TOP

LA TAVOLA

LA TAVOLA

Salmo 23:5 “Per me tu imbandisci la tavola, sotto gli occhi dei miei nemici”.

 

INTRODUZIONE: la parola ebraica (eb. shulkjan o shulcan) tradotta «tavola» indicava, inizialmente, una grande stuoia di pelle o di cuoio che veniva stesa sul pavimento, in mezzo alla tenda, sulla quale si disponevano i cibi e la famiglia si riuniva per mangiare. Il termine nel corso del tempo venne utilizzato, non per indicare un semplice e piccolo tavolino dove a volte appoggiamo degli oggetti, ma per indicare proprio il tavolo grande dove si consuma il pasto. Sia nella cultura ebraica che in altre culture il momento del consumare il cibo insieme ha un forte significato. È un momento importante. La famiglia, i fratelli, gli amici sì siedono e tra una portata e l’altra si parla, si affrontano vari argomenti, si condividono delle esperienze.

SONO MOMENTI DI CONDIVISIONE E COMUNIONE

La TAVOLA nella Bibbia la vediamo per la prima volta nel libro dell’ESODO , rappresenta la comunione tra :

ISRAELE E DIO , LA CHIESA E DIO

 Esodo 25:30 : 23 «Farai anche una tavola di legno d’acacia; la sua lunghezza sarà di due cubiti; la sua larghezza di un cubito e la sua altezza di un cubito e mezzo. 24 La rivestirai d’oro puro e le farai una ghirlanda d’oro che le giri intorno. 25 Le farai una cornice alta quattro dita; e a questa cornice farai tutt’intorno una ghirlanda d’oro. 26 Le farai pure quattro anelli d’oro e metterai gli anelli ai quattro angoli, ai quattro piedi della tavola. 27 Gli anelli saranno vicinissimi alla cornice per farvi passare le stanghe destinate a portare la tavola. 28 Farai le stanghe di legno d’acacia, le rivestirai d’oro e serviranno a portare la tavola. 29 Farai pure i suoi piatti, le sue coppe, i suoi calici e le sue tazze da servire per le libazioni. Li farai d’oro puro. 30 Metterai sulla tavola il pane della presentazione, che starà sempre davanti a me.

ESODO 26: 34 E 35 : IL COLLOCAMENTO DELLA TAVOLA DI PRESENTAZIONE

ESODO 26:34  Metterai il propiziatorio sull’arca della testimonianza nel luogo santissimo. 35 Metterai la tavola fuori del velo e il candelabro di fronte alla tavola dal lato meridionale del tabernacolo; metterai la tavola dal lato di settentrione.

 

STUDIAMO IL SALMO 23

 SALMO 23:5 Per me tu imbandisci la tavola,

sotto gli occhi dei miei nemici;

cospargi di olio il mio capo;

la mia coppa trabocca.

6 Certo, beni e bontà m’accompagneranno

tutti i giorni della mia vita;

e io abiterò nella casa del SIGNORE

per lunghi giorni.

 Alcune considerazioni: 

“PER ME”:

non è una tavola imbandita per altri, lo è per me, lo è per noi Suo popolo. Per noi che eravamo

 idolatri,

perversi,

perduti e

lontani da Dio,

ma proprio a noi grazia è stata fatta. (Efesini 2:1-5).

Siamo stati cercati,

trovati,

recuperati,

perdonati,

purificati e

salvati

Ma non dimenticare mai la cava dalla quale sei stato tratto

Salmo 40:2 Mi ha tratto fuori da una fossa di perdizione,

dal pantano fangoso;

ha fatto posare i miei piedi sulla roccia,

ha reso sicuri i miei passi.

 NON MERITIAMO NULLA MA POSSEDIAMO TUTTO IN CRISTO (Efesini 2:4a7 ).

