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LA TAVOLA

LA TAVOLA

Salmo 23:5 “Per me tu imbandisci la tavola, sotto gli occhi dei miei nemici”.

 

INTRODUZIONE: la parola ebraica (eb. shulkjan o shulcan) tradotta «tavola» indicava, inizialmente, una grande stuoia di pelle o di cuoio che veniva stesa sul pavimento, in mezzo alla tenda, sulla quale si disponevano i cibi e la famiglia si riuniva per mangiare. Il termine nel corso del tempo venne utilizzato, non per indicare un semplice e piccolo tavolino dove a volte appoggiamo degli oggetti, ma per indicare proprio il tavolo grande dove si consuma il pasto. Sia nella cultura ebraica che in altre culture il momento del consumare il cibo insieme ha un forte significato. È un momento importante. La famiglia, i fratelli, gli amici sì siedono e tra una portata e l’altra si parla, si affrontano vari argomenti, si condividono delle esperienze.

SONO MOMENTI DI CONDIVISIONE E COMUNIONE

La TAVOLA nella Bibbia la vediamo per la prima volta nel libro dell’ESODO , rappresenta la comunione tra :

ISRAELE E DIO , LA CHIESA E DIO

 Esodo 25:30 : 23 «Farai anche una tavola di legno d’acacia; la sua lunghezza sarà di due cubiti; la sua larghezza di un cubito e la sua altezza di un cubito e mezzo. 24 La rivestirai d’oro puro e le farai una ghirlanda d’oro che le giri intorno. 25 Le farai una cornice alta quattro dita; e a questa cornice farai tutt’intorno una ghirlanda d’oro. 26 Le farai pure quattro anelli d’oro e metterai gli anelli ai quattro angoli, ai quattro piedi della tavola. 27 Gli anelli saranno vicinissimi alla cornice per farvi passare le stanghe destinate a portare la tavola. 28 Farai le stanghe di legno d’acacia, le rivestirai d’oro e serviranno a portare la tavola. 29 Farai pure i suoi piatti, le sue coppe, i suoi calici e le sue tazze da servire per le libazioni. Li farai d’oro puro. 30 Metterai sulla tavola il pane della presentazione, che starà sempre davanti a me.

ESODO 26: 34 E 35 : IL COLLOCAMENTO DELLA TAVOLA DI PRESENTAZIONE

ESODO 26:34  Metterai il propiziatorio sull’arca della testimonianza nel luogo santissimo. 35 Metterai la tavola fuori del velo e il candelabro di fronte alla tavola dal lato meridionale del tabernacolo; metterai la tavola dal lato di settentrione.

 

STUDIAMO IL SALMO 23

 SALMO 23:5 Per me tu imbandisci la tavola,

sotto gli occhi dei miei nemici;

cospargi di olio il mio capo;

la mia coppa trabocca.

6 Certo, beni e bontà m’accompagneranno

tutti i giorni della mia vita;

e io abiterò nella casa del SIGNORE

per lunghi giorni.

 Alcune considerazioni: 

“PER ME”:

non è una tavola imbandita per altri, lo è per me, lo è per noi Suo popolo. Per noi che eravamo

 idolatri,

perversi,

perduti e

lontani da Dio,

ma proprio a noi grazia è stata fatta. (Efesini 2:1-5).

Siamo stati cercati,

trovati,

recuperati,

perdonati,

purificati e

salvati

Ma non dimenticare mai la cava dalla quale sei stato tratto

Salmo 40:2 Mi ha tratto fuori da una fossa di perdizione,

dal pantano fangoso;

ha fatto posare i miei piedi sulla roccia,

ha reso sicuri i miei passi.

 NON MERITIAMO NULLA MA POSSEDIAMO TUTTO IN CRISTO (Efesini 2:4a7 ).

 Efesi 2:4 Ma Dio, che è ricco in misericordia, per il grande amore con cui ci ha amati, 5 anche quando eravamo morti nei peccati, ci ha vivificati con Cristo (è per grazia che siete stati salvati), 6 e ci ha risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere nel cielo in Cristo Gesù, 7 per mostrare nei tempi futuri l’immensa ricchezza della sua grazia, mediante la bontà che egli ha avuta per noi in Cristo Gesù

Non vivere la tua fede cristiana da povero, come un mendicante. Tu possiedi tutte le ricchezze celesti in Cristo, in quanto hai ricevuto il diritto di essere chiamato figlio di Dio (Giovanni 1:12).

 “TU”: Tu Signore, Tu mio Salvatore Ti alzi dal Trono Reale, Ti cingi la veste reale e Ti metti a lavoro per me.

Il Re apparecchia la tavola al Suo servitore. Umanamente non è normale. Sono io servitore che   devo imbandire la tavola per il mio Signore ma nel Regno di Dio Gesù ci servirà

 (Luca 12:37)

37 Beati quei servi che il padrone, arrivando, troverà vigilanti! In verità io vi dico che egli si rimboccherà le vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. 38 Se giungerà alla seconda o alla terza vigilia e li troverà così, beati loro!

e ci pascerà (Apocalisse 7:13-17).

