TOP

LA SANTA CENA

 

Cena del Signore

        SANTA CENA (PASQUA EBRAICA  )

La Pasqua ebraica e la Cena del Signore

“Il termine italiano «Pasqua» è la traduzione  dell’antica parola ebraica «pèsach» che

significa letteralmente «passare oltre» in ricordo della notte in cui ( DIO ) “ passò oltre” ovvero, oltrepassò le casa degli Israeliti in Egitto contrassegnate dal sangue dell’agnello sacrificato, risparmiando i figli maschi”.

 Esodo 12:12 C’E’ LA PREPARAZIONE PER IL PASSAGGIO DEL MAR ROSSO E LE PRESCRIZIONI PER LA CELEBRAZIONE DELLA PASQUA

 ESODO 14 IL VIAGGIO DI ISRAELE VERSO IL MAR ROSSO CON IL PASSAGGIO

 La pasqua «pèsach» è il passare oltre : dalla schiavitù alla liberazione , è il cammino verso la terra promessa Canaan

   TORNIAMO

                      ISTRUZIONI DELLA PASQUA       

ESODO 12.1 Il SIGNORE parlò a Mosè e ad Aaronne nel paese d’Egitto, dicendo: 2 «Questo mese sarà per voi il primo dei mesi: sarà per voi il primo dei mesi dell’anno. 3 Parlate a tutta la comunità d’Israele e dite: “Il decimo giorno di questo mese, ognuno prenda un agnello per famiglia, un agnello per casa; 4 se la casa è troppo poco numerosa per un agnello, se ne prenda uno in comune con il vicino di casa più prossimo, tenendo conto del numero delle persone. Voi conterete ogni persona secondo quello che può mangiare dell’agnello. 5 Il vostro agnello sia senza difetto, maschio, dell’anno; potrete prendere un agnello o un capretto. 6 Lo serberete fino al quattordicesimo giorno di questo mese, e tutta la comunità d’Israele, riunita, lo sacrificherà al tramonto. 7 Poi si prenda del sangue d’agnello e lo si metta sui due stipiti e sull’architrave della porta delle case dove lo si mangerà. 8 Se ne mangi la carne in quella notte; la si mangi arrostita al fuoco, con pane azzimo e con erbe amare. 9 Non mangiatelo poco cotto o lessato nell’acqua, ma sia arrostito al fuoco con la testa, le gambe e le interiora. 10 Non lasciatene avanzo alcuno fino alla mattina. Quello che sarà rimasto fino alla mattina, bruciatelo con il fuoco. 11 Mangiatelo in questa maniera: con i vostri fianchi cinti, con i vostri calzari ai piedi e con il vostro bastone in mano; e mangiatelo in fretta: è la Pasqua del SIGNORE.

12 Quella notte io passerò per il paese d’Egitto, colpirò ogni primogenito nel paese d’Egitto, tanto degli uomini quanto degli animali, e farò giustizia di tutti gli dèi d’Egitto. Io sono il SIGNORE. 13 Il sangue vi servirà di segno sulle case dove sarete; quand’io vedrò il sangue, passerò oltre, e non vi sarà piaga su di voi per distruggervi, quando colpirò il paese d’Egitto.

 il Signore insegnò al Suo popolo che doveva cominciare un’era nuova con Lui.  Si doveva uccidere l’agnello, spruzzare col sangue  gli stipiti delle porte e consumare il pasto con un atteggiamento di marcia V.11.

La Pasqua doveva celebrarsi la sera del

quattordicesimo giorno del primo mese (Nisan)

dalla metà di marzo alla metà di aprile.

Il concetto di liberazione

Quando Dio stabilì la celebrazione della Pasqua disse:

 Quando io vedrò il sangue passerò, e non vi sarà piaga su voi per distruggervi, quando percoterò il paese d’Egitto”.(Esodo. 12:13).

