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NAAMAN : IL LEBBROSO

NAAMAN IL LEBBROSO

 2 Re 5  è uno dei più interessanti capitoli della vita del profeta Eliseo.
Ci parla della guerra in atto tra la Siria ed Israele e di un capitano Siriano, Naaman.
Iniziamo leggendo i primi 4 versetti
Naaman, capo dell’esercito del re di Siria, era un uomo tenuto in grande stima e onore presso il suo
signore, perché per mezzo di lui il SIGNORE aveva reso vittoriosa la Siria; ma quest’uomo, forte e
coraggioso, era lebbroso. Alcune bande di Siri, in una delle loro incursioni, avevano portato
prigioniera dal paese d’Israele una ragazza che era passata al servizio della moglie di Naaman. La
ragazza disse alla sua padrona: “Oh, se il mio signore potesse presentarsi al profeta che sta a
Samaria! Egli lo libererebbe dalla sua lebbra!” Naaman andò dal suo signore, e gli riferì la cosa,
dicendo: “Quella ragazza del paese d’Israele ha detto così e così”.
Il primo versetto che abbiamo letto ci offre un breve ritratto di Naaman.
Era il capitano dell’esercito siriano e benché pagano, era un gran uomo e un uomo d’onore.
Per suo tramite il Signore aveva liberato la Siria; questa è una cosa notevole.
Sono certo che sarete d’accordo con me che questo è un uomo di cui si è servito il Signore.
Scoprirete che in questo mondo il Signore si serve anche di uomini che non sono cristiani.
Ciò vi può sembrare strano ma non c’è bisogno che vi inoltriate tanto nella lettura della Parola di Dio
per scoprire che Egli si servì di uomini come il Faraone, Nabucodonosor, Ciro e Alessandro il
Grande. E qui, viene detto che si servì di Naaman.
Ci viene anche detto che Naaman era un grande uomo di grande valore. Tutte queste doti menzionate
contano nell’alta corte celeste. Dio non le disprezza. Questo pagano era usato da Dio: “Per mezzo di
lui il Signore aveva reso vittoriosa la Siria”.
Ma anche se leggiamo che di lui si dicono tante buone cose, dobbiamo aggiungere questo: “….era
lebbroso”. Oggi al mondo ci sono tante persone di cui si parla molto bene ma che non sono cristiani.
Si può dire che sono ottimi uomini o donne che hanno fatto cose eccellenti.
Però bisogna concludere il discorso dicendo che sono peccatori Romani 3:23 ci dice chiaramente
questo: “Tutti hanno peccato e sono privi della grazia di Dio”.
Non importa quanto siano brave le persone, agli occhi di Dio sono tutti peccatori.
Nei paesi pagani, i lebbrosi non erano esclusi dalla società.
E’ interessante notare che Dio diede ad Israele una legge che stabiliva l’isolamento dei lebbrosi
impedendo così che il male dilagasse. Oggi i lebbrosi vengono accolti in colonie e tenuti lontani dal
resto della società anche se questa malattia, quando è presa in tempo, può essere curata.
La lebbra, nelle Scritture, è un simbolo di peccato. Una ragione è che era incurabile per la scienza
umana. Solo Dio può curare il peccato e salvare un peccatore.
Naaman aveva tante belle doti ma era un peccatore. Egli cercava di nascondere la lebbra che portava
ma non poteva curarla.
Oggi, tante persone passano una mano di bianco sul peccato. Quello di cui hanno bisogno è di
divenire candidi e solo Cristo può farlo.
Subito dopo ci viene parlato di uno di quei personaggi della Bibbia che rimangono sconosciuti, nel
senso che non ci viene detto il nome.
Si tratta di una giovane, una ragazzina ebrea. Anche se non ne conosciamo il nome, la ragazzina è
tanto grande quanto la Regina Ester, quanto Rut la giovane Moabita, quanto Bat-Seba, o Sara, o
Rebecca e Rachele.
Questa giovanetta era “al servizio della moglie di Naaman”, era stata catturata durante un’incursione
e presa in casa come schiava dal capitano Siriano.
