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I DONI MINISTERIALI ( A cura del Past.Orazio Alessandro Motta )





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              I DONI MINISTERIALI

                       INTRODUZIONE   

 Parlare dei ministeri del Signore secondo l’epistola di Paolo agli Efesini capitolo 4:11, e dei doni o carismi dello Spirito Santo secondo l’epistola ai 1Corinzi 12:1-11 è un tema che interessa la chiesa. Riguarda essa perché attraverso i doni che la chiesa manifesta parte della potenza di Dio, e realizza così una forte spinta alla sua espansione!

Oggi quasi tutte le denominazioni pentecostali ammettono che oltre ai Pastori agli Evangelisti e ai Diaconi esistano altri ministri con caratteristiche diverse da quelli degli Anziani che curano il gregge di Dio.

Vorrei subito affermare che e rischioso accostarsi a questo tema con superficialità; è molto importante piuttosto conoscere il funzionamento di questi doni ed applicarli nella chiesa secondo la guida dello Spirito Santo e la costituzione del Signor Gesù, e non solo perché semplicemente la chiesa deve averli di routine, come un’etichetta posticcia applicata ai cristiani! Questo porterebbe solo ad avere una forma – struttura, (anche se bene organizzati), ma non ad essere un organismo qual è il corpo di Cristo cioè la chiesa.

Spero di potervi comunicare con l’aiuto dello Spirito Santo ciò che ho compreso dalla Scrittura riguardo ai ministeri e ai doni nella chiesa oggi. Come ai tempi degli Apostoli questi sono indispensabili per l’opera di Cristo, o meglio com’è scritto in Efesini 4:12-15: “per il perfezionamento dei santi in vista dell’opera del ministero e dell’edificazione del corpo di Cristo, fino a che tutti giungiamo all’unità della fede e della piena conoscenza del Figlio di Dio, allo stato d’uomini fatti, all’altezza della statura perfetta di Cristo; affinché non siamo più come bambini sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina per la frode degli uomini, per l’astuzia loro nelle arti seduttrici dell’errore; ma, seguendo la verità nell’amore, cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo”.

Nel dare inizio a questo studio voglio premettere che nella Bibbia ci sono molti più doni differenti tra loro, di quelli che vediamo superficialmente, ad esempio il dott. C. Peter Wagner nel suo libro “I vostri doni spirituali possono far crescere la vostra chiesa”* ne definisce ventisette. In questo manoscritto mi limiterò a parlare solo dei nove doni elencati nella 1° Epistola ai Corinzi capitolo 12, e dei cinque ministeri che il Signore ha dato alla chiesa, elencati nella lettera agli Efesini al capitolo 4:7-16; 1 Corinzi 12:28; Romani 12:4-8.   Vedremo anche che i doni di ministero d’Efesini sono ben diversi dai doni spirituali descritti nella lettera ai Corinzi. L’intenzione di questo libro oltre a quella di esaminare bene quale sia la funzione e l’importanza di ogni singolo dono è di togliere la confusione che c’è nei credenti poco informati, in modo tale che chiunque è alla ricerca di queste ricchezze che Dio ha elargito alla sua chiesa sappia: Chi li dona, A chi sono stadi donati, Lo scopo dei doni.

Per primo vorrei illustrare i ministeri del Signore, 1Corinzi 12:5: “Vi è diversità di ministeri, ma non v’è che un medesimo Signore”, e poi proseguire con i carismi dello Spirito Santo. 1Corinzi 12:4: “Ora vi è diversità di carismi, ma vi è un medesimo Spirito”.

                                   CAPITOLO 1

EFESINI 4:8-16.

