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LA NUOVA NASCITA

 

 

 

GIOVANNI 3

 

Ora leggiamo il primo passo del terzo capitolo del Vangelo di Giovanni dal versetto1 al versetto 21

 

C’era tra i farisei un uomo chiamato Nicodemo, uno dei capi dei Giudei. Egli venne di notte da

 

Gesù, e gli disse: “Rabbì, noi sappiamo che tu sei un dottore venuto da Dio; perché nessuno può

 

fare questi miracoli che tu fai, se Dio non è con lui”. Gesù gli rispose: “In verità, in verità ti dico

 

che se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio”. Nicodemo gli disse: “Come può un

 

uomo nascere quando è già vecchio? Può egli entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e

 

nascere?” Gesù rispose: “In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d’acqua e di Spirito, non

 

può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne, è carne; e quello che è nato dallo

 

Spirito, è spirito. Non ti meravigliare se ti ho detto: “Bisogna che nasciate di nuovo”. Il vento soffia

 

dove vuole, e tu ne odi il rumore, ma non sai né da dove viene né dove va; così è di chiunque è nato

 

dallo Spirito”. Nicodemo replicò e gli disse: “Come possono avvenire queste cose?”. Gesù gli

 

rispose: “Tu sei maestro d’Israele e non sai queste cose? In verità, in verità ti dico che noi parliamo

 

di ciò che sappiamo e testimoniamo di ciò che abbiamo visto; ma voi non ricevete la nostra

 

testimonianza. Se vi ho parlato delle cose terrene e non credete, come crederete se vi parlerò delle

 

cose celesti? Nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo: il Figlio dell’uomo che è

 

nel cielo. “E, come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che il Figlio dell’uomo sia

 

innalzato, affinché chiunque crede in lui abbia vita eterna. Perché Dio ha tanto amato il mondo, che

 

ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.

 

Infatti Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia

 

salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è giudicato; chi non crede è già giudicato, perché non

 

ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. Il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo e

 

gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie. Perché

 

chiunque fa cose malvagie odia la luce e non viene alla luce, affinché le sue opere non siano

 

scoperte; ma chi mette in pratica la verità viene alla luce, affinché le sue opere siano manifestate,

 

perché sono fatte in Dio”.

 

Giovanni.3:1-21

 

Esaminiamo il capitolo 3 del Vangelo di Giovanni che possiamo dividere in due parti.

 

Nella prima viene riportato l’incontro di Gesù con Nicodemo, che abbiamo già letto ieri, e nella

 

seconda troveremo un’altra testimonianza di Giovanni Battista nei confronti di Gesù.

 

Nicodemo era un fariseo membro del Sinedrio, facente parte quindi del gruppo di persone che

 

avevano la guida spirituale del popolo; ma era un uomo sincero e voleva incontrare Gesù per motivi

 

seri, per questo Giovanni non ne parla in modo ostile come generalmente fa’ nel suo vangelo. Se

 

analizziamo quanto ci viene detto di lui troviamo che era appunto un Fariseo, cioè apparteneva al

 

gruppo più importante in Israele. I Farisei credevano nell’ispirazione del Vecchio Testamento, nella

 

venuta del Messia, nei miracoli e nella resurrezione.

 

Quindi era un Fariseo, poi ci viene precisato il nome Nicodemo, e da ultimo viene definito un capo

 

dei giudei, e tutto questo ci parla delle tre maschere che quest’uomo soleva indossare.

 

Questa è un’immagine dell’uomo moderno. Nicodemo era uno dei Farisei quando era insieme a loro,

 

e si comportava come uno di loro. Quando non era con i Farisei e camminava per la strada, le

 

persone si facevano da parte; egli indossava il mantello, le filatterie ( particolari decorazioni del

 

vestito che lo rendevano riconoscibile), e lo scialle di preghiera e la gente pensava che egli fosse un

 

capo, una persona importante, e lui avrà di conseguenza assunto un diverso atteggiamento con loro.

 

Ma il suo nome era Nicodemo e sotto queste due maschere che di solito indossava egli era

 

semplicemente una persona normale.

