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IL VERO ATTEGGIAMENTO NELLA PREGHIERA .

LUCA 18
Veniamo al capitolo 18 dove abbiamo due altre bellissime parabole, entrambi sulla preghiera.
Dopo le parabole Gesù benedice i piccoli bambini, confronta il giovane ricco con 5 dei 10
comandamenti, annuncia ancora la Sua imminente morte, guarisce un cieco all’entrata di Gerico.
Prima di iniziare questo capitolo, voglio dire una parola sul Signore Gesù. Io credo che Egli fosse
Dio manifestato in carne. Io credo anche che Egli non fosse meno di Dio perché era uomo e
viceversa cioè meno uomo perché era Dio. Egli era un uomo perfetto; un vero uomo.
Francamente, se tu fossi stato lì in quei tempi, ti sarebbe piaciuta la sua compagnia. Sarebbe stato un
vero privilegio essere in Sua compagnia e sentirlo ridere. Non mi piace nessuna immagine dipinta
che vedo di lui; gli artisti non lo dipingono mai mentre Egli ride, e io penso che Egli abbia riso molte
volte. Gesù era talmente umano! Nella Sua presenza tu avresti avuto il periodo migliore della tua
vita. Conoscete delle persone, io ne sono sicuro, alle quali state insieme volentieri.
Io conosco vari predicatori in compagnia dei quali gioisco in modo particolare.
Loro accendono il mio spirito e le mie forze mentali, e anche raccontano le barzellette più buffe che
io abbia mai sentito. Io penso che Gesù era bravo in questo.
Arriviamo a un fatto che penso abbia fatto sorridere tante persone.
Propose loro ancora questa parabola per mostrare che dovevano pregare sempre e non stancarsi:
Luca 18:1
Egli concludeva il cap. 17 con un discorso sugli ultimi giorni e il fatto che Egli sarebbe tornato di
nuovo. Lui paragonava gli ultimi giorni con i giorni di Noè, che sarebbero stati giorni difficili –
giorni che non avrebbero condotto alla fede. Ora Lui parla loro di una vita di fede in giorni che sono
privi di fede. E’ questa la ragione perché è così pertinente per i nostri tempi. Stiamo vivendo giorni,
come Egli ha indicato, in cui i cuori degli uomini vengono meno dalla paura.
Ciò che abbiamo in questa prima parabola è un paragrafo pertinente alla preghiera in questa ora
presente. Nota che Egli dice che aveva dato una parabola per questo scopo; cioè perché gli uomini
pregassero sempre, invece di perdersi d’animo.
Egli apre due alternative a ogni persona che vive giorni difficili. Tu ed io dobbiamo fare una di
queste due cose. Devi decidere quale fare. Le persone, nei giorni difficili, o si perdono d’animo o
pregano; ci sono o giorni di paura o giorni di fede.
Durante la 2a Guerra Mondiale, quando i bombardamenti erano molto intensi sulla città di Londra,
apparve un cartello davanti a una delle chiese di Londra dove c’era scritto: “Se le tue ginocchia
tremano, inginocchiati su di esse”. Questo è praticamente ciò che Gesù ha detto: ”Le persone
dovrebbero sempre pregare, e non perdersi d’animo.” E’ lo stesso pensiero che Paolo esprime in
modo un po’ diverso in 1°Tessalonicesi 5:17 :”Non smettete di pregare”.
Questo non vuol dire che devi andare a un incontro di preghiera che dura tutto il giorno o tutta la
notte. La preghiera è un modo di vivere. E’ più un atteggiamento della vita che una azione delle
labbra. Ricorda che Paolo dice ai Romani 8:26 “… lo Spirito intercede egli stesso per noi con
sospiri ineffabili” Cioè, non possiamo tradurlo in parole. E molte volte noi non abbiamo le parole
giuste per pregare, ma non di meno stiamo pregando. Ed è l’intera vita che sta dietro le parole che
vengono dette che fanno efficace una preghiera.