13 Poi uno degli anziani mi rivolse la parola, dicendomi: «Chi sono queste persone vestite di bianco e da dove sono venute?» 14 Io gli risposi: «Signor mio, tu lo sai». Ed egli mi disse: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione. Essi hanno lavato le loro vesti, e le hanno imbiancate nel sangue dell’Agnello. 15 Perciò sono davanti al trono di Dio e lo servono giorno e notte, nel suo tempio; e colui che siede sul trono stenderà la sua tenda su di loro. 16 Non avranno più fame e non avranno più sete, non li colpirà più il sole né alcuna arsura; 17 perché l’Agnello che è in mezzo al trono li pascerà e li guiderà alle sorgenti delle acque della vita; e Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi».

 “IMBANDISCI”: lett. significa “preparare un pranzo in maniera sfarzosa”, “apparecchiare la tavola con abbondanti vivande”. Non è un fast food, non sono cibi surgelati pre-cotti che poi riscaldiamo al microonde. C’è un grande lavoro dietro tutto questo. Gesù ha pagato un grande prezzo per imbandire la tavola e cibare pienamente le nostre anime

(cfr. Giovanni 19:30). 30 Quando Gesù ebbe preso l’aceto, disse: «È compiuto!» E, chinato il capo, rese lo spirito.

“SOTTO GLI OCCHI DEI MIEI NEMICI”:

Meravigliosa immagine. È l’immagine di un re seduto a tavola con i suoi generali che, di ritorno da una battaglia vinta, gustano insieme dei meritati cibi succulenti tra grida e giubilo. Dinanzi hanno gli ultimi nemici rimasti in vita, i quali sono stati catturati, legati e posizionati in ginocchio in un angolo della sala

(cfr. Apocalisse 19:17-18).

Fratelli, sorelle c’è vittoria nel nome dì Gesù sul nemico delle nostre anime. Cristo ha vinto, Cristo ha spogliato Satana della sua potenza e autorità (Colossesi 2:13 a 15 ). 13 Voi, che eravate morti nei peccati e nella incirconcisione della vostra carne, voi, dico, Dio ha vivificati con lui, perdonandoci tutti i nostri peccati; 14 egli ha cancellato il documento a noi ostile, i cui comandamenti ci condannavano, e l’ha tolto di mezzo, inchiodandolo sulla croce; 15 ha spogliato i principati e le potenze, ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro per mezzo della croce

LA TAVOLA DELLA GRAZIA. Una grande tavola ricca, ben imbandita e ben preparata che Cristo ha acquistato per noi gratuitamente (cfr. Isaia 55:1).

Isaia 55:1 «O voi tutti che siete assetati, venite alle acque;

voi che non avete denaro venite, comprate e mangiate!

Venite, comprate senza denaro, senza pagare, vino e latte!

 Meravigliosa GRAZIA, in questa piccola ma potente parola siamo benedetti di una benedizione eterna.

LA SALVEZZA:

(Matteo 22:1-4)

l’invito della salvezza del Re rivolto a tutti gli uomini di ogni nazione, tribù, lingua e popolo. “Io ho preparato il mio pranzo”: Dio ha preparato l’opera della Salvezza. — “I miei buoi…ingrassati sono ammazzati”: Dio ha donato Cristo l’Agnello perfetto, senza macchia né difetto, per essere immolato – “Tutto è pronto”: Cristo, con la sua morte e resurrezione, ha preparato la strada che conduce alla salvezza. – “Venite alle nozze”: l’invito universale sempre attuale.

 

Matteo 22:1 Gesù ricominciò a parlare loro in parabole, dicendo:

2 «Il regno dei cieli è simile a un re, il quale fece le nozze di suo figlio. 3 Mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze; ma questi non vollero venire. 4 Mandò una seconda volta altri servi, dicendo: “Dite agli invitati: Io ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e i miei animali ingrassati sono ammazzati; tutto è pronto; venite alle nozze”. 5 Ma quelli, non curandosene, se ne andarono, chi al suo campo, chi al suo commercio; 6 altri poi, presero i suoi servi, li maltrattarono e li uccisero. 7 Allora il re si adirò, mandò le sue truppe a sterminare quegli omicidi e a bruciare la loro città. 8 Quindi disse ai suoi servi: “Le nozze sono pronte, ma gli invitati non ne erano degni. 9 Andate dunque ai crocicchi delle strade e chiamate alle nozze quanti troverete”. 10 E quei servi, usciti per le strade, radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni; e la sala delle nozze fu piena di commensali. 11 Ora il re entrò per vedere quelli che erano a tavola e notò là un uomo che non aveva l’abito di nozze. 12 E gli disse: “Amico, come sei entrato qui senza avere un abito di nozze?” E costui rimase con la bocca chiusa. 13 Allora il re disse ai servitori: “Legatelo mani e piedi e gettatelo nelle tenebre di fuori. Lì sarà il pianto e lo stridor dei denti”. 14 Poiché molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti».