 

 Per questo è detto: «Salito in alto, egli ha portato con sé dei prigionieri e ha fatto dei doni agli uomini». Ora, questo «è salito» che cosa vuol dire se non che egli era anche disceso nelle parti più basse della terra? Colui che è disceso, è lo stesso che è salito al di sopra di tutti i cieli, affinché riempisse ogni cosa. È lui che ha dato alcuni come APOSTOLI, altri come PROFETI, altri come EVANGELISTI, altri come PASTORI e DOTTORI, per il perfezionamento dei santi in vista dell’opera del ministero e dell’edificazione del corpo di Cristo, fino a che tutti giungiamo all’unità della fede e della piena conoscenza del Figlio di Dio, allo stato d’uomini fatti, all’altezza della statura perfetta di Cristo; affinché non siamo più come bambini sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina per la frode degli uomini, per l’astuzia loro nelle arti seduttrici dell’errore; ma, seguendo la verità nell’amore, cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo. Da lui tutto il corpo ben collegato e ben connesso mediante l’aiuto fornito da tutte le giunture, trae il proprio sviluppo nella misura del vigore di ogni singola parte, per edificare sé stesso nell’amore.

La parola “dono” al versetto otto, nell’originale greco e (dòmata) e significa un dono generico. Inizierò a parlare del ministero dell’apostolo, non lo faccio per assegnare un ordine spirituale ma solo cronologico nel  seguire la lista di Efesini. Per quanto concerne l’ordine spirituale credo che in questo caso ci sia pura collegialità pur rispettando le diversità e l’autorità data dal Signore e Salvatore Gesù Cristo, poiché ogni ministero ha una sua peculiarità per l’edificazione del corpo di Cristo, e addirittura credo che due pastori siano differenti tra loro quasi  in tutto. Sono uguali solo nel loro compito, cioè pascere il gregge di Dio.

1Corinzi 1:27-29 dice: “ma Dio ha scelto le cose pazze del mondo per svergognare i sapienti; Dio ha scelto le cose deboli del mondo per svergognare le forti; Dio ha scelto le cose ignobili del mondo e le cose disprezzate, anzi le cose che non sono, per ridurre al niente le cose che sono, perché nessuno si vanti di fronte a Dio”.

Come abbiamo detto nella pagina precedente, il ministero lo da il Signore Gesù. 

Come avviene questo? Alcuni pensano che avvenga con una chiamata profetica, ma non c’è nessuna prova biblica di questo. Il passo usato e quello di Atti 13:2-3; Mentre celebravano il culto del Signore e digiunavano, lo Spirito Santo disse: «Mettetemi da parte Barnaba e Saulo per l’opera alla quale li ho chiamati». Allora, dopo aver digiunato, pregato e imposto loro le mani, li lasciarono partire. Notate, in questo contesto non li ha chiamati a svolgere un ministerio, ma una conferma a un’opera diversa dagl’altri apostoli, Atti 9:10-16 “Or a Damasco c’era un discepolo di nome Anania; e il Signore gli disse in visione: «Anania!» Egli rispose: «Eccomi, Signore». E il Signore a lui: «àlzati, va’ nella strada chiamata Diritta, e cerca in casa di Giuda uno di Tarso chiamato Saulo; poiché ecco, egli è in preghiera, e ha visto in visione un uomo, chiamato Anania, entrare e imporgli le mani perché ricuperi la vista». Ma Anania rispose: «Signore, ho sentito dire da molti di quest’uomo quanto male abbia fatto ai tuoi santi in Gerusalemme. E qui ha ricevuto autorità dai capi dei sacerdoti per incatenare tutti coloro che invocano il tuo nome». Ma il Signore gli disse: «Va’, perché egli è uno strumento che ho scelto per portare il mio nome davanti ai popoli, ai re, e ai figli d’Israele; perché io gli mostrerò quanto debba soffrire per il mio nome».

Galati 1:1 “Paolo, apostolo non da parte di uomini né per mezzo di un uomo, ma per mezzo di Gesù Cristo e di Dio Padre che lo ha risuscitato dai morti”.

Notate che l’apostolo Paolo afferma che non è stato chiamato ne dagl’uomini ne per mezzo di uomini ma da Cristo Gesù stesso.

Quando è successo?

