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LA TENTAZIONE DI GESU’

 

 

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MATTEO 4
Il tema di questo capitolo è la tentazione di Gesù nel deserto, l’inizio del suo ministerio pubblico a
Capernaum e la chiamata di quattro discepoli presso il Mar di Galilea.
Seguiamo lo sviluppo del libro di Matteo.
Gesù è sceso dal cielo per nascere e vivere come uno di noi; è cresciuto come qualsiasi altro
bambino, tranne il fatto che egli era senza peccato.
Al momento del suo battesimo si è identificato con noi ed ora si appresta ad essere tentato per dare
risposta a domande ben precise: il re sarà in grado di affrontare la prova e di vincerla? Per prima
cosa leggiamo il versetto 1
Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo.
Matteo 4:1
Siccome Gesù nel suo battesimo si identificò con il genere umano, le Sue esperienze dovrebbero
metterci in guardia aspettandoci la tentazione e mostrandoci inoltre la via per uscirne non solo
indenni, ma vincitori. Alcuni cristiani sembrano incapaci di rendersi conto che anch’essi saranno
tentati, altri considerano la tentazione come una colpa o una punizione! Ma se lo Spirito Santo
sospinse il Signore verso la tentazione è logico pensare diversamente; tutto dipende da come essa
viene affrontata.
Perché Dio dovrebbe riempirci del Suo Spirito e della potenza se poi tutto questo dovesse servire
unicamente a farci passare il resto della nostra vita in una sorta di contemplazione di ciò che è bello
e buono? Ci sono tempeste da affrontare, battaglie da combattere e tentazioni a cui resitere. Non
sono cose piacevoli, ma bisogna riconoscerne la loro necessità e utilità. Non c’è quindi da
sorprendersi se, dopo un passo di consacrazione o una benedizione incomparabile, all’improvviso lo
Spirito Santo ci sospinga verso un’occasione di prova.
Dio vuole che siamo come il Suo Figliolo, forti come Lui e come Lui vincitori.
La parola tentare ha un duplice significato:
1°- Incitare o attrarre al male; sedurre. In ognuno di noi c’è qualcosa che ci spinge verso il male, ma
questo non era vero per Gesù, come scrive Giovanni 14:30: “…viene il Principe di questo mondo.
Egli non può nulla contro di me” e di lui leggiamo in Ebrei 7:26: “…santo, innocente, immacolato,
separato dai peccatori”. Quindi la tentazione di Gesù doveva essere diversa da quella che potrebbe
indurre noi a peccare, pertanto molto più forte.
2°- Provare. Come ci dice Giacomo 1:13, Dio non tenta gli uomini al male, anche se ci viene detto
che “Dio mise alla prova Abramo” Genesi 22:1, il che vuol dire che il Signore stava provando la
fede di Abramo.
Gesù deve essere messo alla prova. Se ci chiedessimo se avrebbe potuto fallire, la mia risposta è un
netto no; perchè se questo fosse accaduto, nè tu nè io avremmo avuto un Salvatore affidabile. Sorge
spontanea la domanda se la tentazione di Gesù sia stata effettiva e valida, dal momento che egli non
avrebbe potuto soccombere.
Precisiamo subito che questa tentazione è stata molto più forte di quelle che dobbiamo affrontare
noi.
Ad esempio, quando si progetta una nuova automobile, si eseguono prove accurate per collaudarla, e
anche ogni diamante puro è controllato per dimostrare che non è falso. Analogamente il Signore
Gesù Cristo è stato messo alla prova per dimostrare che egli era proprio quello che affermava di
essere.
Così come i costruttori di un ponte provano la solidità della sua struttura sottoponendolo a pesanti
carichi, per dimostrare che non crollerà, per la stessa ragione il Signore Gesù è stato tentato per
provare e dimostrare che egli non avrebbe fallito.
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La sua prova è stata più grande delle nostre, in quanto noi abbiamo dei limiti a quello che possiamo
sopportare.