Questa giovane ebrea non aveva alcuna importanza nella società, tuttavia un giorno mentre era
insieme alla sua padrona sospirò e disse: “Oh se il mio signore potesse presentarsi al profeta che sta
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a Samaria! Egli lo libererebbe dalla sua lebbra” vedete, come Eliseo si era fatto una bella
reputazione.
La moglie del capitano prese sul serio ciò che la ragazza aveva detto e lo riferì al marito, così la cosa
giunse alle orecchie del Re di Siria che decise di agire. Come troviamo scritto nei versetti che vanno
dal 5 al 8 di questo capitolo che leggiamo.
Il re di Siria gli disse: “Ebbene, va’; io manderò una lettera al re d’Israele”. Egli dunque partì,
prese con sé dieci talenti d’argento, seimila sicli d’oro, e dieci cambi di vestiario; e portò al re
d’Israele la lettera, che diceva: “Quando questa lettera ti sarà giunta, saprai che ti mando Naaman,
mio servitore, perché tu lo guarisca dalla sua lebbra”. Appena il re d’Israele lesse la lettera, si
stracciò le vesti, e disse: “Io sono forse Dio, con il potere di far morire e vivere, ché costui mi
chieda di guarire un uomo dalla lebbra? É cosa certa ed evidente che egli cerca pretesti contro di
me”. Quando Eliseo, l’uomo di Dio, udì che il re si era stracciato le vesti, gli mandò a dire: “Perché
ti sei stracciato le vesti? Quell’uomo venga pure da me, e vedrà che c’è un profeta in Israele”.
2Re 5:5,8
Il re fu ben lieto di sentire che c’era qualche cosa che si potesse fare per l’uomo a cui lui tanto teneva,
e lo inviò subito al re d’Israele con una lettera di presentazione assieme ad una lauta ricompensa.
Tale lettera da parte del re di Siria che chiedeva che il capitano del suo esercito venisse guarito della
lebbra, mise in grande imbarazzo il re d’Israele che esclamò: “Non sono Dio. Non posso guarirlo!”
Infatti il messaggio era stato inviato alla persona sbagliata; avrebbe dovuto essere inviato a Eliseo. Il
re d’Israele disse: “Non posso affermare di poter guarire alcuno”.
Neppure Eliseo sosteneva di essere un guaritore, ma egli era in rapporto con il Grande Medico.
Pertanto il re d’Israele giunse alla conclusione che il re di Siria stava cercando un pretesto per
muovere guerra; perché mai gli avrebbe inviato il capitano del suo esercito con questa richiesta
impossibile? Ma Eliseo venne a sapere tutto ciò e chiese che Naaman fosse mandato da lui.
Leggiamo come andarono le cose in seguito nei versetti  di 2 Re 5:9,10,11,12,13,14,
Naaman dunque venne con i suoi cavalli e i suoi carri, e si fermò alla porta della casa di Eliseo. Ed
Eliseo gli inviò un messaggero a dirgli: “Va’, lavati sette volte nel Giordano; la tua carne tornerà
sana, e tu sarai puro”. Ma Naaman si adirò e se ne andò, dicendo: “Ecco, io pensavo: egli uscirà
senza dubbio incontro a me, si fermerà là, invocherà il nome del SIGNORE, del suo Dio, agiterà la
mano sulla parte malata, e guarirà il lebbroso. I fiumi di Damasco, l’Albana e il Parpar, non sono
forse migliori di tutte le acque d’Israele? Non potrei lavarmi in quelli ed essere guarito?” E,
voltatosi, se n’andava infuriato. Ma i suoi servitori si avvicinarono a lui e gli dissero: “Padre mio,
se il profeta ti avesse ordinato una cosa difficile, tu non l’avresti fatta? Quanto più ora che egli ti ha
detto: “Làvati, e sarai guarito”. Allora egli scese e si tuffò sette volte nel Giordano, secondo la
parola dell’uomo di Dio; e la sua carne tornò come la carne di un bambino; egli era guarito.
2 Re 5:9 ,14
Naaman veniva da una grande regno del nord.
Infatti, la sua nazione in quel tempo stava facendo pressione sulla nazione d’Israele ed aveva già
riportato delle vittorie su Israele, quindi Naaman si aspettava che lo accogliessero con tutti i riguardi
e invece cosa successe?