 LA CELEBRAZIONE DELLA PASQUA EBRAICA NEL NUOVO TESTAMENTO ERA UNA RICORDANZA DI CIO’ CHE DIO AVEVA FATTO DIO NEI RIGUARDI DEGLI EBREI

   LA CERIMONIA CONSISTEVA IN QUATTRO COPPE

 1- la coppa di Benedizione(con la quale inizia la cerimonia)

 2- la coppa delle Piaghe ( dieci piaghe d’Egitto)

 3- la coppa della Redenzione(sangue salvifico dell’agnello

     per gli ebrei)

 4- la coppa della Lode (Salmi 114 Ricordo della    

                                       liberazione dalla schiavitù

– e 118, parla della bontà di Dio

cantati a conclusione della cerimonia)

ECCO COME DI SOLITO SI SVOLGEVA IL PASTO PASQUALE NELLO SPECIFICO

1° Coppa : all’inizio una benedizione ed una preghiera erano dalla  prima coppa di vino e un piatto di erbe amare

2° Coppa :  veniva quindi recitata la storia dell’istituzione della Pasqua , poi veniva cantato il Salmo 113 e si beveva la seconda coppa

3° Coppa : dopo la preghiera di ringraziamento si mangiava l’agnello arrostito ( facendo attenzione a non spezzare nessun osso ) e pane azzimo e erbe amare dopo un’altra preghiera si beveva la terza coppa di vino .

4° Coppa : Si cantavano i Salmi 114 Ricordo della liberazione dalla schiavitù

 e il Salmo  118 inno alla bontà di Dio e si beveva la quarta coppa

CONCLUSIONE DELLA CERIMONIA

Mentre nelle famiglie Ebree si stava consumando la Pasqua,come istituzione , Gesù mentre la stava celebrando con i discepoli,introdusse dei cambiamenti alla festa della Pasqua, che la sua morte avrebbe reso necessari. Questi cambiamenti sono in realtà un adempimento della legge , vale a dire il passaggio dall’antico al nuovo patto. La Pasqua ebraica non aveva più motivo di continuare perché tutto l’insieme dei tipi e delle cerimonie che prefiguravano il sacrificio di Cristo era stato ormai adempiuto e quindi abolito. Gesù, servendosi di due elementi naturali, quale il pane e il vino, istituì la Santa Cena abolendo la Pasqua ebraica.

Matteo 26:26-28: “Mentre mangiavano, Gesù prese del pane e, dopo aver detto la benedizione, lo ruppe e lo diede ai suoi discepoli dicendo: “Prendete, mangiate, questo è il mio corpo”. Poi, preso un calice e rese grazie, lo diede loro, dicendo: “Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue, il sangue del patto, il quale è sparso per molti per il perdono dei peccati”.

Dio ha stabilito e scelto di preservare la speciale relazione tra Sé e il Suo popolo con il Patto, con la Sua parola di promessa e con il sangue sparso. Il Nuovo Patto adempie l’antico, perché il Nuovo Testamento completa la Parola di Dio agli uomini. La liberazione ad opera di Cristo è completa. Le istituzioni dell’Antico Patto non avevano la forza di liberare veramente gli uomini dal peccato e quindi di consentire loro l’accesso alla presenza di Dio.

L’epistola agli Ebrei spiega che Cristo fu allo stesso tempo sacrificio e sacrificatore, offerta ed offerente. Gli antichi sacrifici, però, dovevano essere ripetuti perché erano solo l’ombra

(Ebrei 9:6 a14),

 6 Questa dunque è la disposizione dei locali. I sacerdoti entrano bensì continuamente nel primo tabernacolo per compiervi gli atti del culto; 7 ma nel secondo, non entra che il sommo sacerdote una sola volta all’anno, non senza sangue, che egli offre per se stesso e per i peccati del popolo. 8 Lo Spirito Santo voleva con questo significare che la via al santuario non era ancora manifestata finché restava ancora in piedi il primo tabernacolo. 9 Questo è una figura per il tempo presente. I doni e i sacrifici offerti secondo quel sistema non possono, quanto alla coscienza, rendere perfetto colui che offre il culto, 10 perché si tratta solo di cibi, di bevande e di varie abluzioni, insomma, di regole carnali imposte fino al tempo di una loro riforma.