Se la tentazione è forte, e la pressione aumenta, alla fine io potrei soccombere, e questo vale anche
per te. Ma Cristo non fu mai vinto, anche se la pressione era in continuo aumento.
Un’altra caratteristica interessante di questa tentazione risulta dal confronto e dal contrasto con la
tentazione di Eva nel Giardino di Eden. Leggiamo i versetti da 2 a 4
E, dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. E il tentatore,
avvicinatosi, gli disse: “Se tu sei Figlio di Dio, ordina che queste pietre diventino pani”. Ma egli
rispose: “Sta scritto: “Non di pane soltanto vivrà l’uomo, ma di ogni parola che proviene dalla
bocca di Dio”.
Matteo 4:2-4
Egli doveva essere tentato dal diavolo, come Eva. La prima tentazione era di carattere fisico.
Eva aveva visto che il frutto era bello da mangiare Genesi 3:6, e al Signore Gesù venne chiesto di
trasformare le pietre in pane. L’apostolo Giovanni chiama questa tentazione per i credenti “la
concupiscenza della carne” 1°Giovanni 2:15,16.
Notiamole insinuazioni sottili del diavolo. Per prima cosa egli dice: “Se sei il Figlio di Dio, comanda
che queste pietre diventino pane”. In altre parole chiede a Gesù di fare una dimostrazione non in
linea con il metodo di Dio.
Naturalmente non cerca di far commettere a Gesù un crimine, perchè questa non sarebbe stata una
tentazione reale, in quanto Gesù aveva una naturale inclinazione a fare il bene e, dal momento che il
pane è il sostentamento della vita, trasformare pietre in pani sarebbe stata una cosa buona; e più
avanti nel suo ministerio, Gesù sfamò grandi folle con il pane.
Tuttavia il male intrinseco della tentazione di Satana era quello di indurre Gesù ad allontanarsi dalla
volontà di Dio per la sua vita.
Ma il Signore risponde a questa tentazione con le parole che si trovano in Deuteronomio 8:3, che
Gesù riteneva Parola ispirata di Dio.
Come dicevamo all’inizio, il Signore Gesù rispose al diavolo usando Efesini 6:17 la spada dello
Spirito per affrontare il nemico di Dio e dell’uomo.
Ogni volta la sua risposta era: “Sta scritto..”. Se soltanto fossimo un po’ più esperti nell’uso della
spada dello Spirito! Nel tempo in cui viviamo sarebbe la nostra arma più efficace.
Passiamo alla seconda tentazione: Leggiamo i versetti da 5 a 7
Allora il diavolo lo portò con sé nella città santa, lo pose sul pinnacolo del tempio, e gli disse: “Se
tu sei Figlio di Dio, gettati giù; poiché sta scritto: “Egli darà ordini ai suoi angeli a tuo riguardo, ed
essi ti porteranno sulle loro mani, perché tu non urti con il piede contro una pietra”. Gesù gli
rispose: “É altresì scritto: “Non tentare il Signore Dio tuo”.
Matteo 4:5-7
Questa è una tentazione spirituale. Ad Eva il frutto era parso desiderabile per diventare sapiente. Per
il credente questo viene definito “l’orgoglio della vita”.
La seconda cosa che Satana voleva far fare a Gesù era quella di diventare un capo religioso per
mezzo di un grande miracolo, piuttosto che fargli presentare le sue credenziali nel modo voluto da
Dio. Il metodo di Satana avrebbe evitato la croce.
Il diavolo cita il Salmo 91:11-12, con qualche inesattezza, infatti dice: “Poichè egli darà ordini ai
suoi angeli a tuo riguardo. Essi ti porteranno sulla palma della mano, perchè il tuo piede non
inciampi in nessuna pietra”.
Il diavolo è bravo a citare la Bibbia, ma non è del tutto esatto. Satana ha omesso una frase molto
importante dal testo del Salmo 91, e cioè “di proteggerti in tutte le tue vie”, che è la parte importante
del versetto.
Satana stava cercando di fare in modo che Gesù ignorasse il metodo di Dio.