Eliseo non si degnò neppure di uscire per parlargli direttamente, mandò il suo servo a dirgli che
doveva tuffarsi sette volte nel Giordano e che così sarebbe guarito.
Naaman era seccato poiché era un uomo molto orgoglioso e non era mai stato trattato così.
Il Signore però voleva guarirlo non solo della sua lebbra ma anche del suo orgoglio.
Quando Dio vi salva, vuol togliere dalla vostra vita anche ciò che lo offende e l’orgoglio è proprio
una delle cose che Dio detesta. Si parla tanto del fatto che “Dio ama” ; ma Dio odia, anche.
Non è possibile amare senza odiare, non si può amare il bene senza odiare il male.
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E’ vero che Dio ama l’uomo, ma con parole inconfutabili Dio afferma che odia l’orgoglio nel cuore
umano. I versetti dei Proverbi 6:16-19 elencano sette cose che Dio odia e le prime della lista sono
“Gli occhi alteri, la lingua bugiarda e le mani che spargono sangue innocente”.
Vedete che cosa si trova al primo posto di questo elenco di cose che Dio odia? Uno atteggiamento
altero. Dio ci dice che egli lo odia. Lo odia tanto quanto odia l’omicidio.
Giacomo 4:6 recita: “Anzi egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura dice: Dio resiste
ai superbi e da grazia agli umili” L’orgoglio è la rovina dell’uomo, è un grave peccato.
In Proverbi 16:18 leggiamo: “La superbia precede la rovina e lo spirito altero precede la caduta”.
Proverbi 11:2 dice: “Venuta la superbia viene anche l’infamia ma la saggezza è con gli umili” ed
infine in Proverbi 29:23 leggiamo: “L’orgoglio abbassa l’uomo ma chi è umile di spirito ottiene
gloria”. Ma perché Dio odia l’orgoglio?
La definizione di orgoglio è un’eccessiva auto-stima, un concetto troppo elevato della propria
posizione e dei propri conseguimenti.
Paolo ne parlò così Romani 12:3: “Per la grazia che mi è stata concessa, dico quindi a ciascuno di
voi che non abbia di se un concetto più alto di quello che deve avere, ma abbia di se un concetto
sobrio, secondo la misura di fede che Dio ha assegnata a ciascuno”.
Orgoglio è anche darsi un eccessivo valore e pretendere più di quello che si vale.
Avete mai sentito dire: “Vorrei comprare quell’uomo per quanto vale e venderlo per quanto si crede
di valere”? L’orgoglio è la differenza tra ciò che siete e ciò che credete di essere.
Fu l’orgoglio di Satana che lo fece cadere. Quello fu il suo peccato.
L’orgoglio fu anche il peccato di Edom di cui Dio disse Abdia 4  “Anche se tu facessi il tuo nido in
alto come l’aquila, anche se tu lo mettessi fra le stelle, io ti farò precipitare di lassù, dice il
Signore” . L’orgoglio dell’uomo va contro al piano di Dio e dove si incontrano c’è contrasto.
Non vi è compromesso e si tratta di una collisione frontale.
Vedete, il piano di salvezza del Signore è la suprema risposta all’orgoglio dell’uomo.
Dio abbassa l’uomo, non prende nulla da lui.
Paolo, quando incontrò Gesù, poté dire di se stesso Filippesi 3:7  “Ma ciò che per me era un
guadagno, lo ho considerato come un danno, a causa di Cristo”.
Paolo rinunciò alla religione, rinunciò a tutto ciò che era stato e che riteneva importante e che ora
considerava sudiciume e disse: “me ne sono sbarazzato”. Cristo e orgoglio non si accompagnano.
Non potete essere orgogliosi e allo stesso tempo accettare fiduciosi Cristo come Salvatore.
Se avete fiducia in Lui, lascerete cadere nella polvere tutto il vostro orgoglio.
La storia di Naaman è il più bel esempio che abbiamo di un uomo spogliato del suo orgoglio.
Senz’altro era un gran uomo.
Dio elenca tutte le cose che lo distinguono come uomo di carattere e capacità. Ma era un lebbroso.