 Proprio quando ha incontrato Gesù sulla via di Damasco. D’altronde anche i dodici sono stati chiamati da Gesù. Noè,  Abrahamo, Isacco Giacobbe, Giuseppe, Gedeone, Mosè, ecc.. furono chiamati da Dio in persona. Personalmente ho assistito a tante cosiddette chiamate profetiche è posso dire che qualche volta ci si indovina, ma molti di quelli chiamati per mezzo di una profezia non sentivano la chiamata o almeno non  al quel ministerio specifico, mentre altri non hanno mai risposto a questa chiamata e altri addirittura che hanno accettato la chiamata  hanno rovinato chiese e la loro vita stessa. Di quelli che non sentono quel tipo di chiamata si dice che sono orgogliosi perché non accettano quello che vuole Dio, di quelli che non rispondono si dice che non vogliono fare la volontà di Dio, e di quelli che rovinano se stessi e la loro comunità si dice che si sono sviati. Queste sono tutte scuse per non dire che il profeta che li ha chiamati ha “vaneggiato”.

Altri pensano che la chiamata avvenga mediante l’istruzione biblica, ma non è cosi, si può essere anche teologi ma non appartenere a nessuno dei cinque ministeri. Ovviamente la preparazione biblica è fondamentale come anche una conferma profetica o apostolica ma la chiamata al ministero viene direttamente dal Signore al momento della conversione (anche se a volte si scopre più avanti), ma dalla chiamata all’esercizio del ministero c’è d’attendere, come è scritto in 1Timoteo 3:6: che non sia convertito di recente, affinché non diventi presuntuoso e cada nella condanna inflitta al diavolo. Perché dobbiamo attendere? Perché una volta consapevoli della chiamata ci dobbiamo preparare affinché possiamo essere degli operai degni di questa vocazione; Gesù disse in Matteo 9:37-38: “Allora disse ai suoi discepoli: «La mèsse è grande, ma pochi sono gli operai. Pregate dunque il Signore della mèsse che mandi degli operai nella sua mèsse»”. Notate che Gesù non disse di pregare che Dio mandasse degli apprendisti ma degli operai, perché l’operaio è una persona specializzata, uno che conosce il suo mestiere, un professionista. Per cui è importante che i ministri più anziani formino i discepoli per farli diventare operai in modo che il Signore possa mandarli a lavorare per la sua messe.

Vorrei precisare che io credo al ministerio profetico e lo accetto, soltanto che esso si deve limitare ai suoi ambiti come dice la Scrittura e non prendere il posto di Dio dando ministeri a chi gli è simpatico o a chi pensa che l’abbia, aspettiamo che sia il Signore personalmente a fare questo quando e a chi vuole Lui. Quando il Signore dà un ministero o un dono sia i ministri più anziani che la chiesa matura riconoscono il dono e lo accettano perché esso contribuirà all’edificazione del corpo di Cristo. Se poi vogliamo una regola per entrare nel ministero, l’Apostolo Paolo in 1Timoteo capitolo 3 ce la fornisce: “Certa è quest’affermazione: se uno aspira all’incarico di vescovo, desidera un’attività lodevole. Bisogna dunque che il vescovo sia irreprensibile, marito di una sola moglie, sobrio, prudente, dignitoso, ospitale, capace di insegnare, ect”.

Dato che anche questa è  Scrittura, affermo che sia un modello da seguire, ed anche se l’esempio è per il vescovo, credo che valga anche per gli altri quattro ministeri citati.

                                 Apostoli

La parola Apostolo dal greco (apostòlous) significa inviato, mandato, quindi indica una persona che è mandata in un posto; in questo contesto biblico-teologico, significa mandato da Gesù Cristo il Signore per fondare chiese!