11 Ma venuto Cristo, sommo sacerdote dei beni futuri, egli, attraverso un tabernacolo più grande e più perfetto, non fatto da mano d’uomo, cioè, non di questa creazione, 12 è entrato una volta per sempre nel luogo santissimo, non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue. Così ci ha acquistato una redenzione eterna. 13 Infatti, se il sangue di capri, di tori e la cenere di una giovenca sparsa su quelli che sono contaminati, li santificano, in modo da procurare la purezza della carne, 14 quanto più il sangue di Cristo, che mediante lo Spirito eterno offrì se stesso puro di ogni colpa a Dio, purificherà la nostra coscienza dalle opere morte per servire il Dio vivente!

 

Ebrei 10:1 La legge, infatti, possiede solo un’ombra dei beni futuri, non la realtà stessa delle cose. Perciò con quei sacrifici, che sono offerti continuamente, anno dopo anno, essa non può rendere perfetti coloro che si avvicinano a Dio. 2 Altrimenti non si sarebbe forse cessato di offrirli, se coloro che rendono il culto, una volta purificati, avessero sentito la loro coscienza sgravata dai peccati? 3 Invece in quei sacrifici viene rinnovato ogni anno il ricordo dei peccati; 4 perché è impossibile che il sangue di tori e di capri tolga i peccati.

                           IL SACRIFICIO DI GESU’ FU

l’unico con valore

 fu perfetto e completo

espiatorio e irripetibile

CHE COSA NON È LA SANTA CENA

Non è la ripetizione del Sacrificio di Cristo: Esso è stato fatto una volta per sempre Ebrei 10:10: “In virtù di questa volontà noi siamo stati santificati, mediante l’offerta del corpo di Gesù Cristo fatta una volta per sempre”.

Il sacrificio di Cristo non deve essere ripetuto come accadeva al Sommo Sacerdote che entrava una volta l’anno nel luogo Santissimo Ebrei 9:24-26: “Infatti Cristo non è entrato in un luogo santissimo fatto da mano d’uomo, figura del vero; ma nel cielo stesso, per comparire ora alla presenza di Dio per noi; non per offrire sé stesso più volte, come il sommo sacerdote, che entra ogni anno nel luogo santissimo con sangue non suo. In questo caso, egli avrebbe dovuto soffrire più volte dalla creazione del mondo; ma ora, una volta sola, alla fine dei secoli, è stato manifestato per annullare il peccato con il suo sacrificio”.

Cosa significano le parole di Gesù “ecco il mio corpo”?
Le parole di Gesù Cristo: “questo è il mio corpo…questo il mio sangue” sono state motivo di controversia attraverso i secoli nella cristianità. Sono state formulate diverse teorie sulla presenza di Gesù negli elementi della Santa Cena.

 

La teoria della Transustanziazione. Questa teoria è dogma della Chiesa Cattolica Romana, ma è accettata anche dalle Chiese Ortodosse e da altre chiese simili. Questa dottrina insegna che il pane diventa il corpo di Cristo e il vino diventa il sangue di Cristo , questa teoria si basa su

Giov 6:48a 63

48 Io sono il pane della vita. 49 I vostri padri mangiarono la manna nel deserto e morirono. 50 Questo è il pane che discende dal cielo, affinché uno ne mangi e non muoia. 51 Io sono il pane vivente che è disceso dal cielo; se uno mangia di questo pane vivrà in eterno; or il pane che darò è la mia carne, che darò per la vita del mondo». 52 Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro, dicendo: «Come può costui darci da mangiare la sua carne?». 53 Perciò Gesù disse loro: «In verità, in verità vi dico che se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete la vita in voi. 54 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, ha vita eterna, e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. 55 Poiché la mia carne è veramente cibo e il mio sangue è veramente bevanda. 56 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, dimora in me ed io in lui. 57 Come il Padre vivente mi ha mandato ed io vivo a motivo del Padre, così chi si ciba di me vivrà anch’egli a motivo di me. 58 Questo è il pane che è disceso dal cielo; non è come la manna che mangiarono i vostri padri e morirono; chi si ciba di questo pane vivrà in eterno». 59 Queste cose disse nella sinagoga, insegnando a Capernaum.