Un peccatore. Dio lo guarì non solo della lebbra ma anche del suo orgoglio.
Credetemi, Eliseo lo insultò veramente. Naaman credeva che Eliseo gli sarebbe venuto incontro e, in
piedi, avrebbe invocato il nome del Signore suo Dio, agitato una mano e lo avrebbe guarito dalla
lebbra. Sapete, questa è religione. Sarebbe come se Naaman descrivesse un qualsiasi altro rito che
noi conosciamo. Questa è religione. Quando Dio guarisce, è per fede, ed Egli in questo modo
calpesta il tuo orgoglio.
Non devi seguire una religione, dei riti per farti guarire, devi andare da Dio il Grande Medico.
Le obiezioni di Naaman circa il fiume erano esatte. Chi ha visto quei bei fiumi del Libano lo sa.
Nella città di Byblos c’è un posto chiamato “Biglietti da visita dei Grandi della Terra” perché è il
luogo dove uomini insigni hanno lasciato delle scritte sulle pendici della collina.
Percorrendo a piedi per circa un chilometro la sponda del fiume, si ammirano le belle, limpide acque
scorrere sul greto roccioso.
Il Giordano invece è un fiumiciattolo melmoso, che non regge al confronto con i ruscelli del Libano.
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Quindi potrei essere d’accordo con Naaman che chiese “ma perché mai dovrei bagnarmi nel
Giordano? Perché non immergermi in un corso di acqua limpida?” In questo vi è un insegnamento
per noi tutti. Tante persone odiano venire alla croce di Cristo.
E’ un luogo di ignominia di vergogna. La gente non vuole venire alla Croce.
Vuole invece fare qualche cosa di importante. Ed è quello che voleva fare Naaman.
Oh, l’orgoglio di Naaman! Disse che i fiumi di Damasco erano migliori, e lo erano.
Era offeso dall’impudenza e dall’impertinenza del profeta che gli chiedeva di lavarsi nel Giordano.
Ma amica, amico, dovrai venire alla Croce di Cristo, non puoi presentarti a Gesù e restargli innanzi
con il tuo orgoglio. Non puoi dire che hai qualche cosa su cui appoggiarti quando vieni a lui.
Vieni, come dice un canto “così come sono senza altra ragione se non che il Tuo sangue è stato
versato per me” e versato per ogni persona.
Tutto quello che devi fare è accettare la sua opera sulla Croce.
Mentre Naaman si allontanava infuriato, i suoi servi cercavano di farlo ragionare: “Se il profeta ti
avesse chiesto di fare qualcosa di importante lo avresti fatto”, gli dissero.
Quanti oggi vorrebbero fare qualche cosa d’importante per ottenere la salvezza? Non hai bisogno di
fare nulla, lo ha già fatto Lui per noi e tutto ciò che dobbiamo fare è di riceverlo.
Ci presentiamo come mendicanti e anche Naaman lo ha dovuto fare.
Convinto dalle parole dei suoi servitori Naaman scese al fiume e vi si immerse sette volte, secondo
le istruzioni di Eliseo. Darei qualunque cosa al mondo per aver potuto assistere alla scena.
Credo che ogni volta che usciva dall’acqua si sarà scrutato dicendo più o meno: “Ma questo è
assurdo! Non guarisco – non sto liberandomi della lebbra!”
E poi di nuovo scendeva in acqua. Però si immerse sette volte nel fiume Giordano, e fu guarito.
Quali saranno ora i suoi sentimenti? Leggiamo il seguito nei versetti da 2Re 5: 15 ,19
Poi tornò con tutto il suo séguito dall’uomo di Dio, andò a presentarsi davanti a lui, e disse:
“Ecco, io riconosco adesso che non c’è nessun Dio in tutta la terra, fuorché in Israele. E ora, ti
prego, accetta un regalo dal tuo servo”. Ma Eliseo rispose: “Com’è vero che vive il SIGNORE di
cui sono servo, io non accetterò nulla”. Naaman insisteva perché accettasse, ma egli rifiutò. Allora
Naaman disse: “Poiché non vuoi, permetti almeno che io, tuo servo, mi faccia dare tanta terra
quanta ne porteranno due muli; poiché il tuo servo non offrirà più olocausti e sacrifici ad altri dèi,
ma solo al SIGNORE. Tuttavia il SIGNORE voglia perdonare una cosa al tuo servo: quando il re,
mio signore, entra nella casa di Rimmon per adorare, e si appoggia al mio braccio, anch’io mi
prostro nel tempio di Rimmon. Voglia il SIGNORE perdonare a me, tuo servo, quando io mi
prostrerò così nel tempio di Rimmon!” Eliseo gli disse: “Va’ in pace!” Egli se ne andò e fece un
buon tratto di strada.