 Efesi 2:4 Ma Dio, che è ricco in misericordia, per il grande amore con cui ci ha amati, 5 anche quando eravamo morti nei peccati, ci ha vivificati con Cristo (è per grazia che siete stati salvati), 6 e ci ha risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere nel cielo in Cristo Gesù, 7 per mostrare nei tempi futuri l’immensa ricchezza della sua grazia, mediante la bontà che egli ha avuta per noi in Cristo Gesù

Non vivere la tua fede cristiana da povero, come un mendicante. Tu possiedi tutte le ricchezze celesti in Cristo, in quanto hai ricevuto il diritto di essere chiamato figlio di Dio (Giovanni 1:12).

 “TU”: Tu Signore, Tu mio Salvatore Ti alzi dal Trono Reale, Ti cingi la veste reale e Ti metti a lavoro per me.

Il Re apparecchia la tavola al Suo servitore. Umanamente non è normale. Sono io servitore che   devo imbandire la tavola per il mio Signore ma nel Regno di Dio Gesù ci servirà

 (Luca 12:37)

37 Beati quei servi che il padrone, arrivando, troverà vigilanti! In verità io vi dico che egli si rimboccherà le vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. 38 Se giungerà alla seconda o alla terza vigilia e li troverà così, beati loro!

e ci pascerà (Apocalisse 7:13-17).

13 Poi uno degli anziani mi rivolse la parola, dicendomi: «Chi sono queste persone vestite di bianco e da dove sono venute?» 14 Io gli risposi: «Signor mio, tu lo sai». Ed egli mi disse: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione. Essi hanno lavato le loro vesti, e le hanno imbiancate nel sangue dell’Agnello. 15 Perciò sono davanti al trono di Dio e lo servono giorno e notte, nel suo tempio; e colui che siede sul trono stenderà la sua tenda su di loro. 16 Non avranno più fame e non avranno più sete, non li colpirà più il sole né alcuna arsura; 17 perché l’Agnello che è in mezzo al trono li pascerà e li guiderà alle sorgenti delle acque della vita; e Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi».

 “IMBANDISCI”: lett. significa “preparare un pranzo in maniera sfarzosa”, “apparecchiare la tavola con abbondanti vivande”. Non è un fast food, non sono cibi surgelati pre-cotti che poi riscaldiamo al microonde. C’è un grande lavoro dietro tutto questo. Gesù ha pagato un grande prezzo per imbandire la tavola e cibare pienamente le nostre anime

(cfr. Giovanni 19:30). 30 Quando Gesù ebbe preso l’aceto, disse: «È compiuto!» E, chinato il capo, rese lo spirito.

“SOTTO GLI OCCHI DEI MIEI NEMICI”:

Meravigliosa immagine. È l’immagine di un re seduto a tavola con i suoi generali che, di ritorno da una battaglia vinta, gustano insieme dei meritati cibi succulenti tra grida e giubilo. Dinanzi hanno gli ultimi nemici rimasti in vita, i quali sono stati catturati, legati e posizionati in ginocchio in un angolo della sala

(cfr. Apocalisse 19:17-18).

Fratelli, sorelle c’è vittoria nel nome dì Gesù sul nemico delle nostre anime. Cristo ha vinto, Cristo ha spogliato Satana della sua potenza e autorità (Colossesi 2:13 a 15 ). 13 Voi, che eravate morti nei peccati e nella incirconcisione della vostra carne, voi, dico, Dio ha vivificati con lui, perdonandoci tutti i nostri peccati; 14 egli ha cancellato il documento a noi ostile, i cui comandamenti ci condannavano, e l’ha tolto di mezzo, inchiodandolo sulla croce; 15 ha spogliato i principati e le potenze, ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro per mezzo della croce

LA TAVOLA DELLA GRAZIA. Una grande tavola ricca, ben imbandita e ben preparata che Cristo ha acquistato per noi gratuitamente (cfr. Isaia 55:1).

Isaia 55:1 «O voi tutti che siete assetati, venite alle acque;

voi che non avete denaro venite, comprate e mangiate!