C’era un predicatore famoso, tanti anni fa negli Stati Uniti, che aveva tante espressioni fuori del
comune. Una di queste era: “Se uno prega per il raccolto del granoturco, Dio si aspetta che dica
Amen con una zappa.” Non puoi semplicemente restare sulle tue ginocchia tutto il tempo e pregare
per il raccolto. Questo è una pia stupidaggine. Ma pregare per il raccolto, poi andare al lavoro, è ciò
che il nostro Signore sta dicendo di fare nei giorni in cui uno si sta perdendo d’animo. “Si dovrebbe
sempre pregare, e non perdersi d’animo.”
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Passiamo alla parabola del giudice ingiusto
Quando Egli raccontava questa storia del giudice ingiusto e della vedova, probabilmente parlava di
qualcosa di ben conosciuto agli ascoltatori di quei tempi.
Loro sapevano esattamente di cosa Egli parlasse. La storia è così:
“In una certa città vi era un giudice, che non temeva Dio e non aveva rispetto per nessuno; e in
quella città vi era una vedova, la quale andava da lui e diceva: “Rendimi giustizia sul mio
avversario”.
Luca 18:2-3
Ora, in quella città c’era un giudice che era senza Dio. Era un politico senza scrupoli, intrigante,
freddo e calcolatore. Tutto ciò che faceva, lo faceva per sè stesso, come vedremo. Da tutto ciò che
faceva doveva trarre il proprio vantaggio, e soddisfare le sue ambizioni. Non temeva Dio. Non c’era
posto per Dio nei pensieri di quest’uomo. E siccome non temeva Dio, se ne fregava degli uomini.
Non aveva rispetto neanche per questa vedova, proprio per niente.
La vedova era stata buttata fuori dalla sua casa. Il riscatto le sarebbe stato precluso, e lei veniva
trattata ingiustamente. Andò da questo giudice famoso, prese posto nel suo ufficio, e chiese alla
segretaria di poter parlare col giudice. La segretaria le disse: ‘Lui è molto indaffarato. Se vuole dire a
me il motivo della sua lamentela…’
Così la vedova le racconta: “Sono una povera vedova. Vivo qui, in periferia della città, e sto per
perdere questa casa. Non è giusto, voglio fare appello al giudice.” La segretaria va nell’ufficio del
giudice e dice : ‘C’è una vedova li fuori…’ ”Va bene, mi sbarazzo di lei in tre secondi. Io sono un
politico, so come trattarla. Falla venire dentro.” Lei entra. Lui l’ascolta per tre minuti. Poi lui dice:
“Mi dispiace, ma questo è fuori dai miei compiti. Vorrei tanto poter fare qualcosa per te, ma non
posso farci niente. Buon giorno.” Il giorno seguente quando lui entra in ufficio, c’è ancora la vedova.
Lui va di fretta nel suo ufficio, chiama la segretaria e le chiede: Cosa fa la vedova di nuovo qui? “Lei
dice che vuole vederti.” “Va a dirle che ho da fare fino a pranzo.” “Questo gliel’ho già detto. Ma lei
si è portata dietro il pranzo al sacco. Dice che rimane finche è necessario.”
La vedova sta li tutto il giorno senza nemmeno vedere il giudice. Lui pensa di essersi liberato di lei,
ma la mattina seguente quando arriva, lei è ancora lì! Fa questo per parecchi giorni, e finalmente lui
dice: “Devo fare qualcosa per questo. Così non può andare avanti.”
Notiamo ora cosa pensa tra sé il giudice leggendo i versetti 4 e 5:
Egli per qualche tempo non volle farlo; ma poi disse fra sé: “Benché io non tema Dio e non abbia
rispetto per nessuno, pure, poiché questa vedova continua a importunarmi, le renderò giustizia,
perché, venendo a insistere, non finisca per rompermi la testa”.
Luca 18:4-5
Vedi, lui pensa ancora a se stesso. Anche se non ci viene detto che la vedova lo avesse minacciato!
Ma il semplice fatto che la vedova stesse seduta nell’ufficio del giudice ogni giorno non andava
bene. Lui era entrato in ufficio, dicendo: “Sto pensando alla povera gente.” ma non lo faceva – stava
pensando solo a se stesso. “Prima che lei mi rompa la testa la ricevo”. Alla sua segretaria dice: “Falla
accomodare. Questa volta dice alla vedova: “Ti darò protezione legale”.