 IL PERDONO: (Matteo 9:10-12)

10 Mentre Gesù era a tavola in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. 11 I farisei, veduto ciò, dicevano ai suoi discepoli: «Perché il vostro maestro mangia con i pubblicani e con i peccatori?» 12 Ma Gesù, avendoli uditi, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati.

mentre Gesù era a tavola…”. Non si è mai preoccupato dì mangiare con pubblicani e prostitute. Non si è mai preoccupato del pregiudizio degli altri.

Dove è presente Gesù c’è sempre perdono.

Lui emana perdono,

Lui profuma di perdono,

Lui spande il perdono,

Lui dona il perdono.

“Non sono i sani che hanno bisogno del medico ma i malati”. Se tu riconosci il tuo peccato e ti riconosci peccatore sei seduto nella tavola adatta a te, sei al posto giusto, perché a capo tavola è seduto Gesù e quindi avrai la gioia, come Matteo il pubblicano, di essere perdonato e purificato dai tuoi peccati.

LA GUARIGIONE: (Matte) 15:22-28) “i cagnolini mangiano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni”.

In poche parole questa donna sta dicendo: « anche se non sono ebrea, anche se non faccio parte del popolo eletto, anche se non sono una figlia d’Israele, anche se in un primo momento sei venuto per adempiere le promesse fatte ad Abrahamo, io so che puoi soddisfare anche i miei bisogni perché mentre i padroni mangiano e si saziano seduti a tavola, ci sono sempre delle briciole e dei resti di cibo che cadono a terra con i quali i cagnolini come me si saziano

». Se una briciola della potenza di Cristo può liberare la figlia indemoniata,

Se una goccia di sangue uscita dal corpo di Cristo può perdonare tutti i peccati del mondo,

Se una virtù uscita da Cristo può guarire una donna dal flusso di sangue,

immaginate un po’ cosa Dio può fare se utilizzasse tutta la Sua potenza.

Il centurione diceva: “di’ una parola e il mio servitore sarà guarito”. Non sono necessarie tante parole, non voglio che tu faccia un grande discorso, non è necessario che tu faccia tanti chilometri per arrivare a casa mia, ma “di’ una parola”.

 

IL MIRACOLO: (Giovanni 2:1-3, 7-11).

“Portatelo al maestro di tavola…”, era colui che aveva organizzato il matrimonio, la cerimonia, il menù. Era colui che dava gli ordini ai servitori in modo che il pranzo si poteva svolgere nel miglior modo possibile. Il V. 3 dice “…. non hanno più vino”.

Quando NON HAI PIÙ:

Quando ti dicono che non hai più speranza;

Quando ti dicono che non hai più molti giorni da vivere;

Quando ti dicono che non hai più il lavoro;  

Quando ti dicono che non hai più delle certezze,

ricorda che alla tavola della grazia, come alla tavola delle nozze di Cana, è seduto Gesù Cristo, Colui che può cambiare ancora oggi l’acqua in vino.

Ancora oggi Lui cambia le situazioni più disperate. Tu non perderai, tu non resterai senza vino, qualcuno verrà a dirti come il maestro di tavola disse allo sposo “tu hai conservato il vino buono fino ad ora”. Nota: Tu non perderai… tu conserverai.

 LA NUOVA NASCITA: (Apocalisse 3:20). “Io entrerò e cenerò con lui”.

Quando Gesù entra nel cuore, quando Gesù dimora IN Noi la vita cambia. Quando Gesù entra in noi compie dei miracoli:

Purifica il cuore; 

Prende possesso della nostra vita divenendone il Signore; Diveniamo il Tempio dello Spirito Santo;

Nasciamo di nuovo.

Quando permetteremo a Gesù di varcare la soglia del nostro cuore e ceneremo con lui potremmo anche noi dire:

“Non sono più io che vivo ma è Cristo che vive in me”.

  1. LA TAVOLA DELLA COMUNIONE. Nella notte in cui fu tradito, mentre celebrava la Pasqua con i Suoi discepoli, il Signore istituì la Santa Cena o la Cena del Signore (Marco 14:22-25).

Famoso è l’invito che noi pastori rivolgiamo ai credenti:

“fratelli, sorelle accostatevi alla Mensa del Signore”. –

IL PANE: (I Corinzi 11:24). Figura del Corpo di Cristo.

La meravigliosa realtà dell’INCARNAZIONE Filippesi 2:5-8.

Il Figlio, la seconda Persona della Trinità, decide di sua spontanea volontà di lasciare il Trono celeste e di discendere sulla terra. Decide di diventare uomo come gli uomini. Decide di prendere reale e vera natura umana. Decide di essere concepito nel seno di una donna vergine per opera dello Spirito Santo.

Non è l’uomo-peccatore che è salito in cielo e ha trovato Dio, ma è Dio stesso che è disceso sulla terra nella persona di Gesù per cercare e salvare gli uomini.

IL VINO: (I Corinzi 11:25). Figura del sangue di Cristo.

La meravigliosa realtà del SACRIFICIO

Isaia 53:3-7.

3 Disprezzato e abbandonato dagli uomini,

uomo di dolore, familiare con la sofferenza,

pari a colui davanti al quale ciascuno si nasconde la faccia,

era spregiato, e noi non ne facemmo stima alcuna.