60 Udito questo, molti dei suoi discepoli dissero: «Questo parlare è duro, chi lo può capire?». 61 Ma Gesù, conoscendo in se stesso che i suoi discepoli mormoravano di questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? 62 Che sarebbe dunque se doveste vedere il Figlio dell’uomo salire dove era prima? 63 È lo Spirito che vivifica; la carne non giova a nulla; le parole che vi dico sono spirito e vita

Quindi sono parole spirituali e non letterali , il pane e il vino sono simboli e non cambiano sostanza 

La Santa Cena, impartisce realmente delle meravigliose benedizioni a coloro che partecipano con la giusta attitudine spirituale. Se il pane e il vino sono simboli del corpo e del sangue di Cristo, il fatto di mangiare il pane e di bere il vino diventa un atto simbolico significante la partecipazione ai benefici dell’espiazione di Cristo, partecipazione ottenuta attraverso la comunione stabilita tra il salvato e il Salvatore.

Il pane della Santa Cena è l’immagine del corpo di Cristo sostentamento dell’esistenza spirituale.

Il vino è un’immagine del sangue, che è la vita.

Il pane e il vino simbolizzano la pienezza della vita che Cristo comunica ai suoi discepoli.

CHE COSA È LA SANTA CENA?

Il nostro Signore Gesù Cristo, alla vigilia della sua crocifissione, dopo aver lavato i piedi ai suoi discepoli, istituì la Santa Cena, conosciuto anche con i nomi di “comunione”, “mensa del Signore”,

 “eucaristia” (che significa: “azione di grazie”).

Luca 22.19 originale greco

UNA COMMEMORAZIONE Luca 22:17-20: 17 E, preso un calice, rese grazie e disse: «Prendete questo e distribuitelo fra di voi; 18 perché io vi dico che ormai non berrò più del frutto della vigna, finché sia venuto il regno di Dio».

19 Poi prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me». 20 Allo stesso modo, dopo aver cenato, diede loro il calice dicendo: «Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue, che è versato per voi. “.
UN GESTO DI COMUNIONE CON CRISTO E CON LA CHIESA 

 1Corinzi 10:14-17

14 Perciò, miei cari, fuggite l’idolatria.

15 Io parlo come a persone intelligenti; giudicate voi su quel che dico. 16 Il calice della benedizione, che noi benediciamo, non è forse la comunione con il sangue di Cristo? Il pane che noi rompiamo, non è forse la comunione con il corpo di Cristo? 17 Siccome vi è un unico pane, noi, che siamo molti, siamo un corpo unico, perché partecipiamo tutti a quell’unico pane.

È IL PIÙ ALTO MOMENTO DI COMUNIONE CON CRISTO E CON LA CHIESA : È UN MOMENTO SOLENNE!

La Chiesa è un corpo e in quanto tale deve essere connesso in modo perfetto.

Efesi 4:11 È lui che ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e dottori, 12 per il perfezionamento dei santi in vista dell’opera del ministero e dell’edificazione del corpo di Cristo, 13 fino a che tutti giungiamo all’unità della fede e della piena conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomini fatti, all’altezza della statura perfetta di Cristo; 14 affinché non siamo più come bambini sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina per la frode degli uomini, per l’astuzia loro nelle arti seduttrici dell’errore; 15 ma, seguendo la verità nell’amore, cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo. 16 Da lui tutto il corpo ben collegato e ben connesso mediante l’aiuto fornito da tutte le giunture, trae il proprio sviluppo nella misura del vigore di ogni singola parte, per edificare se stesso nell’amore.

La Santa Cena ci ricorda che ogni fratello deve avere comunione ( comunicare ,condividere ) con il corpo di Cristo. È importante considerare che “tutti” ne mangiarono e “tutti ne bevvero”

Marco 14:22-26: 22 Mentre mangiavano, Gesù prese del pane; detta la benedizione, lo spezzò, lo diede loro e disse: «Prendete, questo è il mio corpo».