Venite, comprate senza denaro, senza pagare, vino e latte!

 Meravigliosa GRAZIA, in questa piccola ma potente parola siamo benedetti di una benedizione eterna.

LA SALVEZZA:

(Matteo 22:1-4)

l’invito della salvezza del Re rivolto a tutti gli uomini di ogni nazione, tribù, lingua e popolo. “Io ho preparato il mio pranzo”: Dio ha preparato l’opera della Salvezza. — “I miei buoi…ingrassati sono ammazzati”: Dio ha donato Cristo l’Agnello perfetto, senza macchia né difetto, per essere immolato – “Tutto è pronto”: Cristo, con la sua morte e resurrezione, ha preparato la strada che conduce alla salvezza. – “Venite alle nozze”: l’invito universale sempre attuale.

 

Matteo 22:1 Gesù ricominciò a parlare loro in parabole, dicendo:

2 «Il regno dei cieli è simile a un re, il quale fece le nozze di suo figlio. 3 Mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze; ma questi non vollero venire. 4 Mandò una seconda volta altri servi, dicendo: “Dite agli invitati: Io ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e i miei animali ingrassati sono ammazzati; tutto è pronto; venite alle nozze”. 5 Ma quelli, non curandosene, se ne andarono, chi al suo campo, chi al suo commercio; 6 altri poi, presero i suoi servi, li maltrattarono e li uccisero. 7 Allora il re si adirò, mandò le sue truppe a sterminare quegli omicidi e a bruciare la loro città. 8 Quindi disse ai suoi servi: “Le nozze sono pronte, ma gli invitati non ne erano degni. 9 Andate dunque ai crocicchi delle strade e chiamate alle nozze quanti troverete”. 10 E quei servi, usciti per le strade, radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni; e la sala delle nozze fu piena di commensali. 11 Ora il re entrò per vedere quelli che erano a tavola e notò là un uomo che non aveva l’abito di nozze. 12 E gli disse: “Amico, come sei entrato qui senza avere un abito di nozze?” E costui rimase con la bocca chiusa. 13 Allora il re disse ai servitori: “Legatelo mani e piedi e gettatelo nelle tenebre di fuori. Lì sarà il pianto e lo stridor dei denti”. 14 Poiché molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti».

 IL PERDONO: (Matteo 9:10-12)

10 Mentre Gesù era a tavola in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. 11 I farisei, veduto ciò, dicevano ai suoi discepoli: «Perché il vostro maestro mangia con i pubblicani e con i peccatori?» 12 Ma Gesù, avendoli uditi, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati.

mentre Gesù era a tavola…”. Non si è mai preoccupato dì mangiare con pubblicani e prostitute. Non si è mai preoccupato del pregiudizio degli altri.

Dove è presente Gesù c’è sempre perdono.

Lui emana perdono,

Lui profuma di perdono,

Lui spande il perdono,

Lui dona il perdono.

“Non sono i sani che hanno bisogno del medico ma i malati”. Se tu riconosci il tuo peccato e ti riconosci peccatore sei seduto nella tavola adatta a te, sei al posto giusto, perché a capo tavola è seduto Gesù e quindi avrai la gioia, come Matteo il pubblicano, di essere perdonato e purificato dai tuoi peccati.

LA GUARIGIONE: (Matte) 15:22-28) “i cagnolini mangiano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni”.

In poche parole questa donna sta dicendo: « anche se non sono ebrea, anche se non faccio parte del popolo eletto, anche se non sono una figlia d’Israele, anche se in un primo momento sei venuto per adempiere le promesse fatte ad Abrahamo, io so che puoi soddisfare anche i miei bisogni perché mentre i padroni mangiano e si saziano seduti a tavola, ci sono sempre delle briciole e dei resti di cibo che cadono a terra con i quali i cagnolini come me si saziano

». Se una briciola della potenza di Cristo può liberare la figlia indemoniata,

Se una goccia di sangue uscita dal corpo di Cristo può perdonare tutti i peccati del mondo,

Se una virtù uscita da Cristo può guarire una donna dal flusso di sangue,

immaginate un po’ cosa Dio può fare se utilizzasse tutta la Sua potenza.