 

Molte persone oggi vivono nello stesso modo di Nicodemo allora. Prendiamo ad esempio un uomo

 

d’affari, presidente di una società. Quando al mattino va in ufficio, i suoi impiegati lo salutano

 

cerimoniosamente, ma in realtà non lo conoscono.

 

A mezzogiorno egli si reca al club per pranzare e giocare a tennis con gli amici, non è più il Dottor

 

Rossi, ma semplicemente Giovanni Rossi, il rapporto è

 

più confidenziale e a chi gli chiede come vanno gli affari egli risponde che vanno bene.

 

Poi alla sera, finito il lavoro, ritorna a casa, si toglie il soprabito, si sdraia in poltrona e si toglie

 

entrambe le maschere, ora è semplicemente Giovanni e a sua moglie che gli chiede come vanno le

 

cose egli risponde che gli affari fanno schifo. Questo è egli in realtà.

 

Nicodemo va dal Signore Gesù indossando una maschera; lui dice “noi sappiamo”.

 

Chi sono questi noi? I Farisei, quindi lui in quel momento è un fariseo.

 

Nicodemo fa un apprezzamento sincero, non è un ipocrita e riconosce che Gesù è un maestro venuto

 

da Dio. Penso che Nicodemo volesse parlare con Gesù del Regno di Dio auspicato dai farisei per

 

liberarsi dal giogo dei Romani, anche se non sapevano come tutto ciò sarebbe potuto avvenire. Ora

 

era venuta una persona con il favore del popolo e moltitudini di folla al seguito e quindi i Farisei

 

volevano attaccare il loro piccolo carro a questa stella.

 

Dal momento che Gesù proveniva dalla Galilea e loro ritenevano che non sapesse come trattare con i

 

politici come potevano fare loro, volevano unire le forze.

 

La prova alla quale Nicodemo si riferisce sono i miracoli compiuti da Gesù. Notiamo che nessuno in

 

quei tempi metteva in dubbio i miracoli del Signore, mentre oggi a distanza di duemila anni e di

 

migliaia di chilometri dal paese in cui avvennero, tanti professori dubitano dei miracoli.

 

Eppure allora nè gli amici e nemmeno gli avversari li avevano messi in dubbio.

 

Il Signore lo interrompe improvvisamente per cui ritengo che Nicodemo fosse venuto a parlare del

 

regno di Dio. Gesù gli dice che lui non avrebbe visto il regno di Dio se non fosse nato di nuovo. Ora

 

abbiamo un fariseo, religioso dalla testa ai piedi, e il Signore gli dice che non vedrà il regno di Dio

 

se non nasce di nuovo. Questa affermazione deve averlo quanto meno sconcertato, e quindi si toglie

 

la maschera da Fariseo, ma tiene ancora quella di capo dei Giudei.

 

La parola greca usata per “di nuovo” significa “dall’alto”.

 

Quest’uomo non riusciva a pensare a niente altro che a una nascita fisica e, togliendosi la maschera

 

sussiegosa del fariseo, chiede come questo potesse avvenire.

 

Il Signore non stava parlando di una nascita fisica, ma di una nascita spirituale, che Nicodemo non

 

era in grado di capire, perché non aveva nessuna capacità spirituale per farlo.

 

Che cosa significa nascere d’acqua e di Spirito? Alcuni pensano che nascere d’acqua si riferisca al

 

battesimo, ma se fosse vero si tratterebbe di una frase strana.

 

Altri pensano alla nascita fisica, in quanto il bambino nel grembo materno è immerso nel liquido, ma

 

anche questo non è vero. Gesù sta parlando di come un uomo può nascere dall’alto o di nuovo.

 

Come abbiamo visto nel capitolo 2, l’acqua è un simbolo della Parola di Dio, e alla fine di questo

 

libro Gesù dice Giovanni 17:17: “Santificali nella verità; la tua parola è verità” .

 

Nella Parola di Dio esiste una potenza purificatrice. Anche al cap.15:3 Gesù dice: “Voi siete già puri

 

a causa della parola che vi ho annunziata”. La Parola di Dio è associata a più riprese con l’acqua e

 

noi crediamo che nascere d’acqua e di Spirito significhi che una persona deve nascere di nuovo per

 

mezzo dello Spirito Santo con l’aiuto delle Scritture.