23 Poi, preso un calice e rese grazie, lo diede loro, e tutti ne bevvero. 24 Poi Gesù disse: «Questo è il mio sangue, il sangue del patto, che è sparso per molti. 25 In verità vi dico che non berrò più del frutto della vigna fino al giorno che lo berrò nuovo nel regno di Dio».

26 Dopo che ebbero cantato l’inno, uscirono per andare al monte degli Ulivi.

RICORDARE CHE GESÙ TORNA 

1Corinzi 11:26: “Poiché ogni volta che voi mangiate questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore, finch’egli venga”.

La Santa Cena è un annuncio alla preparazione per un grande avvenimento, quello che realizza le speranze più profonde di ogni figlio di Dio: il ritorno di Gesù Cristo.

La Santa Cena, dunque, ha anche un carattere escatologico ( la fine del mondo )  e di Parusia ( ritorno di Cristo ) è il segno col quale il Signore ha lasciato ai discepoli la promessa più consolante Matteo 26:29: “Io vi dico che d’ora in poi non berrò più di questo frutto della vigna, fino al giorno che lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio”.

 

E l’apostolo Paolo dice, in 1Corinzi 11:26: “Poiché ogni volta che voi mangiate questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore, finch’egli venga”.
Ecco dunque le tre cose chiaramente ricordate, realizzate e annunciate nell’istituzione della Santa Cena :
– In relazione al passato  ci mostra il riscatto della Chiesa operato dal sacrificio espiatorio di Gesù Cristo, sulla croce del Calvario;
– In relazione al presente  è intima comunione con Cristo e la Comunità.
– In relazione al futuro  è l’ annuncio della felicità eterna della Chiesa, al ritorno di Gesù Cristo.

 CELEBRIAMO LA CENA DEL SIGNORE O SANTA CENA, SOTTO LE DUE

SPECIE DEL PANE E DEL VINO, RAMMEMORANDO COSÌ LA MORTE DEL

SIGNORE ED ANNUNZIANDONE IL RITORNO, AMMINISTRATA A

CHIUNQUE SIA STATO BATTEZZATO SECONDO LE REGOLE

DELL’EVANGELO : PER IMMERSIONE NEL NOME DEL PADRE , DEL FIGLIO E DELLO SPIRITO SANTO ;

E VIVE UNA VITA DEGNA E SANTA DAVANTI A DIO

E ALLA SOCIETÀ (I CORINZI 11:13, 26, 29).

                           PER QUESTO MOTIVO E’ SCRITTO IN

 

1Corinzi 5:7 Purificatevi del vecchio lievito, per essere una nuova pasta, come già siete senza lievito. Poiché anche la nostra Pasqua, cioè Cristo, è stata immolata.

La celebrazione della Santa cena prese vita nella chiesa primitiva come il centro dell’amore che si sacrifica Agapè o Agapao :

 Atti 2:42 Ed erano perseveranti nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nella comunione fraterna, nel rompere il pane e nelle preghiere.

Atti 20:7 Il primo giorno della settimana, essendosi i discepoli radunati per rompere il pane, Paolo, dovendo partire il giorno seguente, conversava con loro, e protrasse il discorso fino a mezzanotte.

        Paolo mise ordine riguardo alla Santa Cena

 1Corinzi 11:19 È necessario infatti che vi siano anche delle fazioni tra voi, affinché siano manifestati tra voi quelli che sono approvati.

1Corinzi 11:20 Quando dunque vi riunite insieme, quello che fate non è mangiare la cena del Signore,

1Corinzi 11:21 perché nel mangiare ciascuno prende prima la propria cena; e uno ha fame e l’altro è ubriaco.

1Corinzi 11:22 Ora non avete delle case per mangiare e bere? O disprezzate la chiesa di Dio e fate vergognare quelli che non hanno nulla? Che vi dirò? Vi loderò? In questo non vi lodo.