E’ questa la parabola.
Il Signore disse: “Ascoltate quel che dice il giudice ingiusto. Dio non renderà dunque giustizia ai
suoi eletti che giorno e notte gridano a lui? Tarderà nei loro confronti?
Luca 18:6,7
Ho sentito molti insegnanti della Bibbia dire che questa parabola insegna il valore della preghiera
insistente. Anche se non mi piace contraddire le persone che forse ne sanno più di me, questo non è
così. Questa non è una parabola sull’insistenza della preghiera – come se Dio ti sentisse solo se
insisti abbastanza a lungo. Questa è una parabola di contrasto, non di paragone.
Le parabole erano racconti fatti dal Signore per illustrare delle verità. La parola ‘parabola’ viene da
due parole greche. PARA significa ‘accanto’ e BALLO è un verbo che significa ‘buttare’. Una
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parabola significa qualcosa che viene buttato accanto a qualcos’altro per dirci qualcosa al riguardo.
Per esempio, un metro posto accanto a un tavolo è una parabola per il tavolo – dice quanto è alto il
tavolo. Una parabola è una storia raccontata dal Signore per illustrare delle verità divine. Ci sono due
modi in cui Egli può farlo. Uno è quello del paragone. Ma l’altro è quello del contrasto.
Gesù sta dicendo ‘Quando vieni a Dio in preghiera, tu pensi che Dio sia un giudice ingiusto? Quando
vieni a Lui in preghiera, tu pensi che Egli sia un politico di poco valore? Tu pensi che Dio faccia
qualcosa solamente per motivi politici?’ Amico mio, se tu pensi questo, stai sbagliando. Dio non è un giudice ingiusto.
Se questo giudice ingiusto ha ascoltato una povera vedova perché lei continuava ad andare da lui,
allora perché tu ti scoraggi ad andare a Dio che non è un giudice ingiusto, ma che davvero VUOLE
ascoltare ed esaudire le nostre preghiere? Perché i credenti oggi sono così scoraggiato nella loro vita
di preghiera? Non sai, amico mio, che Egli non è un giudice ingiusto? Non devi attaccarti al suo
mantello e supplicarlo.
Dio VUOLE agire nei tuoi confronti! Se solo avessimo questo atteggiamento, questo cambierebbe la
nostra vita di preghiera – verremmo alla Sua presenza consapevoli che Egli vuole ascoltarci.
Noi agiamo come se Lui fosse un giudice ingiusto, e che dobbiamo insistere perché altrimenti non ci
ascolta per niente. Amico mio, Dio non è un giudice ingiusto.
Parabola del Fariseo e del pubblicano
Ora Gesù da un altra parabola sulla preghiera.
Disse ancora questa parabola per certuni che erano persuasi di essere giusti e disprezzavano gli
altri: “Due uomini salirono al tempio per pregare; uno era fariseo, e l’altro pubblicano.
Luca 18:9-10
Questa è una parabola che ci è familiare. Oh, con quale satira tagliente e ironica Gesù la dava!
Ma Egli non lo fa per ferirli; Egli lo fa per aiutarli. Egli dice che due uomini andavano al tempio per
pregare – un Fariseo e un pubblicano. Non ci sono due più diversi l’uno dall’altro di questi.
Il Fariseo era all’apice delle guide spirituali. Il pubblicano era in fondo. Non c’erano pubblicani e
peccatori, ma peccatori e in fondo i pubblicani. Ed il Fariseo stava su in altro, considerato più gradito
a Dio. Lui va nel tempio per pregare, lui ha accesso al tempio, lui porta il sacrificio.
Mentre stava pregando, il suo sacerdote stava nel Luogo Santo, mettendo incenso sull’altare. Questo
Fariseo ce l’aveva fatta.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così dentro di sé: “O Dio, ti ringrazio che io non sono come gli
altri uomini, … Io digiuno due volte la settimana; pago la decima su tutto quello che possiedo”.
Luca 18:11-12
Non è un modo terribile per iniziare una preghiera? Ed è il modo in cui lo fanno tanti di noi.
