ..
La Riveduta e la vecchia Diodati  :   traducono :   stimmate
Sono indicate erroneamente come  le farite  dei chiodi di Cristo, la Parola ci sta insegnando che il corpo deve essere trattato bene , è il Tempio dello   Spirito Santo , il Signore non ferisce , non violenta e non mette il corpo in sofferenza , le stimmati e come altri segni di sofferenza vengono dal diavolo che violenta e vessa  (Maltrattare, opprimere, tormentare )
Il corpo : ; Marco 5:1 a 15
Un esempio
 Un uomo posseduto interamente nelle sue capacità intellettive , mentali , affettive , volitive ,
Aveva uno spirito di follia , di nudismo di  smarrimento , di morte e di autolesionismo e forza sovrumana
 Luca 8:27, 29 
 27 Quando egli fu sceso a terra, gli venne incontro un uomo della città: era posseduto da demòni e da molto tempo
non indossava vestiti,
non abitava in una casa,
ma stava fra le tombe28 Appena vide Gesù, lanciò un grido, si inginocchiò davanti a lui e disse a gran voce: «Che c’è fra me e te, Gesù, Figlio del Dio Altissimo? Ti prego, non tormentarmi». 29 Gesù, infatti, aveva comandato allo spirito immondo di uscire da quell’uomo, di cui si era impadronito da molto tempo; e, anche quando lo legavano con catene e lo custodivano in ceppi, spezzava i legami, e veniva trascinato via dal demonio nei deserti
 Marco 5:1 a 5
5:1 Giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Geraseni. 2 Appena Gesù fu smontato dalla barca, gli venne subito incontro dai sepolcri un uomo posseduto da uno spirito immondo, 3 il quale aveva nei sepolcri la sua dimora; nessuno poteva più tenerlo legato neppure con una catena. 4 Poiché spesso era stato legato con ceppi e con catene, ma le catene erano state da lui rotte, e i ceppi spezzati, e nessuno aveva la forza di domarlo. 5 Di continuo, notte e giorno, andava tra i sepolcri e su per i monti, urlando e percotendosi con delle pietre
 Le stimmate non sono un segno di Dio ……….
Sappiamo che nella storia delle religioni e fino ai giorni nostri  ci sono state persone : uomini e donne che hanno avuto le stimmate ,altri se le sono procurate …..
Le stimmate o marchio di cui parla Paolo sono le sue sofferenze a causa del Vangelo 
( vedi Matteo 24:9 Atti 5:41 ; 2 Corinzi 1:5 ; 4:10 ; 11:23 ; Filippesi 1:13 )
 Si tratta in sostanza di essere consapevoli che il nostro corpo è stato creato da Dio ed appartiene a Lui e va trattato con rispetto.
 Anche nelle forme estreme di disperazione momentanea (diciamolo a chi è caduto nella depressione grave) non ci è concesso trattare male il nostro corpo pensando ad esempio al suicidio, perché il corpo non ci appartiene, ma in un certo senso ci è stato dato “in concessione” e ne dovremo rendere conto.
 Anche il “mortificare il corpo”
ROMANI 8:13
13 perché se vivete secondo la carne voi morrete; ma se mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, voi vivrete; 14 infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, sono figli di Dio.
 1 Corinzi 9:24
24 Non sapete che coloro i quali corrono nello stadio, corrono tutti, ma uno solo ottiene il premio? Correte in modo da riportarlo. 25 Chiunque fa l’atleta è temperato in ogni cosa; e quelli lo fanno per ricevere una corona corruttibile; ma noi, per una incorruttibile. 26 Io quindi corro così; non in modo incerto; lotto al pugilato, ma non come chi batte l’aria; 27 anzi, tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, perché non avvenga che, dopo aver predicato agli altri, io stesso sia squalificato.
 Va inteso con saggezza: non è bene farsi del male fisicamente solo per provare una sofferenza da “offrire” poi a Dio. Questa distorta pratica, fatta di cilicio, frustate, digiuni devastanti, ecc, era molto usata nel medioevo dai penitenti cattolici, ma è un errore profondo, perché il perdono dei peccato o la salvezza non dipendono affatto dalle opere; ed il corpo, è vero che va disciplinato, tuttavia non va affatto odiato, anzi al contrario va curato con attenzione.
 1 Corinzi 3:16 Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? 17 Se uno guasta il tempio di Dio, Dio guasterà lui; poiché il tempio di Dio è santo; e questo tempio siete voi.
1 Corinzi 6: 19 Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete ricevuto da Dio? Quindi non appartenete a voi stessi. 20 Poiché siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo.
FINE
 

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