Per cui la peculiarità di questo dono è il fondare chiese ovunque il Signore lo mandi ed avrà successo perché questa è la sua funzione. Notate: questo dono non è uncarisma” ma un dòma. Vorrei attirare la vostra attenzione nel versetto 11 del nostro testo: È lui che ha dato alcuni come Apostoli, altri come Profeti. Osservate bene, Lui cioè il Signore ha dato alcuni come apostoli, non il dono di apostoli, ma gli apostoli cioè sta affermando che Dio ha fatto doni di uomini e li ha dati alla chiesa: non è meraviglioso? Comprendete la differenza? Mentre i carismi sono doni sopranaturali che lo Spirito Santo deposita nei credenti come vuole. 1Corinzi 12:11: “ma tutte queste cose le opera quell’unico e medesimo Spirito, distribuendo i doni a ciascuno in particolare come vuole”. In questa circostanza i doni sono gli uomini, ecco perché: “ha dato alcuni come apostoli e altri come profeti, etc”.

A questo punto del nostro studio è importante affermare che gli apostoli di cui stiamo parlando sono gli apostoli generici cioè apostoli delle chiese, come li chiamava il Dott. Giovanni Luzzi nel suo commentario esegetico stampato dalla Claudiana reprind.* Di questi apostoli fanno parte Barnaba, (Atti 14:14), Paolo, (Romani 1:1), Andronico e Giunia, (Romani 16:7), Giacomo il fratello del Signore, (Galati 1:19), Timoteo, (1Tessalonicesi 1:1 e 2:6). E tanti ancora ci sono stati nel tempo, e ci sono ancora oggi. Mentre i dodici apostoli chiamati anche apostoli dell’agnello Apocalisse 21:14: “Le mura della città avevano dodici fondamenti, e su quelli stavano i dodici nomi di dodici apostoli dell’Agnello”, sono testimoni oculari del Cristo, della sua morte e della Sua risurrezione, inoltre giudicheranno le dodici tribù d’Israele. Matteo 19:28: “E Gesù disse loro: «Io vi dico in verità che nella nuova creazione, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, anche voi, che mi avete seguito, sarete seduti su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele”. Per questa ragione essi  hanno un posto unico nella storia della cristianità. Come abbiamo visto non sono gli unici apostoli, ecco perché oggi più che mai la chiesa deve saper riconoscere questo ministero o dono e incoraggiarlo. Personalmente credo che ancora oggi ci siano degli apostoli, e la prova che questo ministero esiste ancora oggi è il fatto che la chiesa esiste ancora e come tale ha bisogno di: perfezionamento, opera del ministero, edificazione, giungere all’unità della fede e alla piena conoscenza del figlio di Dio, giungere allo stato di uomini fatti e all’altezza della statura perfetta di Cristo, a non essere sballottati e portati qua e là come bambini da strane dottrine ed eresie, per seguire la verità nell’amore, per crescere in ogni cosa verso Cristo che è il capo della chiesa. (Efesini 4:12). Quest’osservazione vale anche per gli altri ministeri elencati nel capitolo.

                                     CAPITOLO 2

Profeti

 