4 Tuttavia erano le nostre malattie che egli portava,

erano i nostri dolori quelli di cui si era caricato;

ma noi lo ritenevamo colpito,

percosso da Dio e umiliato!

5 Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni,

stroncato a causa delle nostre iniquità;

il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui

e mediante le sue lividure noi siamo stati guariti.

6 Noi tutti eravamo smarriti come pecore,

ognuno di noi seguiva la propria via;

ma il SIGNORE ha fatto ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti.

7 Maltrattato, si lasciò umiliare

e non aprì la bocca.

Come l’agnello condotto al mattatoio,

come la pecora muta davanti a chi la tosa,

egli non aprì la bocca

 

C’è potenza nel sangue di Gesù,

C’è vittoria nel sangue di Gesù,

C’è liberazione nel sangue di Gesù,

C’è perdono nel sangue di Gesù.

 

Per quel sangue applicato alla nostra vita, Satana sta lontano da noi,

Per quel sangue Dio ci vede perfetti ai suoi occhi,

Per quel sangue i nostri peccati sono cancellati,

Per quel sangue le nostre vesti sono imbiancate.

 

Grazie a quel sangue fra breve udremo il suono dell’ultima Tromba, Grazie a quel sangue saremo rapiti,

Grazie a quel sangue saremo trasformati,

Grazie a quel sangue entreremo nel Regno di Dio

Grazie a quel sangue vedremo Dìo faccia a faccia.

 

IL CALICE: (I Corinzi 10:21). Figura della comunione.

La meravigliosa realtà dell’UNITÀ della Chiesa

 Filippesi 2:1-3.

2:1 Se dunque v’è qualche incoraggiamento in Cristo, se vi è qualche conforto d’amore, se vi è qualche comunione di Spirito, se vi è qualche tenerezza di affetto e qualche compassione, 2 rendete perfetta la mia gioia, avendo un medesimo pensare, un medesimo amore, essendo di un animo solo e di un unico sentimento

 

 

In Africa e in alcune zone del Medio Oriente è importante mangiare dallo stesso piatto e bere dallo stesso bicchiere. Sia in Niger che in Mali capita che in diverse occasioni servano il cibo in un unico grande vassoio o recipiente e tutti mangiano insieme con le mani e tutti bevono dallo stesso bicchiere. Qualora tu dovessi chiedere un piatto o un bicchiere singolo per te, offenderesti gravemente le persone vicine perché stai dimostrando di non voler partecipare alla loro comunione.

 

 

 

  1. LA TAVOLA DEL CULTO. Mi piace immaginare il culto come una tavola apparecchiata con tante vivande e cibi. Mi piace immaginare il Signore che prepara il culto… “Per me tu imbandisci la tavola” …”Per me tu prepari il culto”.

 

Non sono i pastori, o il gruppo musicale, o chi presiede che devono preparare o organizzare e pianificare il culto,

ma lo Spirito Santo.

 

COSA E’ IL CULTO

Il culto non è un programma,

Non è un intrattenimento,

Non è una mattinata ,

Non è una serata,

Non è un evento,

Non è una cerimonia.

Il culto non è il culto di una denominazione,

Né dì una struttura ecclesiastica MA È IL CULTO DEL SIGNORE”.

 

IL CULTO è il più alto servizio che ogni credente deve rendere a Dio con timore e tremore. Prima di ogni altra cosa noi siamo stati salvati e chiamati a rendere il nostro culto a Dio, prima in privato e poi in pubblico. Al culto cristiano, al quale siamo stati invitati a partecipare, dobbiamo gustare quello che Dio ha preparato per ognuno di noi.

 

 

ATTI DEGLI APOSTOLI 13:1-3:

Nella chiesa che era ad Antiochia c’erano profeti e dottori: Barnaba, Simeone detto Niger, Lucio di Cirene, Manaem, amico d’infanzia di Erode il tetrarca, e Saulo. 2 Mentre celebravano il culto del Signore e digiunavano, lo Spirito Santo disse: «Mettetemi da parte Barnaba e Saulo per l’opera alla quale li ho chiamati». 3 Allora, dopo aver digiunato, pregato e imposto loro le mani, li lasciarono partire.

 

per ogni nucleo di credenti, pochi o numerosi, dove Cristo regna sovrano e lo Spirito è l’Unico Direttore, il Signore ha preparato delle vivande spirituali :

 

(1) L’OPERA SALVIFICA DI CRISTO: “nella chiesa”. Non si riferisce a un locale di culto, non esisteva un edificio chiamato chiesa, allora dì chi parla? Erano peccatori “chiamati fuori” dal mondo. Erano uomini e donne riscattati dal peccato. Erano delle anime strappate dalle fauci di Satana. Lo Spirito Santo convinceva di peccato e Dio salvava giorno dopo giorno. Niente e nessuno poteva fermare l’opera salvifica di Cristo (Atti 11:21).

 

(2) L’OPERA DEL MINISTERIO FRUTTUOSA: Att 13:1c’erano profeti e dottori”.

In Efesini 4:11-12 leggiamo che Dio ha dato dei ministeri alla Sua chiesa “…in vista dell’opera del ministerio”.