1Corinzi 11:23 Poiché io ho ricevuto dal Signore ciò che vi ho anche trasmesso: che il Signore Gesù, nella notte in cui fu tradito, prese del pane

1Corinzi 11:24 e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Prendete, mangiate; questo è il mio corpo che è spezzato per voi; fate questo in memoria di me».

1Corinzi 11:25 Parimenti, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue; fate questo ogni volta che ne bevete in memoria di me».

1Corinzi 11:26 Poiché ogni volta che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore, finché egli venga.

1Corinzi 11:27 Perciò chiunque mangia di questo pane o beve del calice del Signore indegnamente, sarà colpevole del corpo e del sangue del Signore.

1Corinzi 11:28 Ora ognuno esamini se stesso, e così mangi del pane e beva del calice,

1Corinzi 11:29 poiché chi ne mangia e beve indegnamente, mangia e beve un giudizio contro se stesso, non discernendo il corpo del Signore.

1Corinzi 11:30 Per questa ragione fra voi vi sono molti infermi e malati, e molti muoiono.

1Corinzi 11:31 Perché se esaminassimo noi stessi, non saremmo giudicati.

1Corinzi 11:32 Ma quando siamo giudicati, siamo corretti dal Signore, affinché non siamo condannati col mondo.

1Corinzi 11:33 Pertanto, fratelli miei, riunendovi per mangiare, aspettatevi gli uni gli altri.

1Corinzi 11:34 E se qualcuno ha fame, mangi a casa, affinché non vi riuniate per attirarvi un giudizio. Or quanto alle altre cose le sistemerò quando verrò.

 QUESTE RIUNIONI ERANO CHIAMATE : BANCHETTI E AGAPE ( molti si avvicinavano indegnamente )

Giuda 12 Essi sono delle macchie nelle vostre agapi quando banchettano con voi senza ritegno, pascendo se stessi; nuvole senza acqua, portate qua e là dai venti; alberi d’autunno senza frutti, due volte morti, sradicati;

PARLA DI FALSI FRATELLI

 In questo studio considereremo gli insegnamenti dell’Apostolo Paolo trovate nella sua prima epistola ai Corinzi.

Paolo alla chiesa di Corinto parla dei mezzi della  grazia

L’ordine sperimentale di questi mezzi di Grazia sarebbe il seguente: 

  1. La Bibbia– mezzo fondamentale

  2. La Fede– viene dalla Parola di Dio

  3. La Preghiera– espressione della Fede

  4. Battesimo per Immersione– confessione pubblica della Fede

  5. La Santa Cena– nutrimento della Fede

  6. Il Ministerio– conoscenza della Fede

  7. I Carismi– conferma e corona della Fede

Chi sono quelli che non possono accostarsi alla Cena del Signore? Questa è una domanda veramente importante! Chi possono venire? Non tutti certamente! per esempio:  

  1. I non salvati– questi non possono accostarsi alla Santa Cena

  2. I bambini– è solo per gli adulti

  3. I non battezzati– quelli che non sono stati ancora immersi nelle acque battesimali per immersione,battezzati nel nome del Padre,del Figlio e dello spirito Santo

  4. Gli sviati, i viziati, i fratelli infedeli coloro che non camminano in santità davanti a Dio alle chiesa e alla società essi sono tutti esclusi!

Questi ultimi debbono ravvedersi, confessare il proprio peccato, ritornare al Signore, promettere cambiamento di vita e di condotta, e poi “mangiare del Pane e bere il Calice”. Consideriamo le parole dell’Apostolo Paolo.  

1. L‘ESEMPIO DELLA CHIESA

La Chiesa dei Corinzi, in una città corrotta ed immorale! Ecco una Chiesa Apostolica: salvata, battezzata, suggellata, formata, arricchita con doni. Ma come era questa Chiesa? Che carattere aveva? Qual era il suo stato spirituale? Pessimo, a dire il vero! Questa Chiesa era: 

                leggiamo in 1 Corinzi

Lacerata dalle contese e divisioni (1:11-13; 11:18) – 

                                  “ci son fra voi delle divisioni…”

Gonfiata dall’orgoglio (8:1-3) – “la conoscenza gonfia…”

Abbruttita dall’egoismo (11:21,22) – “l’uno ha fame…”

Assopita dall’intemperanza (11:21) – “l’altro è ubriaco…”

Macchiata dall’immoralità (5:1) – “v’è fra voi   

                                                                     fornicazione…”

Tarlata dall’irriverenza (11:17) – “io non vi lodo…”

Paralizzata dall’indifferenza – dopo tutto ciò   

                                                non si ravvedevano

Ecco il cattivo carattere e condotta di questa Chiesa! Aveva molto, ma mancava l’essenziale.  