 

Infine crediamo che nessuno può nascere di nuovo senza la Parola di Dio applicata dallo Spirito

 

Santo; si nasce di nuovo usando la Parola di Dio e lo Spirito Santo la rende reale nel cuore.

 

Nel libro degli Atti ci sono tre conversioni importanti e ci sono state raccontate principalmente come

 

illustrazioni: la conversione dell’eunuco Etiope, la conversione di Cornelio e la conversione di Paolo.

 

Questi tre uomini rappresentano le tre discendenze di Noè: il figlio di Sem, di Cam e di Iafet. In

 

ciascuno di questi tre casi la Parola di Dio è stata usata dallo Spirito per la conversione.

 

Il metodo di Dio sembra essere la Parola usata dallo Spirito trasmesso da un uomo di Dio.

 

Io sono convinto che il Signore Gesù parlando della nascita d’acqua e di Spirito si riferiva allo

 

Spirito Santo che usa la Parola di Dio.Dio non ha intenzione di cambiare la carne, la vecchia natura

 

che noi abbiamo, perché non può essere cambiata.

 

La vecchia natura è in guerra contro Dio, come leggiamo in Romani 8:7-8

 

“Infatti ciò che brama la carne è inimicizia contro Dio; perché non è sottomesso alla legge di Dio e

 

neppure può esserlo, e quelli che sono nella carne non possono piacere a Dio”.

 

Dio non ha un progetto per la nostra vecchia natura, cioè non intende recuperarla, migliorarla,

 

svilupparla o salvarla. La vecchia natura scenderà nella tomba con noi, e se il Signore ritorna prima

 

della nostra morte, noi saremo trasformati in un batter di ciglia e ci libereremo della nostra vecchia

 

natura. Questa natura non riesce ad ubbidire a Dio e ciò che è nato dalla carne è carne.

 

Dio non ha intenzione di salvare la vecchia natura, ma la vuole sostituire con una nuova; la nascita

 

spirituale è necessaria dunque per ottenere una nuova natura. Notiamo che Nicodemo perde anche la

 

maschera di “capo dei Giudei” dietro la quale si era finora nascosto.

 

Il Signore sta dicendo che le correnti d’aria e i venti sono cose che l’uomo non può controllare; il

 

vento soffia dove vuole e noi non possiamo deviarlo o domarlo.

 

Anche se non possiamo controllare il vento, possiamo però sentirlo soffiare, perché vediamo agitarsi

 

le foglie degli alberi e i rami piegarsi.

 

Io non so come spiegare razionalmente la nascita spirituale, ma anche se non capiamo

 

completamente e non sappiamo dire come agisce esattamente lo Spirito di Dio, possiamo dire

 

sicuramente che lo Spirito agisce nella vita e nel cuore delle persone. Ecco che cosa voleva dire il

 

Signore quando diceva che il vento soffia dove vuole. Il miracolo della nuova nascita non può in

 

alcun caso essere frutto dell’ingegno e dello sforzo umano.

 

L’attività dello Spirito sfugge al controllo umano.

 

Il Signore ha tolto le due maschere a Nicodemo e l’uomo che gli sta davanti non è più l’uomo dei

 

Farisei e il capo dei Giudei. Chi è ora?

 

Nicodemo ritrova se stesso e con semplicità chiede a Gesù come possono accadere queste cose, e il

 

Signore gli risponderà altrettanto semplicemente.

 

A proposito, anche noi possiamo indossare delle maschere a seconda del posto in cui ci troviamo.

 

La maschera nasconde la nostra vera identità; ma quando siamo di fronte a Gesù dobbiamo togliere

 

tutte le maschere, dobbiamo presentare il nostro vero “io”, e anche il Signore tratterà con noi in

 

modo diretto. Gesù usa un tono gentilmente ironico con Nicodemo, dicendogli che lui come capo dei

 

Giudei agiva come se Gesù stesse dicendo qualcosa che non poteva essere vera, perché se lo fosse

 

stata, lui come dottore avrebbe dovuto conoscerla.