 

La chiesa che era ad Antiochia ( Atti 13 ) era fertile, produceva nuovi ministeri.

 

Ogni chiesa locale deve partorire uomini e donne che servono nella vita comunitaria. Un fratello diceva: «Ogni pastore deve produrre altri pastori, ogni evangelista deve produrre altri evangelisti, ogni insegnante deve produrre altri insegnanti, ogni monitore deve produrre dei nuovi monitori e ogni chiesa deve partorire nuove chiese».

 

(3) IL PROGRESSO E LA CRESCITA DELLA PAROLA:

 

(Atti 15:35) 35 Paolo e Barnaba rimasero ad Antiochia, insegnando e portando, insieme a molti altri, il lieto messaggio della Parola del Signore.

 

Meraviglioso equilibrio. La Parola progrediva e si rafforzava perché veniva utilizzata con equilibrio. Questo verso si potrebbe parafrasare oggi: «facevano gli studi biblici in chiesa ed evangelizzavano per strada».

Da una parte ammaestravano il popolo in riunione specifiche ma dall’altra uscivano per evangelizzare i perduti.

Avevano imparato dal Maestro

(Matteo 4:23).

23 Gesù andava attorno per tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe e predicando il vangelo del regno, guarendo ogni malattia e ogni infermità tra il popolo

 

(4) IL SERVIZIO PUBBLICO RESO A DIO:

Atti 13:2 “mentre celebravano il culto del Signore”

Nell’antica Grecia questo verbo si riferiva al servizio imposto dalla legge ai cittadini più ricchi per finanziare opere pubbliche, per cui lo Stato non si assumeva l’onere di sostenere i costi, era «un servizio di pubblica utilità». In ambito cristiano indica «il servizio reso a Dio per l’utilità comune».

 Il Re del cielo ci ha incaricato a svolgere l’adorazione pubblica per l’edificazione dei credenti

(cfr. 1 Corinzi 12:7 “per il bene comune”).

 

Ogni volta che ci riuniamo per adorare Dio ci dobbiamo sempre porre queste due domande:

 

il nome di Cristo sarà innalzato?

il mio servizio, quello che farò durante il culto, sarà utile per il popolo? ( LA CHIESA )

 

(5) LA REALE PRESENZA DELLO SPIRITO: Atti 13:2

“lo Spirito Santo disse”.

Non lo dovevano invitare, Lui era già presente. È il culto del Signore e lo Spirito Santo non ha bisogno di essere invitato in quanto Lui è il Proprietario del culto. Siamo noi quelli invitati a partecipare alla Sua Tavola.

 

SICCOME È LUI IL PADRONE DEL CULTO,

Lui parla quando vuole,

Lui si muove come vuole,

Siamo noi che dobbiamo seguirLo,

Non è Lui che deve seguire noi.

AD ANTIOCHIA LO SPIRITO SANTO

 

Si sentiva a suo agio,

Era a casa sua,

Non aveva vincoli,

Era libero,

Non si sentiva vincolato

E operava quando lo riteneva opportuno

(cfr. 2 Corinzi 3:17).

17 Ora, il Signore è lo Spirito; e dove c’è lo Spirito del Signore, lì c’è libertà.

               

             NOTA

William Joseph Seymour affermava: “Quando i credenti sanno quello che accade nella riunione, non stanno più celebrando un culto guidato dallo Spirito Santo”.

 

(6) LA REALE VISIONE DI UNA CHIESA SPIRITUALE: ATTI 13:2

 

 “mettetemi da parte Saulo e Barnaba per l’opera alla quale li ho chiamati”.

 

La Pentecoste è stata mandata da Dio per rafforzare e potenziare l’adempimento del Grande Mandato. Il battesimo nello Spirito Santo è stato dato ai credenti affinché ripieni di potenza possano evangelizzare i popoli e le tribù fino alle estremità della terra.

 

Un pentecostale che non condivide l’opera missionaria non è un vero pentecostale.

Il battesimo nello Spirito Santo e la Missione  ( DEL GRANDE MANDATO ) sono uniti da un vincolo indissolubile (Atti 1:8).

Non esiste Pienezza Pentecostale senza la Missione e non esiste la Missione senza una reale Pienezza Pentecostale (Atti 4:31).

 

(7) LE REALI CARATTERISTICHE DI UNA CHIESA SPIRITUALE:

 

ATTI 13:3 “allora dopo aver digiunato e pregato”.

 

Non si preoccupavano dell’orario. Erano impegnati nella preghiera e nel digiuno, il tempo passava e nessuno stava a guardare l’orologio. Avevano bisogno di capire la volontà di Dio, avevano bisogno di avere una conferma riguardo alla profezia che avevano ricevuto, avevano necessità di presentare a Dio i bisogni, il viaggio e la missione di Paolo e Barnaba.

Non era una preghiera di cinque minuti o un culto di un’ora,

 

La loro preghiera era accompagnata dal digiuno,

Era una vera preghiera,

Un’adorazione che si prolungava nel tempo.