Il centurione diceva: “di’ una parola e il mio servitore sarà guarito”. Non sono necessarie tante parole, non voglio che tu faccia un grande discorso, non è necessario che tu faccia tanti chilometri per arrivare a casa mia, ma “di’ una parola”.

 

IL MIRACOLO: (Giovanni 2:1-3, 7-11).

“Portatelo al maestro di tavola…”, era colui che aveva organizzato il matrimonio, la cerimonia, il menù. Era colui che dava gli ordini ai servitori in modo che il pranzo si poteva svolgere nel miglior modo possibile. Il V. 3 dice “…. non hanno più vino”.

Quando NON HAI PIÙ:

Quando ti dicono che non hai più speranza;

Quando ti dicono che non hai più molti giorni da vivere;

Quando ti dicono che non hai più il lavoro;  

Quando ti dicono che non hai più delle certezze,

ricorda che alla tavola della grazia, come alla tavola delle nozze di Cana, è seduto Gesù Cristo, Colui che può cambiare ancora oggi l’acqua in vino.

Ancora oggi Lui cambia le situazioni più disperate. Tu non perderai, tu non resterai senza vino, qualcuno verrà a dirti come il maestro di tavola disse allo sposo “tu hai conservato il vino buono fino ad ora”. Nota: Tu non perderai… tu conserverai.

 LA NUOVA NASCITA: (Apocalisse 3:20). “Io entrerò e cenerò con lui”.

Quando Gesù entra nel cuore, quando Gesù dimora IN Noi la vita cambia. Quando Gesù entra in noi compie dei miracoli:

Purifica il cuore; 

Prende possesso della nostra vita divenendone il Signore; Diveniamo il Tempio dello Spirito Santo;

Nasciamo di nuovo.

Quando permetteremo a Gesù di varcare la soglia del nostro cuore e ceneremo con lui potremmo anche noi dire:

“Non sono più io che vivo ma è Cristo che vive in me”.

  1. LA TAVOLA DELLA COMUNIONE. Nella notte in cui fu tradito, mentre celebrava la Pasqua con i Suoi discepoli, il Signore istituì la Santa Cena o la Cena del Signore (Marco 14:22-25).

Famoso è l’invito che noi pastori rivolgiamo ai credenti:

“fratelli, sorelle accostatevi alla Mensa del Signore”. –

IL PANE: (I Corinzi 11:24). Figura del Corpo di Cristo.

La meravigliosa realtà dell’INCARNAZIONE Filippesi 2:5-8.

Il Figlio, la seconda Persona della Trinità, decide di sua spontanea volontà di lasciare il Trono celeste e di discendere sulla terra. Decide di diventare uomo come gli uomini. Decide di prendere reale e vera natura umana. Decide di essere concepito nel seno di una donna vergine per opera dello Spirito Santo.

Non è l’uomo-peccatore che è salito in cielo e ha trovato Dio, ma è Dio stesso che è disceso sulla terra nella persona di Gesù per cercare e salvare gli uomini.

IL VINO: (I Corinzi 11:25). Figura del sangue di Cristo.

La meravigliosa realtà del SACRIFICIO

Isaia 53:3-7.

3 Disprezzato e abbandonato dagli uomini,

uomo di dolore, familiare con la sofferenza,

pari a colui davanti al quale ciascuno si nasconde la faccia,

era spregiato, e noi non ne facemmo stima alcuna.

4 Tuttavia erano le nostre malattie che egli portava,

erano i nostri dolori quelli di cui si era caricato;

ma noi lo ritenevamo colpito,

percosso da Dio e umiliato!