In questo capitolo parleremo del ministero del profeta, da non confondersi con il dono o carisma di profezia. Il dono è dato dallo Spirito Santo (1Corinzi 12:10b), e lo discuteremo nei successivi  capitoli, mentre il ministerio è dato dal Signor Gesù Cristo (Efesini 4:11b). La domanda che sorge spontanea è: i profeti del Nuovo Testamento sono come quelli dell’Antico Testamento? A mio parere no! Nel senso che il ministero Profetico del nuovo patto è diverso da quello del vecchio patto, infatti la dimensione della chiesa non ha nessun riferimento ad Israele, non come figura ma come potenza soprannaturale di Dio. Difatti il popolo d’Israele non era battezzato nello Spirito Santo perché lo Spirito del Signore non era ancora sulla terra, ma quando Dio doveva parlare al suo popolo allora investiva un Isaia o un Geremia con il Suo Spirito ed essi parlavano da parte del Signore dopodiché lo Spirito si ritirava. (1Samuele 10:10; 11:6; 19:23; 2Cronache 15:1; 2Cronache 24:20). Ma dalla Pentecoste in poi lo Spirito Santo è stato mandato dal Padre nel nome di Gesù per tutta l’era della chiesa fino al suo rapimento e credo che sia proprio lo Spirito Santo a consegnarci a Cristo. Il valore delle profezie dell’Antico Testamento erano di carattere “canonico” ed esse sono diventate come dice l’Apostolo Pietro:  la parola profetica più salda: farete bene a prestarle attenzione, come a una lampada splendente in luogo oscuro, fino a quando spunti il giorno e la stella mattutina sorga nei vostri cuori. Sappiate prima di tutto questo: che nessuna profezia della Scrittura proviene da un’interpretazione personale; infatti nessuna profezia non venne mai dalla volontà dell’uomo, ma degli uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo. (2Pietro 1:19-21). In pratica penso che con Giovanni Battista abbia avuto fine quel tipo di dimensione profetica per l’appunto Messianica ed escatologica di base. Il profeta del Nuovo Testamento invece parla un linguaggio di predizione, edificazione, esortazione e consolazione, (1Corinzi 14:3; Atti 21:10-11), e sempre questo deve essere esaminato. Da1Tessalonicesi 5:20-21: “Non disprezzate le profezie; ma esaminate ogni cosa e ritenete il bene”; 1Corinzi 14:29: “Anche i profeti parlino in due o tre e gli altri giudichino”; in pratica quello che voglio dire è che il tipo di Profeta neotestamentario non è di origine “canonica”, insomma non si può scrivere quello che egli stesso pronuncia come proveniente da Dio e farlo  diventare “Scrittura”, ma deve essere la Scrittura a confermare se la parola data è conforme al “canone”.

Esempi di Profeti nel nuovo testamento. Atti 15:22: “Allora parve bene agli apostoli e agli anziani con tutta la chiesa, di scegliere tra di loro alcuni uomini da mandare ad Antiochia con Paolo e Barnaba: Giuda, detto Barsabba, e Sila, uomini autorevoli tra i fratelli”. Atti 15:27: “Vi abbiamo dunque inviato Giuda e Sila; anch’essi vi riferiranno a voce le medesime cose”. Atti 15:32: Giuda e Sila, anch’essi profeti, con molte parole li esortarono e li fortificarono”. Atti 11:28: “E uno di loro, di nome Agabo, alzatosi, predisse mediante lo Spirito che ci sarebbe stata una gran carestia su tutta la terra; la si ebbe infatti durante l’impero di Claudio”. Atti 21:10-11: “Eravamo là da molti giorni, quando scese dalla Giudea un profeta, di nome Agabo. Egli venne da noi e, presa la cintura di Paolo, si legò i piedi e le mani e disse: «Questo dice lo Spirito Santo: “A Gerusalemme i Giudei legheranno così l’uomo a cui questa cintura appartiene, e lo consegneranno nelle mani dei pagani”». Notate che l’autorità è la stessa ma la dicitura cambia, dell’Antico Testamento si diceva cosi dice l’Eterno o il Signore, nel Nuovo Testamento invece cosi dice lo Spirito Santo. Per questa ragione preferisco chiamare i profeti dell’Antico Testamento “i profeti dell’Eterno Iddio”, mentre quelli del Nuovo Patto “i profeti del Signor Gesù Cristo”. L’autore della lettera agli Ebrei ci dice: “Dio, dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, mediante il quale ha pure creato l’universo”. (Ebrei 1:1-2). Il Figlio che è la Parola per eccellenza e che  ha compiuto tutte le profezie messianiche nella sua persona ed opera; ora nell’età della grazia ha costituito Profeti che edifichino e rafforzino la fede dei credenti, infatti l’Apostolo Paolo scrive in Efesini 2:20-21: “Siete stati edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo Cristo Gesù stesso la pietra angolare, sulla quale l’edificio intero, ben collegato insieme, si va innalzando per essere un tempio santo nel Signore”. Efesini 3:5: “Nelle altre epoche non fu concesso ai figli degli uomini di conoscere questo mistero, così come ora, per mezzo dello Spirito, è stato rivelato ai santi apostoli e profeti di lui”, in questi passi della scrittura molto rivelatori non si sta parlando dei Profeti dell’antico patto ma di quelli del Nuovo Patto, e notate bene dice apostoli e profeti e non profeti e apostoli come cita l’Apostolo Pietro parlando dei profeti dell’Antico Testamento. 2Pietro 3:2: “perché vi ricordiate le parole già dette dai santi profeti, e il comandamento del Signore e Salvatore trasmessovi dai vostri apostoli”. Per concludere questo capitolo sui profeti possiamo dire con certezza che anche nella chiesa cosi come ci sono stati in Israele ci sono i profeti, con compiti diversi e dimensioni spirituali diversi ma pur profeti del Signore e degni di essere chiamati tali, non solo nella chiesa del passato ma anche in quella presente anzi oggi più che mai abbiamo bisogno di Profeti che ci edifichino, esortino, consolino e ci fortifichino nel Signore.