2 Re 5:15,19
Adesso, profondamente grato per la sua guarigione, Naaman insiste perché Eliseo accetti i ricchi
doni che ha portato, come segno della sua riconoscenza. Ma Eliseo non accetta nulla per ciò che Dio
ha compiuto.
Naaman non solo ha accettato la guarigione, ma ora la sua fede è nel Signore Dio d’Israele e nel suo
cuore nasce uno scrupolo in quanto, per la carica che rivestiva, avrebbe dovuto continuare ad entrare
nel tempio dell’idolo Rimmon.
Vi sarebbe entrato col suo corpo, non col suo cuore; così Eliseo lo rassicura.
Eliseo aveva un servo di nome Gheazi, a cui dispiaceva troppo veder sfumare tanti bei doni, quindi
corse dietro a Naaman.
Leggiamo dal versetto 20 al 27
Ma Gheazi, servo di Eliseo, uomo di Dio, disse fra sé: “Ecco, il mio signore è stato troppo generoso
con Naaman, con questo Siro, non accettando dalla sua mano quanto egli aveva portato; com’è vero
che il SIGNORE vive, io voglio corrergli dietro, e avere da lui qualcosa”.
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Così Gheazi corse dietro a Naaman; e quando Naaman vide che gli correva dietro, saltò giù dal
carro per andargli incontro, e gli disse: “Va tutto bene?” Egli rispose: “Tutto bene. Il mio signore
mi manda a dirti: “Ecco, proprio ora mi sono arrivati dalla regione montuosa d’Efraim due giovani
dei discepoli dei profeti; ti prego, dà loro un talento d’argento e due cambi di vestiario”. Naaman
disse: “Ti prego, accetta due talenti!” E gli fece premura; chiuse due talenti d’argento in due sacchi
con due cambi di vestiario, e li caricò addosso a due dei suoi servi, che li portarono davanti a
Gheazi. Giunto alla collina, Gheazi prese i sacchi dalle loro mani, li ripose nella casa, e rimandò
indietro quegli uomini, che se ne andarono. Poi andò a presentarsi davanti al suo signore.
Eliseo gli disse: “Da dove vieni, Gheazi?” Egli rispose: “Il tuo servo non è andato in nessun
luogo”. Ma Eliseo gli disse: “Il mio spirito non era forse presente laggiù, quando quell’uomo si
voltò e scese dal suo carro per venirti incontro? É forse questo il momento di prendere denaro, di
prendere vesti, e uliveti e vigne, pecore e buoi, servi e serve? La lebbra di Naaman s’attaccherà
perciò a te e alla tua discendenza per sempre”. Gheazi uscì dalla presenza di Eliseo, tutto lebbroso,
bianco come la neve.
2 Re 5:20,27
Gheazi approfittò dei buoni sentimenti di Naaman per soddisfare la propria avidità e per farlo
dovette mentire.
Il dono di Naaman fu molto generoso.
Gheazi permise ai servi di portare i doni sino alla torre quindi li prese lui e rimandò indietro i servi
da Naaman in modo che Eliseo non li vedesse.
Una volta nascosti i doni, Gheazi corse nuovamente al lavoro, comportandosi come se nulla fosse.
Come poteva pensare di farla franca conoscendo le doti di Eliseo? Come cioè il Signore gli si
rivelasse in modo tanto preciso?
Infatti non poté nascondere il suo peccato e la punizione fu immediata e tremenda.
La lebbra che aveva lasciato Naaman ricadde su di lui.
Il grande peccato di Naaman fu l’orgoglio.
Il grande peccato di Gheazi fu la cupidigia.
Il peccato è la lebbra dell’anima.

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