5 Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni,

stroncato a causa delle nostre iniquità;

il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui

e mediante le sue lividure noi siamo stati guariti.

6 Noi tutti eravamo smarriti come pecore,

ognuno di noi seguiva la propria via;

ma il SIGNORE ha fatto ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti.

7 Maltrattato, si lasciò umiliare

e non aprì la bocca.

Come l’agnello condotto al mattatoio,

come la pecora muta davanti a chi la tosa,

egli non aprì la bocca

 

C’è potenza nel sangue di Gesù,

C’è vittoria nel sangue di Gesù,

C’è liberazione nel sangue di Gesù,

C’è perdono nel sangue di Gesù.

 

Per quel sangue applicato alla nostra vita, Satana sta lontano da noi,

Per quel sangue Dio ci vede perfetti ai suoi occhi,

Per quel sangue i nostri peccati sono cancellati,

Per quel sangue le nostre vesti sono imbiancate.

 

Grazie a quel sangue fra breve udremo il suono dell’ultima Tromba, Grazie a quel sangue saremo rapiti,

Grazie a quel sangue saremo trasformati,

Grazie a quel sangue entreremo nel Regno di Dio

Grazie a quel sangue vedremo Dìo faccia a faccia.

 

IL CALICE: (I Corinzi 10:21). Figura della comunione.

La meravigliosa realtà dell’UNITÀ della Chiesa

 Filippesi 2:1-3.

2:1 Se dunque v’è qualche incoraggiamento in Cristo, se vi è qualche conforto d’amore, se vi è qualche comunione di Spirito, se vi è qualche tenerezza di affetto e qualche compassione, 2 rendete perfetta la mia gioia, avendo un medesimo pensare, un medesimo amore, essendo di un animo solo e di un unico sentimento

 

 

In Africa e in alcune zone del Medio Oriente è importante mangiare dallo stesso piatto e bere dallo stesso bicchiere. Sia in Niger che in Mali capita che in diverse occasioni servano il cibo in un unico grande vassoio o recipiente e tutti mangiano insieme con le mani e tutti bevono dallo stesso bicchiere. Qualora tu dovessi chiedere un piatto o un bicchiere singolo per te, offenderesti gravemente le persone vicine perché stai dimostrando di non voler partecipare alla loro comunione.

 

 

 

  1. LA TAVOLA DEL CULTO. Mi piace immaginare il culto come una tavola apparecchiata con tante vivande e cibi. Mi piace immaginare il Signore che prepara il culto… “Per me tu imbandisci la tavola” …”Per me tu prepari il culto”.

 

Non sono i pastori, o il gruppo musicale, o chi presiede che devono preparare o organizzare e pianificare il culto,

ma lo Spirito Santo.

 

COSA E’ IL CULTO

Il culto non è un programma,

Non è un intrattenimento,

Non è una mattinata ,

Non è una serata,

Non è un evento,

Non è una cerimonia.

Il culto non è il culto di una denominazione,

Né dì una struttura ecclesiastica MA È IL CULTO DEL SIGNORE”.

 

IL CULTO è il più alto servizio che ogni credente deve rendere a Dio con timore e tremore. Prima di ogni altra cosa noi siamo stati salvati e chiamati a rendere il nostro culto a Dio, prima in privato e poi in pubblico. Al culto cristiano, al quale siamo stati invitati a partecipare, dobbiamo gustare quello che Dio ha preparato per ognuno di noi.

 

 

ATTI DEGLI APOSTOLI 13:1-3:

Nella chiesa che era ad Antiochia c’erano profeti e dottori: Barnaba, Simeone detto Niger, Lucio di Cirene, Manaem, amico d’infanzia di Erode il tetrarca, e Saulo. 2 Mentre celebravano il culto del Signore e digiunavano, lo Spirito Santo disse: «Mettetemi da parte Barnaba e Saulo per l’opera alla quale li ho chiamati». 3 Allora, dopo aver digiunato, pregato e imposto loro le mani, li lasciarono partire.