Per ricordare date un’occhiata al grafico qui di sotto.

I MINISTERI

 

 

Chi li dona

 

Il Signore Gesù Cristo

 

A chi sono stadi donati.

 

Alla Chiesa

 

Lo scopo dei ministeri

Perfezionamento dei santi

edificazione del corpo di Cristo etc

 

 

                   Efesini capitolo 4: 11-16;

                           CAPITOLO 3

 Evangelisti

Il compito dell’evangelista è quello di occuparsi principalmente dei non credenti, la sua unzione sta nel fatto che la sua predicazione convince e persuade: persone singole, gruppi di persone, e intere comunità ad accettare il Signore e Salvatore Gesù Cristo.

Oltre a Gesù l’evangelista per eccellenza, nella Bibbia troviamo questo ministerio in Atti 21:8: “Ripartiti il giorno dopo, giungemmo a Cesarea; ed entrati in casa di Filippo l’evangelista, che era uno dei sette, restammo da lui”. Vedete Filippo era uno dei sette “diaconi” eletti all’inizio della chiesa, sicuramente è stato fedele al suo primo incarico e Dio lo ha formato per essere un dono alla chiesa ed ha fatto di lui un evangelista potente. Infatti come possiamo vedere sempre in Atti 8:5-8: “Filippo, disceso nella città di Samaria, vi predicò il Cristo. E le folle unanimi prestavano attenzione alle cose dette da Filippo, ascoltandolo e osservando i miracoli che faceva. Infatti gli spiriti immondi uscivano da molti indemoniati, mandando alte grida; e molti paralitici e zoppi erano guariti. E vi fu grande gioia in quella città”. Tutto questo non è meraviglioso? Vedete non c’è stata nessuna chiamata profetica che indicasse che Dio lo chiamava a fare l’evangelista ma era evidente dai frutti del suo ministero; in poche parole, come disse Gesù, l’albero si riconosce dai frutti: (Matteo 12:33b). Non parlo dei frutti dello spirito, ma dei frutti del ministero, poiché ogni dono fa dei frutti che portano gloria ed onore a Dio. Un altro passo sull’ evangelista lo troviamo in 2Timoteo 4:5: “Ma tu sii vigilante in ogni cosa, sopporta le sofferenze, svolgi il compito di Evangelista, adempi fedelmente il tuo servizio”. (Parleremo di Timoteo nel capitolo successivo dove tratteremo il ministerio del pastore, giacché in questo caso come in altri casi si ha un duplice ministerio). Certamente il compito dell’evangelista non è solo quello della predicazione fuori della chiesa, ma credo che anche in seno alla chiesa egli abbia il ruolo di promuovere e tutelare una coscienza evangelistica, tra i membri della comunità, coordinare evangelizzazioni con altri membri ed evangelisti nella propria città, guidare i neoconvertiti fino al battesimo e cosi via.