 

Gesù fa notare a Nicodemo che egli non ha ricevuto la sua testimonianza, anche se era rivolta a lui.

 

Poi gli mostra un grande movimento che viene riportato nel vangelo. Nell’introduzione avevamo già

 

parlato del fatto che Gesù era venuto dal Padre in questo mondo e che poi avrebbe lasciato il mondo

 

per ritornare al Padre. Ora egli dice: “Nessuno è salito in cielo”.

 

Questa è la risposta per coloro che oggi pensano che Elia ed Enoc siano andati in cielo al momento

 

del loro rapimento. Non credo che sia così perché fino a questo momento il Signore Gesù dice che

 

nessuno è mai salito in cielo se non colui che è disceso dal cielo, cioè il Figlio dell’Uomo che è in

 

cielo. In altre parole, egli dice che Gesù è l’unico che può parlare del cielo perché è l’unico che è

 

salito in cielo. Ora è vero che una folla di persone è andata in cielo dopo Cristo, ma nel Vecchio

 

Testamento quando un credente moriva, egli andava in un luogo chiamato Paradiso o seno

 

d’Abramo, come viene precisato in Luca 16:22.

 

Soltanto dopo che Cristo morì e ascese in cielo ed ebbe liberato i prigionieri dalla cattività, Gesù

 

prese coloro che si trovavano in Paradiso e li portò alla presenza di Dio. Da allora in poi il credente

 

che muore è sempre stato 2 Corinzi 5:8″… assente dal corpo… presente con il Signore”.

 

Ma quando Gesù era sulla terra nessun uomo era mai salito in cielo.

 

Quando Mosè mise il serpente di rame su un’asta dopo il giudizio di Dio per il peccato del popolo,

 

tutto quello che essi dovevano fare era di guardarlo e sarebbero stati guariti.

 

Così come Mosè alzò il serpente, anche Cristo doveva essere innalzato; il serpente rappresentava il

 

peccato del popolo e Cristo è stato fatto peccato per noi sulla croce perché ha portato su di sé i nostri

 

peccati.

 

Più avanti, in di Giovanni 3:16-17, Gesù ripete a Nicodemo le parole più note di tutta la Bibbia:

 

Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in

 

lui non perisca, ma abbia vita eterna.

 

Due cose sono fondamentali: la prima è che noi dobbiamo nascere di nuovo e la seconda che il

 

Figlio dell’Uomo deve essere innalzato; le due cose sono collegate.

 

Occorrono sia la morte che la resurrezione di Cristo; dal momento che egli è stato innalzato, ha

 

portato la nostra condanna, lo Spirito di Dio può rigenerarci, e noi dobbiamo nascere di nuovo e

 

questo è l’unico modo in cui Dio può riceverci.

 

La ragione di tutto questo è che Dio ha tanto amato il mondo. Oggi si pensa erroneamente che Dio ha

 

salvato il mondo per amore. Non ci viene detto che l’amore di Dio ha salvato il mondo, perché tale

 

amore non potrà mai salvare un peccatore. Dio non salva per amore, ma per grazia, come leggiamo

 

in Efesini 2:8-9: “Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi:

 

è il dono di Dio. Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti”.

 

Quindi Dio salva per grazia. Egli ha tanto amato il mondo, che ha dato il Suo unigenito Figlio perché

 

chiunque (e qui potete mettere il vostro nome) crede in lui, non perisca, ma abbia vita eterna.

 

Notiamo che accanto al verbo credere c’è una piccola preposizione “in”, che significa credere in

 

Cristo, cioè avere fede che lui è l’unico che ha portato la condanna per i nostri peccati. Questo è un

 

fatto personale; ognuno di noi deve credere che Gesù è morto al nostro posto.

 

Tu devi credere che Cristo è morto per te.

 

Giovanni prosegue dicendoci che, quando Gesù è venuto per la prima volta, non è venuto in veste di

 

giudice, ma come Salvatore. Sta dicendo che Dio non lo ha mandato sulla terra per condannare il

 

mondo, ma perché il mondo fosse salvato attraverso di lui, e chiunque non crede in lui è condannato.