 

per ogni nucleo di credenti, pochi o numerosi, dove Cristo regna sovrano e lo Spirito è l’Unico Direttore, il Signore ha preparato delle vivande spirituali :

 

(1) L’OPERA SALVIFICA DI CRISTO: “nella chiesa”. Non si riferisce a un locale di culto, non esisteva un edificio chiamato chiesa, allora dì chi parla? Erano peccatori “chiamati fuori” dal mondo. Erano uomini e donne riscattati dal peccato. Erano delle anime strappate dalle fauci di Satana. Lo Spirito Santo convinceva di peccato e Dio salvava giorno dopo giorno. Niente e nessuno poteva fermare l’opera salvifica di Cristo (Atti 11:21).

 

(2) L’OPERA DEL MINISTERIO FRUTTUOSA: Att 13:1c’erano profeti e dottori”.

In Efesini 4:11-12 leggiamo che Dio ha dato dei ministeri alla Sua chiesa “…in vista dell’opera del ministerio”.

 

La chiesa che era ad Antiochia ( Atti 13 ) era fertile, produceva nuovi ministeri.

 

Ogni chiesa locale deve partorire uomini e donne che servono nella vita comunitaria. Un fratello diceva: «Ogni pastore deve produrre altri pastori, ogni evangelista deve produrre altri evangelisti, ogni insegnante deve produrre altri insegnanti, ogni monitore deve produrre dei nuovi monitori e ogni chiesa deve partorire nuove chiese».

 

(3) IL PROGRESSO E LA CRESCITA DELLA PAROLA:

 

(Atti 15:35) 35 Paolo e Barnaba rimasero ad Antiochia, insegnando e portando, insieme a molti altri, il lieto messaggio della Parola del Signore.

 

Meraviglioso equilibrio. La Parola progrediva e si rafforzava perché veniva utilizzata con equilibrio. Questo verso si potrebbe parafrasare oggi: «facevano gli studi biblici in chiesa ed evangelizzavano per strada».

Da una parte ammaestravano il popolo in riunione specifiche ma dall’altra uscivano per evangelizzare i perduti.

Avevano imparato dal Maestro

(Matteo 4:23).

23 Gesù andava attorno per tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe e predicando il vangelo del regno, guarendo ogni malattia e ogni infermità tra il popolo

 

(4) IL SERVIZIO PUBBLICO RESO A DIO:

Atti 13:2 “mentre celebravano il culto del Signore”

Nell’antica Grecia questo verbo si riferiva al servizio imposto dalla legge ai cittadini più ricchi per finanziare opere pubbliche, per cui lo Stato non si assumeva l’onere di sostenere i costi, era «un servizio di pubblica utilità». In ambito cristiano indica «il servizio reso a Dio per l’utilità comune».

 Il Re del cielo ci ha incaricato a svolgere l’adorazione pubblica per l’edificazione dei credenti

(cfr. 1 Corinzi 12:7 “per il bene comune”).

 

Ogni volta che ci riuniamo per adorare Dio ci dobbiamo sempre porre queste due domande:

 

il nome di Cristo sarà innalzato?

il mio servizio, quello che farò durante il culto, sarà utile per il popolo? ( LA CHIESA )

 

(5) LA REALE PRESENZA DELLO SPIRITO: Atti 13:2

“lo Spirito Santo disse”.

Non lo dovevano invitare, Lui era già presente. È il culto del Signore e lo Spirito Santo non ha bisogno di essere invitato in quanto Lui è il Proprietario del culto. Siamo noi quelli invitati a partecipare alla Sua Tavola.

 

SICCOME È LUI IL PADRONE DEL CULTO,

Lui parla quando vuole,

Lui si muove come vuole,

Siamo noi che dobbiamo seguirLo,

Non è Lui che deve seguire noi.