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Amico, non sempre è la volontà di Dio che nella tua o nella mia vita si compia qualcosa di
miracoloso.
Nella nostra società circola l’idea che noi possiamo forzare Dio a fare qualcosa, che Egli sia al
nostro servizio e che a nostro comando possa fare quello che noi desideriamo, ma non possiamo
comportarci in questo modo! Dio è sovrano, e noi siamo le sue creature – Egli è il Creatore, e noi
dobbiamo sottometterci alla sua volontà, che a volte può non essere facile.
E’ essenziale riuscire a dire “non la mia ma la tua volontà sia fatta”.
Gesù risponde citando Deuteronomio 6:16. Non tentare Dio.Cosa significa tentare Dio?
Il passo citato da Gesù ci riporta a quando gli Israeliti tentarono Dio dicendo: ‘Il Signore è in mezzo
a noi si o no?’ Questo è tentare Dio, mettere in dubbio la Sua presenza e volere una dimostrazione
miracolosa, un intervento speciale che ce la provi.
La terza prova è psicologica. Leggiamola nei versetti 8-11
Di nuovo il diavolo lo portò con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la
loro gloria, dicendogli: “Tutte queste cose ti darò, se tu ti prostri e mi adori”. Allora Gesù gli disse:
“Vattene, Satana, poiché sta scritto: “Adora il Signore Dio tuo e a Lui solo rendi il culto”.Allora il
diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli si avvicinarono a lui e lo servivano.
Matteo 4:8-11
Satana mostra a Gesù i regni del mondo e la loro gloria.
Notiamo che questa è una tentazione psicologica; l’uomo brama il potere e anche Eva ebbe la stessa
tentazione quando il diavolo le disse Genesi 3:5: “Sarete come dei con la conoscenza del bene e del
male”. Molti di noi crollano davanti a questa prova.
Un altro problema riguardante questa tentazione è l’offerta da parte del diavolo di tutti i regni del
mondo. Come mai egli aveva da offrire i regni di questo mondo? Il Signore Gesù non contesta
questa offerta e non gli dice che non può farlo perchè non li possiede.
Io credo che Satana fosse in grado di offrirli perchè li possedeva e questo fatto ci dà una diversa
visione dei problemi di questo nostro universo.
Il diavolo ha il controllo di questo mondo, e dietro la confusione e il travaglio del mondo c’è sempre
Satana. Ricordiamoci chi è veramente il nostro nemico; egli è un nemico spirituale, vuole diventare
Dio. Nella sua risposta Gesù cita ancora Deuteronomio 6:13 e 10:20.
Ogni volta il Signore risponde con la Bibbia e non c’è dubbio che questo vuol dirci qualcosa; non ha
detto ad esempio: “Io credo che”, oppure “Penso che sia meglio così”, ma ha affermato in modo
molto chiaro quello che dice la Parola di Dio.
Per le sue risposte ha usato la Parola di Dio, e per un credente questo è sufficiente.
Nel versetto 11 leggiamo: “Allora il diavolo lo lasciò ed ecco degli angeli si avvicinarono a lui e lo
servivano”.
Nel passo parallelo in Luca 4:13 leggiamo che il diavolo si allontanò per un certo tempo e io penso
comunque che lo abbia tentato durante il corso di tutta la sua vita. In modo particolare notiamo la
tentazione nel Giardino del Getsemani quando Gesù dovette sopportare sofferenze indescrivibili.
Vediamo ora come Gesù inizia il suo ministerio pubblico a Capernaum.
Possiamo leggere i versetti da 12 a 16.
Gesù, udito che Giovanni era stato messo in prigione, si ritirò in Galilea. E, lasciata Nazaret, venne
ad abitare in Capernaum, città sul mare, ai confini di Zabulon e di Neftali, affinché si adempisse
quello che era stato detto dal profeta Isaia: “Il paese di Zabulon e il paese di Neftali, sulla via del
mare, di là dal Giordano, la Galilea dei pagani, il popolo che stava nelle tenebre, ha visto una gran
luce; su quelli che erano nella contrada e nell’ombra della morte una luce si è levata”.