  1. aveva Conoscenza,ma non Amore

  2. aveva i Doni dello Spirito,ma non il Frutto

  3. aveva la Salvezza,ma non la Santificazione

2. GLI ELEMENTI DELLA SUA CONDANNA

Tale condotta viene condannata dall’Apostolo, da Dio e persino dal mondo. Notate le due parole: “colpa” e “castigo” ossia “indegnamente” e “giudizio”.  

La colpa 1 Corinzi 11:27 a 29 27 Perciò, chiunque mangerà il pane o berrà dal calice del Signore indegnamente, sarà colpevole verso il corpo e il sangue del Signore. 28 Ora ciascuno esamini se stesso, e così mangi del pane e beva dal calice; 29 poiché chi mangia e beve, mangia e beve un giudizio contro se stesso, se non discerne il corpo del Signore.

                     Parentesi  : la colpa si divide in due parti

1) Il dolo eventuale sussiste quando l’evento ( in questo caso il giudizio di Dio ) è preso in considerazione solo come eventualità, ( probabilità ) Il soggetto,cioè, accetta il rischio che l’evento ( il giudizio ) si verifichi.

Cioè : il credente che sa di non stare a posto davanti a Dio, ma ugualmente si presenta davanti alla Santa Cena considera l’eventualità del rischio ( il giudizio ) a questo punto ha due possibilità

1) ritornare al suo posto ( senza essere giudicato )

2) celebrando la Santa Cena e quindi accettare il rischio che si verifica : il giudizio di Dio

2) la colpa cosciente la forma più grave

La colpa cosciente ricorre quando il soggetto prevede che la sua condotta possa causare  l’evento dannoso, è consapevole ( cosciente ) del danno che reca e riceve ( in questo caso il giudizio di Dio ) ma agisce ugualmente con la convinzione di poterlo evitare.

 E’ il credente che è cosciente che non sta a posto davanti a Dio e che si attira il giudizio di Dio, e in piena coscienza e nella consapevolezza di tutto ciò si avvina alla tavola e celebra la Santa Cena

 E’ per questo motivo che l’Apostolo Paolo dice di esaminarci 1 Corinzi 11:28

INDEGNO ( NON IDONEO )   DEGNO ( IDONEO )

 “Chi mangia e beve indegnamente…”. C’è un modo “degno” ed un modo “indegno” nel partecipare alla Santa Cena. Qui, la referenza è l’ATTO della PERSONA.

Siamo tutti “indegni”; ma per la croce e attraverso l’opera dello Spirito Santo nella Nuova Nascita  possiamo partecipare “degnamente”.

Efesini 2:8-9

8 Voi infatti siete stati salvati per grazia, mediante la fede, e ciò non viene da voi, è il dono di Dio, 9 non per opere, perché nessuno si glori.

 Eravamo tutti “peccatori”, ma ora lavati e santificati”.

1 Corinzi 6:9 Non sapete che gl’ingiusti non erediteranno il regno di Dio?Non v’illudete; né fornicatori, né idolatri, né adùlteri, né effeminati, né sodomiti, 10 né ladri, né avari, né ubriachi, né oltraggiatori, né rapinatori erediteranno il regno di Dio. 11 E tali eravate alcuni di voi; ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e mediante lo Spirito del nostro Dio.