AD ANTIOCHIA LO SPIRITO SANTO

 

Si sentiva a suo agio,

Era a casa sua,

Non aveva vincoli,

Era libero,

Non si sentiva vincolato

E operava quando lo riteneva opportuno

(cfr. 2 Corinzi 3:17).

17 Ora, il Signore è lo Spirito; e dove c’è lo Spirito del Signore, lì c’è libertà.

               

             NOTA

William Joseph Seymour affermava: “Quando i credenti sanno quello che accade nella riunione, non stanno più celebrando un culto guidato dallo Spirito Santo”.

 

(6) LA REALE VISIONE DI UNA CHIESA SPIRITUALE: ATTI 13:2

 

 “mettetemi da parte Saulo e Barnaba per l’opera alla quale li ho chiamati”.

 

La Pentecoste è stata mandata da Dio per rafforzare e potenziare l’adempimento del Grande Mandato. Il battesimo nello Spirito Santo è stato dato ai credenti affinché ripieni di potenza possano evangelizzare i popoli e le tribù fino alle estremità della terra.

 

Un pentecostale che non condivide l’opera missionaria non è un vero pentecostale.

Il battesimo nello Spirito Santo e la Missione  ( DEL GRANDE MANDATO ) sono uniti da un vincolo indissolubile (Atti 1:8).

Non esiste Pienezza Pentecostale senza la Missione e non esiste la Missione senza una reale Pienezza Pentecostale (Atti 4:31).

 

(7) LE REALI CARATTERISTICHE DI UNA CHIESA SPIRITUALE:

 

ATTI 13:3 “allora dopo aver digiunato e pregato”.

 

Non si preoccupavano dell’orario. Erano impegnati nella preghiera e nel digiuno, il tempo passava e nessuno stava a guardare l’orologio. Avevano bisogno di capire la volontà di Dio, avevano bisogno di avere una conferma riguardo alla profezia che avevano ricevuto, avevano necessità di presentare a Dio i bisogni, il viaggio e la missione di Paolo e Barnaba.

Non era una preghiera di cinque minuti o un culto di un’ora,

 

La loro preghiera era accompagnata dal digiuno,

Era una vera preghiera,

Un’adorazione che si prolungava nel tempo.

Erano entrati nel Luogo Santissimo, erano nella viva e reale presenza di Dio e non volevano ritornare a casa di corsa.

 

(8) LA REALTÀ DELL’UNIONE: ATTI 13:3

 “imposto loro le mani, li lasciarono partire”.

 

Non era una chiesa divisa. Nella chiesa dì Antiochia non si formarono due gruppi: il Partito del SÌ e il Partito del NO.

 

Il Partito del SÌ: noi siamo favorevoli alla chiamata missionaria di Paolo e Barnaba, abbiamo capito che questa è la volontà di Dio per la loro vita, siamo d’accordo, per noi possono partire.

 

Il Partito del No replica: noi crediamo che i tempi sono immaturi, dobbiamo ancora provare e testare la maturità di Paolo e Barnaba. Crediamo opportuno di restare ancora in preghiera e digiuno per capire meglio come muoverci.

 

Assolutamente, non ci fu nulla di tutto questo, non esisteva nessuno dei due partiti. La presenza dello Spirito Santo e l’esercizio del carisma profetico avevano creato unità. Dio aveva parlato, la chiesa aveva pregato, tutto questo era sufficiente.

Né il Partito del Sì, né il Partito del No, ma la chiesa unita dà a Paolo e Barnaba la mano di associazione; impongono le mani su di loro in segno di compartecipazione e comunione alla loro chiamata e li lasciano partire con il loro benestare.

 

 

CONCLUSIONE: adesso spetta a ciascuno di noi. La TAVOLA è pronta, è imbandita. Dio ha preparato tutto. Dovremmo sederci e gustare le meravigliose pietanze spirituali con rendimento di grazie.

 

 

FINE

html>

<

Comments are closed.