Erano entrati nel Luogo Santissimo, erano nella viva e reale presenza di Dio e non volevano ritornare a casa di corsa.

 

(8) LA REALTÀ DELL’UNIONE: ATTI 13:3

 “imposto loro le mani, li lasciarono partire”.

 

Non era una chiesa divisa. Nella chiesa dì Antiochia non si formarono due gruppi: il Partito del SÌ e il Partito del NO.

 

Il Partito del SÌ: noi siamo favorevoli alla chiamata missionaria di Paolo e Barnaba, abbiamo capito che questa è la volontà di Dio per la loro vita, siamo d’accordo, per noi possono partire.

 

Il Partito del No replica: noi crediamo che i tempi sono immaturi, dobbiamo ancora provare e testare la maturità di Paolo e Barnaba. Crediamo opportuno di restare ancora in preghiera e digiuno per capire meglio come muoverci.

 

Assolutamente, non ci fu nulla di tutto questo, non esisteva nessuno dei due partiti. La presenza dello Spirito Santo e l’esercizio del carisma profetico avevano creato unità. Dio aveva parlato, la chiesa aveva pregato, tutto questo era sufficiente.

Né il Partito del Sì, né il Partito del No, ma la chiesa unita dà a Paolo e Barnaba la mano di associazione; impongono le mani su di loro in segno di compartecipazione e comunione alla loro chiamata e li lasciano partire con il loro benestare.

 

 

CONCLUSIONE: adesso spetta a ciascuno di noi. La TAVOLA è pronta, è imbandita. Dio ha preparato tutto. Dovremmo sederci e gustare le meravigliose pietanze spirituali con rendimento di grazie.

 

 

FINE

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LA DEPRESSIONE SPIRITUALE

 

 DEPRESSIONE SPIRITUALE               
 
Salmo 42:1
Come la cerva desidera i corsi d’acqua,
così l’anima mia anela a te, o Dio.
2 L‘anima mia è assetata di Dio, del Dio vivente;
quando verrò e comparirò in presenza di Dio?
3 Le mie lacrime sono diventate il mio cibo giorno e notte,
mentre mi dicono continuamente: «Dov’è il tuo Dio?»
4 Ricordo con profonda commozione il tempo in cui camminavo con la folla verso la casa di Dio, tra i canti di gioia e di lode d’una moltitudine in festa. 5 Perché ti abbatti, anima mia?
Perché ti agiti in me? Spera in Dio, perché lo celebrerò ancora;
egli è il mio salvatore e il mio Dio. 6 L’anima mia è abbattuta in me;
perciò io ripenso a te dal paese del Giordano, dai monti dell’Ermon, dal monte Misar.
7 Un abisso chiama un altro abisso al fragore delle tue cascate;
tutte le tue onde e i tuoi flutti sono passati su di me.
8 Il SIGNORE, di giorno, concedeva la sua grazia, e io la notte innalzavo cantici per lui come preghiera al Dio che mi dà vita. 9 Dirò a Dio, mio difensore: «Perché mi hai dimenticato? Perché devo andare vestito a lutto per l’oppressione del nemico?»
10 Le mie ossa sono trafitte dagli insulti dei miei nemici
che mi dicono continuamente: «Dov’è il tuo Dio?» 11 Perché ti abbatti, anima mia?
Perché ti agiti in me? Spera in Dio, perché lo celebrerò ancora;
egli è il mio salvatore e il mio Dio.
SALMO 42
CONSIDERAZIONI GENERALI
Ciò che ci prefiggiamo con questo studio non è l’analisi della depressione così come la psicanalisi ce la presenta. Quello che ci preme è invece capire è
LO SCORAGGIAMENTO,
IL DISORIENTAMENTO
E L’INFELICITÀ
che colgono i credenti per brevi o lunghi periodi nel corso della loro vita. Come il salmo 42 ci dimostra, non è vero che il credente sia esente dall’afflizione o dalla depressione spirituale. Essa è infatti strettamente correlata, come avremo modo di vedere ampiamente, alla fede.
QUESTO STUDIO AFFRONTERÀ
lo scoraggiamento,
 l’afflizione,
il turbamento.
l’angoscia
e tutti quelle condizioni spirituali che sono però correlate con “il buon combattimento della fede
 La Bibbia affronta molte volte il problema della depressione spirituale, al punto che dovremmo, credo, anzitutto rivedere il nostro concetto di nuova vita in Cristo.
Nel senso che dobbiamo affrontare come primo punto e con estrema franchezza, che tutti i credenti sono soggetti a momenti, e a volte anche a lunghi periodi, di profondo smarrimento, in cui la vitalità e l’esuberanza cristiana lasciano spazio alla tristezza e alla vacuità; in altre parole l’essere una nuova creatura in Cristo non ci preserva da questi combattimenti interiori, ma ci offre la via per uscirne sempre vincitori.
Il senso di vuoto, che è tipico della depressione spirituale, è per il cristiano uno degli aspetti più tristi e demoralizzanti, che crea dubbio e sconcerto. Laddove la vitalità di Cristo dovrebbe scaturire come da una fonte, troviamo invece apatia e tristezza. Se non si affrontano con equilibrio e conoscenza questi momenti saremo facile presa del tentatore, che potrà insinuare dubbi di ogni genere nella nostra mente, facendoci sprofondare ancora di più nello sconforto.
Non meravigliamoci dunque se la depressione spirituale bussa alla nostra porta, grandi servitori prima di noi l’hanno combattuta, quel che importa e sapere come risponderle.
Nell’affrontare questo importante argomento seguiremo sempre uno schema preciso: valuteremo prima gli insegnamenti biblici e poi scenderemo ad analizzare gli esempi che la Bibbia o la vita stessa ci offre. Molti di noi sono portati a confrontarsi sempre con gli esempi pratici quando hanno un problema; questo però non è saggio se non abbiamo prima ben chiaro l’insegnamento della Bibbia. Solamente alla luce di quest’ultimo, infatti, potremo correttamente valutare e applicare alla nostra vita le esperienze degli altri.
LA NECESSITÀ DI AFFRONTARE QUESTO ARGOMENTO
È importante far luce su questo problema principalmente per far fronte alla sofferenza che questo causa al credente che ne è afflitto: “Un cuore allegro è un buon rimedio, ma uno spirito abbattuto fiacca le ossa” Proverbi 17:22.
 