Matteo 4:12-16
Gesù si allontana dalla zona di Gerusalemme perchè Giovanni era stato messo in prigione da Erode,
e quindi il Signore Gesù sposta il suo quartier generale da sud a nord e da Nazaret, sua città
d’origine, a Capernaum.
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Nel suo racconto Matteo non precisa i particolari di questo spostamento e questo è un esempio del
fatto che i quattro Vangeli non cercano di essere uguali l’uno con l’altro perchè ognuno di essi è
scritto con uno scopo ben preciso.
Nessuno di loro aveva la pretesa di essere una biografia del Signore Gesù, perchè nessuno poteva
scriverla. Ogni libro ha lo scopo di raggiungere un certo settore dell’umanità.
Matteo fu scritto per l’ambiente religioso e in primo luogo è diretto alla nazione di Israele.
In effetti, venne scritto in ebraico, come affermano Papia ed Eusebio, due padri della chiesa, insieme
ad altri dello stesso periodo.
Sebbene Matteo non precisi i particolari del viaggio verso Capernaum, sappiamo dagli altri Vangeli
che Gesù è stato rifiutato dalla sua città di origine.
Capernaum diventa la sua sede e resterà tale, per quanto ne sappiamo, fino al momento in cui egli
andrà a Gerusalemme per essere crocifisso.
Matteo invece ci dà la ragione dello spostamento da Nazareth a Capernaum, cosa che gli altri
Vangeli non ci dicono, per dimostrare che ogni cosa che il Signore Gesù ha fatto era in adempimento
alle profezie del Vecchio Testamento.
Troviamo questa profezia in Isaia 9:1-2 e 42:6-7. Non voglio dilungarmi nell’esame dello sfondo di
questa zona chiamata Galilea dei Gentili, ma se volete fare qualche ricerca, troverete molto
interessante vedere le condizioni di questa regione ai tempi del Signore Gesù.
Ricordiamo anche che egli vi trascorse la sua infanzia.
Veniva chiamata terra dei pagani perchè vi erano emigrate molte persone dell’impero romano.
La zona intorno al Mar di Galilea era molto bella, ma mondana e malvagia, e i suoi abitanti, pur
vivendo nelle vicinanze di Gerusalemme, erano molto lontani da Dio.
La grande luce del Signore Gesù irruppe su di loro e la sua sola presenza li mise davanti alla loro
responsabilità: furono testimoni di molti miracoli, ma la loro risposta fu scarsa.
Più tardi al capitolo 11:20-24 di Matteo, Gesù pronunciò un giudizio contro di loro dicendo “Guai a
te Corazin”!. A Capernaum Gesù riparte dal punto in cui si era fermato Giovanni Battista.
Leggiamo infatti nel versetto 17
Da quel tempo Gesù cominciò a predicare e a dire: “Ravvedetevi, perché il regno dei cieli è
vicino”.
Matteo 4:17
Il messaggio di Gesù suonava così: “Pentitevi, ravvedevi, venite a me perchè il Regno dei cieli è
vicino”, cioè era a portata di mano nella persona del Re.
Naturalmente, essi non potevano avere il regno senza di lui. Come abbiamo visto, il regno dei cieli, è
semplicemente il regno dei cieli sulla terra, il governo di Dio nelle persone che accettano il Suo
Figliolo. Questo ha anche una dimensione futura ed eterna, ma vediamo ora che Gesù comincia a
raccogliere intorno a sè i discepoli, come notiamo dai seguenti versetti 18 – 22:
Mentre camminava lungo il mare della Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone detto Pietro, e
Andrea suo fratello, i quali gettavano la rete in mare, perché erano pescatori. E disse loro: “Venite
dietro a me e vi farò pescatori di uomini”. Ed essi, lasciate subito le reti, lo seguirono. Passato
oltre, vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedeo e Giovanni, suo fratello, i quali nella barca con
Zebedeo, loro padre, rassettavano le reti; e li chiamò. Essi, lasciando subito la barca e il padre
loro, lo seguirono.