Tu dici: “Io non faccio quello.” Si, che lo fai. Io sento preghiere come questa. Oh, non diciamo
esattamente così. Siamo fondamentalisti – abbiamo imparato a dirlo meglio ancora.
Abbiamo la nostra maniera per esprimerlo. ‘Signore, io ti ringrazio che posso darti il mio tempo ed il
mio servizio.’ Quante volte lo sento! Che complimento per il nostro Signore!
Amico, non arriviamo da nessuna parte con la nostra preghiera, se preghiamo così. Dio non ha
bisogno del nostro servizio.
Il Fariseo dice: “O Dio, ti ringrazio che io non sono come gli altri uomini”; poi inizia a elencare ciò
che lui non è. “io non sono un ladro” – evidentemente ce n’era uno in giro. “io non sono ingiusto”.
“Io non sono un adultero” E poi vide quel pubblicano e disse ‘E, credimi Signore, non mi va quel
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pubblicano. “Io non sono peccatore come quello lì.” Poi comincia a raccontare al Signore ciò che ha
fatto lui: davvero un ragazzo meraviglioso!
Gesù dice che “lui pregava dentro di se”. In altre parole, stava facendo un soliloquio.
E così questo Fariseo sta parlando tra se e se – lui pensa di parlare a Dio, ma la sua preghiera non è
mai andato oltre il soffitto. Tutto ciò che faceva era parlarsi; si diede una pacca sulla spalla, ed uscì
fiero come un pavone. Dio non ha potuto compiacersi di quella preghiera.
Il pubblicano – oh, lui era un furfante. Lui era un peccatore; era giù in basso, in basso. Lui aveva
tradito la sua nazione, diventando un esattore di tasse per conto dei Romani. Rinnegando la sua
nazione, come Giudeo aveva anche rinnegato la sua religione.
Lui ha girato le spalle a Dio e preso una via a senso unico, per non tornare mai più a Dio.
Perché ha fatto questo? Gli rendeva bene. Lui diceva: “Ci sono dei soldi su questa strada.” Diventava
ricco come pubblicano. Ma questo non riusciva a soddisfare il suo cuore.
Leggi la storia di Levi; o leggi la storia di Zaccheo in Luca 19 – il cuore dei pubblicani era vuoto.
Questo povero pubblicano nella sua miseria e disperazione, sapendo di non avere diritti per entrare
alla presenza di Dio, gridava a Lui.
Ma il pubblicano se ne stava a distanza e non osava neppure alzare gli occhi al cielo; ma si batteva
il petto, dicendo: “O Dio, abbi pietà di me, peccatore!”
Luca 18:13
“Dio, abbi pietà di me, peccatore!” non è un’espressione adeguata. Te la do nel linguaggio che lui ha
usato. Lui non ha alzato gli occhi verso il cielo, ma si sarebbe battuto il petto dicendo: “O Dio, io
sono un povero pubblicano. Non merito l’accesso alla tua grazia. Oh, se tu solo potessi fare una
grazia per me! Voglio venire a Te.”
Gesù dice, che quell’uomo venne esaudito. Sai, perché venne ascoltato? Perché Gesù Cristo stesso
stava andando alla croce a provvedere grazia per gente come lui.
Giovanni scrive di Gesù in 1°Giovanni 2:2: “Egli è il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati, e
non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.”
Sacrificio propiziatorio significa posto in cui trovare grazia. Cristo è un luogo di grazia per i nostri
peccati, e non solo per i nostri, ma per i peccati di tutto il mondo.
La preghiera del pubblicano è stata esaudita. Infatti, oggi non devi chiedere a Dio di essere
misericordioso. Lui lo è già. Tante persone dicono: “Dobbiamo supplicarlo di essere
misericordioso.” Amico mio, cosa vuoi che Egli faccia? Egli diede il Suo Figlio a morire per te. Egli
dice al peccatore più grande che conosci: “Tu puoi venire. C’è un posto di grazia per te.” Anch’io ho
dovuto venire a quel posto di grazia. E se tu sei un figlio di Dio, anche tu sei venuto a quel posto di
grazia dove Egli morì per i tuoi ed i miei peccati sulla croce.
La penale è stata pagata. Il Dio santo è capace di tenere aperte le Sue braccia.