Le afflizioni dello spirito tolgono il piacere ad ogni aspetto della nostra esistenza. Oltre a ciò non dimentichiamo che la nostra eredità in Cristo è una vita esuberante e noi non vogliamo rinunciare a quanto il Signore ci ha acquistato a così duro prezzo sulla croce.
Del resto, e questa è la seconda importante ragione per affrontare il problema della depressione spirituale, non v’è nulla di più sconsolante e di controindicato per la sana testimonianza cristiana di un credente spento e privo di gioia. La vera testimonianza della realtà e dello splendore dell’opera che Cristo può fare negli uomini siamo noi! Nulla è più efficace di una vita esuberante per trasmettere Cristo a chi ancora non lo conosce. Niente è più deleterio per il messaggio cristiano di un credente che da l’idea che la sua fede sia qualcosa di triste e cupo.
Affronteremo ora sintomi cause e rimedi in senso generale, per afferrare l’argomento nel suo insieme, e nel corso dei successivi studi ci rivolgeremo ad un’analisi più dettagliata che ci permetterà di applicare le soluzioni che la Parola di Dio ci insegna, alla nostra vita ed al nostro bisogno in particolare.
Nel salmo 42 il salmista descrive  se stesso come un credente e come servo di Dio : V. 4  Ricordo con profonda commozione il tempo in cui camminavo con la folla verso la casa di Dio, tra i canti di gioia e di lode d’una moltitudine in festa
 La gioia e la lode  sembra essere scritta sul suo volto. Ma il salmista cade poi in una depressione riesce a descrivere così l’animo afflitto dalla depressione, in tutto il salmo,  ci fa anche intravedere nei versi 5 e 11 la soluzione: “Perché t’abbatti anima mia? perché ti commuovi in me? Spera in Dio, perché lo celebrerò ancora; Egli è la mia salvezza e il mio Dio”.
I SINTOMI DELLA DEPRESSIONE SPIRITUALE
I sintomi credo che ciascuno di noi, almeno in parte, li conosca per esperienza. Il salmo 42 ce ne dà un esempio perfetto:
TRISTEZZA,           ( in tutto il salmo )
INAPPETENZA,    ( V. 3  Le mie lacrime sono diventate il mio cibo giorno e notte,mentre mi dicono continuamente: «Dov’è il tuo Dio?»
 PIANTO,           ( V.3 ) 
 IN TUTTO IL SALMO VEDIAMO LO STATO D’ANIMO DEL SALMISTA
ANGOSCIA,   
ANSIA,
TIMORE,
AFFLIZIONE,
SCONFORTO,
SCORAGGIAMENTO,
SFIDUCIA,
INFELICITÀ,
INQUIETUDINE…
 