Matteo 4:18-22
Nei Vangeli il Signore pronuncia almeno tre chiamate a questi uomini, o forse sarebbe più esatto dire
che sono avvenuti tre incontri tra Cristo e queste persone.
Il primo incontro avviene a Gerusalemme, come raccontato in Giovanni 1:35-42.
Il secondo presso il mar di Galilea, e verosimilmente qui abbiamo il resoconto di questo.
Essi lo avevano già visto in precedenza, ma allora non li aveva invitati a seguirlo; ora presso il mare
di Galilea, nel corso del secondo incontro, egli li chiama a seguirlo.
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In seguito, come precisano Marco e Luca, essi ritornano a pescare. E infine, egli li chiama ancora, e
questa volta per diventare apostoli.
E’ meraviglioso in tutto questo che Gesù abbia scelto uomini imperfetti come erano i discepoli,
perchè allora può usare anche me e te.
E’ incoraggiante sapere che non dobbiamo essere dei super santi per servirlo. Qualsiasi sia il nostro
campo d’azione, Gesù può usarci; qualunque sia il nostro talento, se lo affidiamo a lui, egli potrà
utilizzarlo. Dio non usa solo chi sa parlare bene, ma anche chi sa fare altre cose.
La cosa importante è consacrarsi a lui.
Saremo sotto la sua guida, ma non faremo tutti la stessa cosa, perchè ci ha dato doni diversi, in
quanto il corpo di Cristo ha molte membra, con differenti funzioni.
Questi uomini li conosceremo meglio in seguito e specialmente nel racconto degli altri Vangeli.
Ma leggiamo i versetti da 23 a 25
Gesù andava attorno per tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe e predicando il vangelo
del regno, guarendo ogni malattia e ogni infermità tra il popolo. La sua fama si sparse per tutta la
Siria; gli recarono tutti i malati colpiti da varie infermità e da vari dolori, indemoniati, epilettici,
paralitici; ed egli li guarì. Grandi folle lo seguirono dalla Galilea, dalla Decapoli, da
Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano.
Matteo 4:23-25
Ricordiamo che Gesù si trova ora nella regione settentrionale di Israele e rileviamo che Gesù insegna
nelle loro sinagoghe, predicando il vangelo del regno. Che cosa vuol dire?
Il vangelo (buona notizia) del regno è a portata di mano nella persona del re; essi devono accettarlo e
riceverlo. Inoltre egli sta guarendoli dalle loro malattie fisiche.
Matteo ci racconta che Gesù guarì migliaia di persone e, se prestiamo attenzione al testo, troveremo
che non si tratta di pochi casi isolati, ma della guarigione di migliaia di persone.
Questo è il motivo per cui i nemici di Gesù non hanno mai messo in dubbio di miracoli, ce n’erano
troppi e troppo evidenti. Questa zona, la Decapoli, era un distretto comprendente dieci città nella
zona nord-orientale della Galilea, a est del fiume Giordano.
La gente veniva anche da Gerusalemme e dalla Giudea la zona più a sud della Palestina e da oltre il
Giordano, il che significa dover percorrere un lungo tratto di strada, in quanto Gesù sta ora
lavorando nel nord della Palestina.
Bisogna tenere a mente, nel considerare questo vangelo, che Matteo non sta cercando di darci un
racconto cronologico della vita di Cristo.
Egli presenta Gesù come re e segue uno schema di spostamenti per portare il re e le sue
affermazioni alla nazione di Israele.
E’ importante riflettere su questo; se non seguiamo questi movimenti descritti in Matteo, perdiamo lo
scopo di questo vangelo.
Nel prossimo capitolo troveremo uno dei discorsi più conosciuti del Signore Gesù, quello che Egli
pronunciò da una montagna, il cosiddetto “Sermone sul Monte”.

 

 

 

 

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