 

Chi non crede è già condannato. Perché? Perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di

 

Dio, questo nome meraviglioso di Gesù, che significa Salvatore del mondo.

 

Chiunque crede in quel nome non è più sotto la giusta condanna divina, ma ha la vita eterna.

 

Ricordiamo che Gesù sta parlando a Nicodemo che è un Fariseo. I Farisei credevano che il Messia

 

sarebbe venuto come giudice. Il Vecchio Testamento presentava due aspetti del Messia, uno come

 

Salvatore che veniva per morire e pagare la condanna e l’altro che veniva come giudice. Così loro

 

pensavano che il Messia sarebbe venuto a giudicare.

 

Nel Salmo 2:9 leggiamo:”Tu le spezzerai con una verga di ferro…”

 

E Daniele 7:13-14 parla di lui come un giudice del mondo intero: “Io guardavo, nelle visioni

 

notturne, ed ecco venire sulle nuvole del cielo uno simile ad un figlio d’uomo; egli giunse fino al

 

vegliardo e fu fatto avvicinare a Lui; gli furono dati dominio, gloria e regno, perché le genti di ogni

 

popolo, nazione e lingua lo servissero. Il suo dominio è un dominio eterno che non passerà, e il suo

 

regno è un regno che non sarà distrutto.”

 

Il Salmo 45 parla del suo regno del mondo con giustizia e Isaia 11 e 42 parla del suo giudizio con

 

giustizia. Il Signore Gesù chiarisce a Nicodemo che Dio non ha mandato suo Figlio in quel momento

 

per giudicare il mondo, ma per salvarlo. La parola “mondo” è la parola greca che vuol dire cosmo,

 

perché il progetto di redenzione divino abbraccia il mondo intero. In Cristo non c’è condanna, ma

 

quelli che non sono in Cristo sono già condannati. Ci sono molte persone che pensano che il mondo

 

oggi sia in prova. Questo non è vero perché il mondo è perduto, e non bisogna attendere il giudizio

 

finale per sapere che il mondo è perduto. La nostra posizione è simile a un uomo in prigione al quale

 

viene chiesto se vuole accettare il perdono. Questo è il vangelo. Non vuol dire che l’uomo è sotto

 

processo, è già condannato, è già in prigione in attesa dell’esecuzione. Ma il vangelo gli dice che gli

 

viene offerto il perdono e il problema è se lo vuole accettare.

 

Tutto questo è meravigliosamente chiaro. Il vangelo vuol salvare quelli che sono già perduti. Questo

 

è il giudizio del mondo. Il giorno che Cristo venne crocifisso, il mondo prese una decisione, ed ora

 

deve essere giudicato da Dio. La condanna o il giudizio è che la luce è venuta nel mondo, ma dal

 

momento che le azioni degli uomini erano malvagie, essi hanno amato le tenebre.

 

I ratti si precipitano negli angoli bui quando si accende la luce in una stanza.

 

In questo versetto il Signore tocca vari argomenti dal punto di vista negativo: chiunque fa cose

 

malvagie odia la luce e non viene alla luce, affinché le sue opere non siano scoperte.

 

Oggi si fa tanto parlare del pensiero positivo, ma credimi amico, c’è molta potenza nel pensiero e nel

 

parlare negativo. Ascoltiamo le altre cose che dice Gesù ; Marco 2:17   “…Io non sono venuto a

 

chiamare dei giusti, ma dei peccatori”Marco 10:45   ;…Il Figlio dell’uomo non è venuto per essere

 

servito, ma per servire e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti” .

 

“Luce” e “verità” vengono usate nello stesso modo, mentre l’errore e le tenebre sono sempre in

 

contrasto con la luce e la verità. Con questo si chiude l’incontro con Nicodemo.