Non devi supplicarlo; non devi prometterGli niente perché Egli sa le tue debolezze; non devi far
parte di niente; non devi neanche essere nessuno. Tu puoi essere come un povero pubblicano.
Tu puoi venire e fidarti di Lui, ed Egli ti salva. Dio è misericordioso.
Io vi dico che questo tornò a casa sua giustificato, piuttosto che quello; perché chiunque s’innalza
sarà abbassato; ma chi si abbassa sarà innalzato”.
Luca 18:14
Gesù benedice i piccoli bambini.
I piccoli bambini amano stare con il Signore Gesù
Portavano a Gesù anche i bambini, perché li toccasse; ma i discepoli, vedendo, li sgridavano.
Allora Gesù li chiamò a sé e disse: “Lasciate che i bambini vengano a me, e non glielo vietate,
perché il regno di Dio è per chi assomiglia a loro. In verità vi dico: chiunque non accoglierà il
regno di Dio come un bambino, non vi entrerà affatto”.
Luca 18:15-17
Anche i discepoli dissero “Non portategli i piccoli bambini. Non disturbatelo”.
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L’impressione era che i bambini non fossero molto importanti. Il Signore Gesù aveva un sentimento
diverso riguardo ai bambini. Non erano un disturbo per lui. I bambini vanno normalmente in modo
naturale dal Signore. Egli non voleva che gli adulti li tenessero lontano da Lui. Dio abbia pietà di
ogni adulto che tiene lontano da Dio un bambino. Riguardo questo soggetto Luca ha già detto nel
cap.17:2: Sarebbe meglio per lui che una macina da mulino gli fosse messa al collo e fosse gettato
nel mare, piuttosto che scandalizzare uno solo di questi piccoli. Vedi, i piccoli ti seguiranno. Si
fidano completamente di te. Loro faranno qualsiasi cosa tu vuoi da loro. Dio abbia pietà di te se non
li porti a Dio! I bambini vengono a Lui in modo naturale. Qualcuno forse dice: “Ma i bambini hanno
una natura peccatrice”. Si, E’ vero. Ma il piccolo non ha ancora raggiunto l’età della responsabilità;
l’unica decisione che può prendere è quella che gli viene suggerita. Questa è la natura di un piccolo
bambino. Certo, il piccolo crescerà e svilupperà una propria volontà. Ed è lì che iniziano le
difficoltà! Ma mentre è ancora malleabile, assicurati che venga a Cristo.
Gesù mette il giovane ricco di fronte a 5 dei 10 comandamenti
Il racconto del giovane ricco viene riportato anche in Matteo 9:16-30 ed in Marco 10:17-31.
E’ una storia meravigliosa. Qui Gesù fa un inchiesta sulla condotta del giovane ricco.
Uno dei capi lo interrogò, dicendo: “Maestro buono, che devo fare per ereditare la vita eterna?”
Gesù gli disse: “Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, tranne uno solo, cioè Dio.
Luca 18:18-19
Il Signore Gesù Cristo guida questo giovane a vedere che se Gesù è buono, lo è perché Egli è Dio.
Questa è la ragione per cui Gesù gli chiede di seguirlo. Lo avrebbe portato ad accettare Gesù come
avevano fatto i discepoli – “il Cristo, il Figlio del Dio vivente.”
Tu conosci i comandamenti: non commettere adulterio; non uccidere; non rubare; non dir falsa
testimonianza; onora tuo padre e tua madre”. Ed egli rispose: “Tutte queste cose io le ho osservate
fin dalla mia gioventù”. Gesù, udito questo, gli disse: “Una cosa ti manca ancora: vendi tutto
quello che hai, e distribuiscilo ai poveri, e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi”.
Luca 18:20-22
Gesù proietta sul giovane la seconda sezione dei 10 comandamenti che sono etichettati ‘proibito’.
Questa sezione ha a che fare con la relazione dell’uomo con l’uomo.
La prima sezione ha a che fare con la relazione dell’uomo con Dio ed è etichettata ‘pietà’.
Questo giovane poteva osservare la seconda sezione, ma non la prima. Lui aveva bisogno di una
relazione con Dio, che evidentemente gli mancava.