Questo ci rende degni ( idonei ) di accostarci alla tavola della Santa Cena

Questa “indegnità” di cui parla l’Apostolo Paolo consiste nel “non discernere il Corpo del Signore” cioè non avere fatto l’esperienza della Nuova Nascita attraverso :

 LA PAROLA , IL SANGUE DI GESU’ E LO SPIRITO SANTO

Qualunque cosa che ci impedisce di riconoscere negli elementi il “Corpo” ed il “Sangue” di Cristo, ci rende indegni ( non idonei ) di parteciparvi.

Il pane e il vino sono più che “elementi”, sono “simboli”. Quando prendiamo il “Pane” dobbiamo riflettere sul “CORPO” di Cristo crocifisso per noi!

Quando prendiamo il “Calice” del vino dobbiamo riflettere sul “SANGUE” di Cristo sparso per noi.

Nella Santa Cena dobbiamo ricordarci e annunciare

      il SACRIFICIO di Gesù 

      il RITORNO di Gesù

      la Santa Cena ci parla :

      DELL’AMORE di Dio e di Gesù : l’amore che si  Sacrifica

      DELL’UNIONE DELLA CHIESA : fratellanza

      Della PUREZZA di Gesù

      Della PERFEZIONE di Gesù

Ma purtroppo, i Cristiani di Corinzi non facevano questo: venivano alla Tavola del Signore con sette legami  infernali! : leggerezza, spensieratezza, ignoranza, mondanità, vizio, rancori, orgoglio:

 Il castigo – (1 Corinzi 11:27-30). Questo è veramente solenne! Ma non dobbiamo spaventarci. Il “castigo” o “disciplina” del Signore è per il nostro bene.

1 Corinzi 11:27 Perciò, chiunque mangerà il pane o berrà dal calice del Signore indegnamente, sarà colpevole verso il corpo e il sangue del Signore. 28 Ora ciascuno esamini se stesso, e così mangi del pane e beva dal calice; 29 poiché chi mangia e beve, mangia e beve un giudizio contro se stesso, se non discerne il corpo del Signore.30 Per questo motivo molti fra voi sono infermi e malati, e parecchi muoiono

 Notate : il castigo era graduale:

INFERMI 

MALATI

MORTI.  

La forma iniziale della disciplina:era “infermità” o debolezza – Mali generali e leggeri.

La forma del castigo:era la “malattia”

La forma letale “era la morte”. La possibilità di morire prima del tempo, come Anania e Saffira.

La CAUSA è sempre il PECCATO. Il CASTIGATORE è sempre DIO (Ebrei 12:6). Lo SCOPO del castigamento è sempre BUONO, per la nostra salvezza e santificazione. 

3. ECCO IL RIMEDIO! L’ESAME DI COSCIENZA

1 Corinzi 11:28,31,32

 “Or provi l’uomo se stesso… se esaminassimo noi stessi non saremo giudicati. Ora, essendo giudicati, siamo dal Signore corretti, acciocché non siamo condannati col mondo”.

Il credente è giudicato tre volte: 

  • Lo era come PECCATORE – alla Croce!

  • Lo è come SERVITORE

  • Al Tribunale di Cristo! 2 Corinzi 5:10 Noi tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, affinché ciascuno riceva la retribuzione di ciò che ha fatto quando era nel corpo, sia in bene sia in male.

  • Come FIGLIO – alla Tavola del Signore!

Quindi alla Tavola del Signore  dobbiamo “giudicare” noi stessi, senza pietà e compromessi.

Esaminare vuol dire “provare”, mettere alla prova; “investigare”, come sottoporre un metallo alla prova d’acido.

 Dobbiamo esaminare noi stessi alla luce della  

  • Della Parola di Dio

  • Dello Spirito Santo in noi.

  • Della propria coscienza,

 Non ci troveremo “perfetti”; vi sarà sempre qualcosa da confessare ed eliminare, ma esaminiamo noi stessi; solo facendo in questo modo  

  • non saremo condannati con il mondo,

  • non saremo castigati da Dio,

  • non saremo privati della benedizione  della Santa Cena

Per concludere: “SE NELLA SANTA CENA MANGI IL PANE E BEVI IL CALICE INDEGNAMENTE, NON SOTTOVALUTARE IL CASTIGO DEL SIGNORE”  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Comments are closed.