 

Leggiamo ora la seconda parte del capitolo 3 del Vangelo di Giovanni:

 

Dopo queste cose, Gesù andò con i suoi discepoli nelle campagne della Giudea; là si trattenne con

 

loro e battezzava. Anche Giovanni stava battezzando a Enon, presso Salim, perché là c’era molta

 

acqua; e la gente veniva a farsi battezzare. Giovanni, infatti, non era ancora stato messo in

 

prigione. Nacque dunque una discussione sulla purificazione, tra i discepoli di Giovanni e un

 

Giudeo. E andarono da Giovanni e gli dissero: “Rabbì, colui che era con te di là dal Giordano, e al

 

quale rendesti testimonianza, eccolo che battezza, e tutti vanno da lui”. Giovanni rispose: “L’uomo

 

non può ricever nulla se non gli è dato dal cielo. Voi stessi mi siete testimoni che ho detto: “Io non

 

sono il Cristo, ma sono mandato davanti a lui”. Colui che ha la sposa è lo sposo; ma l’amico dello

 

sposo, che è presente e l’ascolta, si rallegra vivamente alla voce dello sposo; questa gioia, che è la

 

mia, è ora completa. Bisogna che egli cresca, e che io diminuisca. Colui che viene dall’alto è sopra

 

tutti; colui che viene dalla terra è della terra e parla come uno che è della terra; colui che viene dal

 

cielo è sopra tutti. Egli rende testimonianza di quello che ha visto e udito, ma nessuno riceve la sua

 

testimonianza. Chi ha ricevuto la sua testimonianza ha confermato che Dio è veritiero. Perché colui

 

che Dio ha mandato dice le parole di Dio; Dio infatti non dà lo Spirito con misura. Il Padre ama il

 

Figlio, e gli ha dato ogni cosa in mano. Chi crede nel Figlio ha vita eterna, chi invece rifiuta di

 

credere al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui”.

 

Giovanni 3:22-36

 

Fino a questo momento Giovanni Battista poteva ancora predicare che il regno dei cieli era vicino

 

Matteo 3:2, dopo la tentazione di Gesù, come ci raccontano gli altri Vangeli, verrà gettato in

 

prigione. La testimonianza di Giovanni Battista intorno Gesù, scaturisce qui da una disputa, i

 

discepoli di Giovanni sembrano quasi gelosi e gli suggeriscono di non accennare al nome di Gesù, e

 

insinuano che non avrebbe dovuto rendergli testimonianza perché ora tutti vanno da Gesù, e temono

 

che Giovanni perda i suoi seguaci. Allora Giovanni fa una chiara affermazione, priva di qualsiasi

 

gelosia, leggiamo i versetti 27-28 del terzo capitolo di Giovanni 3:27-28 : Giovanni rispose: “L’uomo non può

 

ricever nulla se non gli è dato dal cielo. Voi stessi mi siete testimoni che ho detto: “Io non sono il

 

Cristo, ma sono mandato davanti a lui”. Non si può sfuggire alla tremenda forza di queste parole.

 

Giovanni Battista è l’ultimo profeta del Vecchio Testamento; in effetti egli non è nella chiesa perché

 

lo dice chiaramente quando parla della sposa che rappresenta la chiesa.

 

Egli è l’amico dello sposo, sarà presente al matrimonio dell’Agnello, ma non come parte della chiesa.

 

Egli è l’ultimo profeta del Vecchio Testamento che entra nelle prime pagine del Nuovo per

 

annunciare la venuta del Messia. Giovanni dice che l’uomo non può ricevere nulla se non gli è dato

 

dal cielo e Gesù  in Giovanni 6:65 dice: “Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non

 

gli è dato dal Padre”. Come sono straordinarie queste affermazioni!

 

E Giovanni dice che Cristo deve crescere e lui diminuire, e il suo ministero è giunto al termine.

 

Giovanni Battista dichiara anche che il Signore Gesù Cristo è superiore e rende una meravigliosa

 

testimonianza di lui: “Chi crede nel Figlio ha vita eterna, chi invece rifiuta di credere al Figlio non

 

vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui”.

 

Non esiste nessuna affermazione più chiara di questa; come vedete Giovanni Battista sta predicando

 

il vangelo, il messaggio che gli uomini sono perduti senza Cristo, ma hanno vita eterna con la fede in

 

lui. Questa è una straordinaria testimonianza per il Signore Gesù.

 

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