                                 CAPITOLO 4

                                 Pastori

 Quello del pastore è il ministerio più conosciuto nel senso che tutti i conduttori di chiesa vengono chiamati pastori anche se a volte il loro specifico ministerio non è quello di pastore ma di dottore o insegnante, o quello di profeta, o quello di apostolo ecc.. 

Il termine Pastore deriva dal greco “poimên”:  i compiti di un pastore del gregge erano: guardare i nemici che cercano di attaccare le pecore, difendere le pecore da assalitori, guarire le pecore ferite e malate, trovare e salvare le pecore perdute o intrappolate, amarle, condividere le loro vite e così guadagnare la loro fiducia.

La parola pastore nel Nuovo Testamento si trova quindici volte ma per definire il ministero nella chiesa solo una volta in Efesini 4:11b; in tutti gli altri casi è  usata per Gesù o per le parabole. C’è una spiegazione a questo, infatti il pastore nel Nuovo Testamento viene chiamato anche anziano e vescovo. Alcuni sostengono che siano ministeri o uffici diversi ma per l‘apostolo Paolo non sembra essere così, anche per lo Spirito Santo sembra essere uguale. Controlliamo i seguenti passi: da Tito 1:5-9: “Per questa ragione ti ho lasciato a Creta: perché tu metta ordine nelle cose che rimangono da fare, e costituisca degli anziani in ogni città, secondo le mie istruzioni, quando si trovi chi sia irreprensibile, marito di una sola moglie, che abbia figli fedeli, che non siano accusati di dissolutezza né insubordinati. Infatti bisogna che il vescovo sia irreprensibile, come amministratore di Dio; non arrogante, non iracondo, non dedito al vino, non violento, non avido di guadagno disonesto, ma ospitale, amante del bene, assennato, giusto, santo, temperante, attaccato alla parola sicura, così come è stata insegnata, per essere in grado di esortare secondo la sana dottrina e di convincere quelli che contraddicono”. Notate che in questo passo l’apostolo Paolo sta parlando degl’anziani, poi continuando a parlare di loro li chiama vescovi; è dunque abbastanza ovvio che per l’apostolo siano la stessa cosa. Un altro passo si trova in Atti 20:17-18; Atti 20:28: “Da Mileto mandò a Efeso a chiamare gli anziani della chiesa. Quando giunsero da lui, disse loro: ecc..”

“Badate a voi stessi e a tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti vescovi, per pascere la chiesa di Dio, che egli ha acquistata con il proprio sangue”. Ma a chi chiama vescovi? Notate: gli anziani. Vescovo deriva dal termine greco “episkopeô” che significa: guardare, ispezionare, sorvegliare, badare, curare. “Anziano” deriva dal greco presbiteros” che sta per: 1) il più vecchio di due persone, avanzato di età, un anziano, un senior, un antenato. 2) In un termine di grado o ufficio fra gli ebrei. 3) Uno dei membri del grande consiglio o sinedrio, i giudici, ecc., che erano selezionati dagli uomini anziani. 4) Uno di quelli che in diverse città amministravano gli affari pubblici e la giustizia. 5) Fra i cristiani, chi presiedeva alle assemblee (o chiese). Il Nuovo Testamento usa i termini vescovo, anziano e presbite come intercambiabile fra loro ma non come sinonimi, infatti “anziano” designa la maturità del ministero mentre “vescovo” indica il compito cioè sorvegliante, ed esso ha a che fare con le pecore come d’altronde il pastore. E’ importante notare che nel Nuovo Testamento si parla spesso di anziani e non di pastori. Insomma come si può vedere nella Scrittura non c’è nessuna differenza tra pastori, anziani e vescovi, ma tutti loro hanno il compito di pascere il gregge di Dio cioè la chiesa. Pascere la chiesa di Dio significa prendersi cura guidandola, ammaestrandola, insomma ministrando la parola e la volontà di Dio, fino a che tutti giungiamo all’unità della fede e della piena conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomini fatti, all’altezza della statura perfetta di Cristo