Le ricchezze erano la pietra d’inciampo per lui;. per un altro può essere qualcos’altro.
E’ impossibile per qualsiasi persona entrare nel Regno del Cielo attraverso le ricchezze o qualsiasi
altro mezzo umano. Solo Dio poteva far passare un cammello attraverso la cruna di un ago, e solo
Dio può rigenerare una persona.
Ma egli, udite queste cose, ne fu afflitto, perché era molto ricco. Gesù, vedendolo così triste, disse:
“Quanto è difficile, per quelli che hanno delle ricchezze, entrare nel regno di Dio! Perché è più
facile per un cammello passare attraverso la cruna di un ago, che per un ricco entrare nel regno di
Dio”. Quelli che udirono dissero: “Chi dunque può essere salvato?” Egli rispose: “Le cose
impossibili agli uomini sono possibili a Dio”.
Pietro disse: “Ecco, noi abbiamo lasciato le nostre cose e ti abbiamo seguito”. Ed egli disse loro:
“Vi dico in verità che non c’è nessuno che abbia lasciato casa, o moglie, o fratelli, o genitori, o figli
per amor del regno di Dio, il quale non ne riceva molte volte tanto in questo tempo, e nell’età futura
la vita eterna”.
Luca 18:23-30
Nonostante le mancanze nella vita del giovane, viene detto che Gesù lo amava comunque.
Le ricchezze separano questo giovane da Gesù. Se avesse seguito Gesù, sarebbe andato alla croce per
la redenzione, perché in quel tempo Gesù era molto vicino alla croce. Chi era questo giovane? Io non
so chi fosse. Forse tu oggi sei come lui. Io non lo so.
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Avrà seguito il Signore più tardi? Speriamo. Vuoi seguire il Signore? Egli ti ama.
Gesù guarisce il cieco all’ingresso di Gerico
Prima di guardare a quest’episodio, dovrei dire che dei critici della Bibbia trovano in questo una
contraddizione perché Matteo parla di due ciechi, mentre Marco e Luca ne menzionano soltanto uno.
Comunque, se tu leggi con attenzione questo passo, vedrai che Matteo e Marco ovviamente si
riferiscono a una guarigione avvenuta mentre Gesù esce da Gerico. Bartimeo, il più attivo dei due,
colui che gridava: “Gesù, figlio di Davide”, viene specificatamente menzionato da Marco.
La guarigione descritta da Luca avviene prima che Gesù entrasse in Gerico. Anche quest’uomo usa
la forma familiare “Figlio di Davide”.
Com’egli si avvicinava a Gerico, un cieco che sedeva presso la strada, mendicando, udì la folla che
passava, e domandò che cosa fosse. Gli fecero sapere che passava Gesù il Nazareno.
Luca 18:35-37
Chiamando Gesù “Figlio di Davide”, lui riconosce la Sua Regalità.
Lui sapeva che Gesù era in grado di guarirlo e così era impossibile farlo stare zitto.
Lui sapeva ciò che voleva, e aveva una gran fede in Gesù. Il modo in cui Gesù tratta con quest’uomo
è dolce e entusiasmante.
Allora egli gridò: “Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di me!” E quelli che precedevano, lo
sgridavano perché tacesse; ma lui gridava più forte: “Figlio di Davide, abbi pietà di me!” Gesù,
fermatosi, comandò che il cieco fosse condotto a lui; e, quando gli fu vicino, gli domandò: “Che
vuoi che io ti faccia?” Egli disse: “Signore, che io ricuperi la vista”. E Gesù gli disse: “Ricupera la
vista; la tua fede ti ha salvato”. Nello stesso momento ricuperò la vista, e lo seguiva glorificando
Dio; e tutto il popolo, visto ciò, diede lode a Dio.
Luca 18:38-43
Una volta guarito, lui segue Gesù con gli occhi aperti. Cosa vedrà tra pochi giorni? Lui vedrà Gesù
morire sulla croce.
Moltissime persone con una vista perfetta non hanno ancora visto la morte di Gesù sulla croce in
relazione alle loro vite e il perdono dei loro peccati. Se tu non lo hai ancora fatto – guarda e vivi!

 

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