                                    CAPITOLO 5

                                 Dottori

Il dottore o insegnante deriva dal greco “didaskalos”. Questo ministerio ha il compito di insegnare la sana dottrina, e spiegare la Bibbia. Ma il suo compito non si esaurisce qui, infatti credo che questo ministerio sia analogo al ruolo di un portinaio. Marco 13:34: “È come un uomo che si è messo in viaggio, dopo aver lasciato la sua casa, dandone la responsabilità ai suoi servi, a ciascuno il proprio compito, e comandando al portinaio di vegliare”. Giovanni 10:3: “A lui (Gesù il buon Pastore) apre il portinaio, e le pecore ascoltano la sua voce, ed egli chiama le proprie pecore per nome e le conduce fuori”. Notate che il portinaio veglia e non fa entrare nessuno che non sia il buon pastore, cioè credo che il dottore vegli affinché nessuna dottrina eretica possa entrare nella chiesa e nello stesso tempo permette che tutto ciò che è da Dio possa edificare la chiesa. Nell’Antico Testamento troviamo i portinai che sorvegliano le camere e i tesori della casa di Dio. Leggiamo queste scritture: 1Cronache 9:26-27: “Poiché i quattro capi portinai, Leviti, erano sempre in servizio, e avevano anche la sorveglianza delle camere e dei tesori della casa di Dio, e passavano la notte intorno alla casa di Dio, perché avevano l’incarico di custodirla, e a loro spettava d’aprirla tutte le mattine”. 2Cronache 23:19: “Collocò i portinai alle porte della casa del SIGNORE, affinché nessuno vi entrasse che fosse impuro per qualsiasi ragione”. Tipologicamente vi vedo il ministerio del dottore che serve nella casa di Dio cioè la chiesa avendo cura che nessuno impuro cioè eretico entri nella chiesa e la contamini con falsi discorsi. Inoltre questo ministerio ha la capacità di custodire la sana dottrina, studiare e ricercare sempre cose nuove nella Bibbia affinché il corpo di Cristo sia edificato ed istruito nella fede. In Matteo 13:52 leggiamo: “Allora disse loro: «Per questo, ogni scriba (dottore) che diventa un discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa il quale tira fuori dal suo tesoro cose nuove e cose vecchie»”. Credo che qui Gesù si riferisce al dottore che dal tesoro, cioè la Scrittura, tira fuori rivelazioni ancora celate sia al Nuovo che all’Antico testamento. Inoltre c’è da dire che la sua capacità d’insegnare non viene dall’avere studiato, ma dall’essere il dono di Dio, cioè la sua capacità è soprannaturale poiché è il dono di Dio. Qualcuno potrebbe dire “ma allora deve insegnare solo il dottore”? No! Diciamo che tutti i ministeri insegnano o sono atti ad insegnare, (1Timoteo 3:2),  ma il dottore è uno specialista in questo.
Concludendo questa parte dello studio possiamo affermare che i ministeri sono tutti indispensabili per un’armoniosa crescita spirituale e numerica della chiesa.

Definizione dei ministeri del Signore:

 

 

APOSTOLO

 

COLUI CHE E’ INVIATO A FONDARE CHIESE

 

PROFETA

 

COLUI CHE PROFERISCE PAROLE DI EDIFICAZIONE, ESORTAZIONE, CONSOLAZIONE E PREDIZIONE

 

EVANGELISTA

 

COLUI CHE PORTA LA BUONA NOTIZIA AI NON CREDENTI CON SUCCESSO

 

PASTORE

 

COLUI CHE SI PRENDE CURA DEL GREGGE  CIOE’ LA CHIESA LOCALE

 

DOTTORE

 

COLUI CHE INSEGNA LA SCRITTURA E VEGLIA SULLA DOTTRINA

                                  CAPITOLO 6

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