LE CAUSE :
IL TEMPERAMENTO
la psicologia definisce il temperamento:
“insieme di disposizioni comportamentali presenti sin dalla nascita le cui caratteristiche definiscono le differenze individuali nella risposta all’ambiente. Il temperamento riflette dunque una variabilità biologica” e forma il carattere e la personalità
Può sembrare strano cominciare da questo punto. Alcuni potrebbero obbiettare dicendo che in Cristo essendo noi resi nuove creature non abbiamo più il problema di affrontare la vita con le nostre debolezze e limiti, perché è reso tutto nuovo… Bastano pochi attimi di riflessione e nessuna parola pare rispondere a una tale affermazione. Non è forse vero che noi tutti ancora oggi ed ogni giorno dobbiamo fare i conti con la nostra indole che segna il modo di affrontare e riguardare i problemi? Cosi come nel corpo siamo diversi anche nel temperamento, e poiché è questo a guidare il nostro modo di affrontare la vita, è proprio il nostro temperamento che può esporci o preservarci dalla depressione spirituale.
Volendo generalizzare esistono due grandi categorie in cui potremo distinguere la mente umana:
Introversa ( Chi è Portato a chiudersi nel proprio mondo interiore per timidezza o per egoistico ed esclusivo interesse verso la propria persona; diffidente o addirittura ostile nei riguardi dei contatti umani e dei rapporti sociali. )
 Estroversa. ( facile ad aprirsi col prossimo, espansivo, aperto,  socievole )
L’essere introversi può più facilmente indurci in uno stato depressivo, perché avere lo sguardo perennemente ed insistentemente rivolto a noi stessi, ci spinge ad una analisi di ciò che siamo, pensiamo e facciamo che può assumere connotazioni morbose. Ciò che dovrebbe essere una sana analisi del nostro stato interiore, come del resto la Bibbia ci suggerisce di fare, può, nei soggetti introversi, tramutarsi in una accusa rivolta a noi stessi, in un disagio esistenziale o nell’incapacità di perdonarsi.
Un sano esame di coscienza é cosa giovevole, ma avere lo sguardo continuamente rivolto in noi stessi può farci scivolare in uno stato morboso che apre la via alla depressione spirituale.
 LA SALUTE FISICA
Non vi sorprenda questa causa. Lo so, molti di noi considerano la vita dello spirito così elevata da distaccarsi completamente da quella corporea. Non vorrei deludere nessuno, ma le cose non stanno proprio così. Noi siamo costituiti da anima, corpo e spirito, ecco l’uomo. Non esiste l’uomo senza una di queste parti ed esse si influenzano profondamente. Non siate ciechi: la fatica, lo stress così come una malattia che ci affligga da tempo, possono essere serie cause, o perlomeno concause di una condizione di depressione spirituale.
 LE REAZIONI ALLE BENEDIZIONI
So che di primo acchito molti di voi questa proprio non me la passeranno come possibile causa di scoraggiamento, perché, pensiamo, dovrebbe piuttosto essere motivo di esuberanza. Eppure una semplice analisi della Bibbia ci può facilmente far cambiare idea.
Ricordiamo per esempio :
(1 Re 18), Elia dopo l’esperienza del soprannaturale e la vittoria sui profeti di Baal, leggiamo al cap. 19:3 ebbe paura pensò di mettersi in salvo dagli attacchi della regina Jezebel , che fine aveva fatto la potenza del fuoco? Dov’èra il suo Dio Potente ? era ancora li, che stava accadendo nel carattere di Elia? La sua natura umana introversa lo aveva indotto ad avere paura , si era chiuso nel proprio mondo interiore , e fuggiva :
1 Re19:3 andò a Beer-Sceba
Al verso 4 fuggì nel deserto, dove dette sfogo alla sua depressione, chiese a Dio di farlo morire:
4 ma egli s’inoltrò nel deserto una giornata di cammino, andò a mettersi seduto sotto una ginestra, ed espresse il desiderio di morire, dicendo: «Basta! Prendi la mia anima, o SIGNORE, poiché io non valgo più dei miei padri!»
Poi dal verso 5 a 8 l’Angelo del Signore ( Teofania di Dio sulla terra : Gesù, lo conforta , dal verso 9 al verso 15 Elia viene risvegliato da Dio, è interessante vedere come Dio si rivela ad Elia :
NON NEL VENTO                       verso 11
NON NEL TERREMOTO             verso 12
NON NEL FUOCO                       verso 12
Ma NEL DOLCE SUSSURRO     verso 13 cosi Dio ci parla
 
Abrahamo
(Genesi 14:12 ).
dopo aver sconfitto con soli trecentodiciotto servitori un esercito grandissimo, dopo la benedizione di Melchisedeck ( altra Teofania , apparizione di Dio in terra : Gesù ) al cap. 15 :1 a 6 mette in dubbio la potenza di Dio, rileggi il verso
6  Egli credette al SIGNORE, che gli contò questo come giustizia.
Che cosa era successo nella vita di Abramo ?
Non intendiamo affermare che questa sia una condizione normale, tutt’altro se vissuta nella giusta maniera la benedizione contribuisce all’accrescimento della nostra vitalità spirituale.
SATANA
Credo che il nemico delle nostre anime abbia proprio come scopo supremo della sua esistenza quello di indurre il credente alla depressione spirituale. Egli sa di non poterci sconfiggere, cerca però di farci essere come il credente descritto nel salmo 42:
SPENTO,
AFFLITTO,
PRIVO DI VITALITÀ.
Questo per produrre in noi quanto più sofferenza possibile, e per togliere alla nostra vita l’efficacia della vera testimonianza cristiana, che poi è la nostra stessa forza: la gioia del Signore.
 
(Nehemia 8:10).
10 Poi Nehemia disse loro: «Andate, mangiate cibi grassi e bevete bevande dolci, e mandate delle porzioni a quelli che non hanno preparato nulla per loro; perché questo giorno è consacrato al nostro Signore; non siate tristi; perché la gioia del SIGNORE è la vostra forza
Vigiliamo attentamente alla luce della Parola di Dio, perché mille sono le sue astuzie.
LA MANCANZA DI FEDE
L’abbiamo lasciata in ultimo non perché sia la meno importante, al contrario, essa è il fondamento della depressione spirituale. La mancanza di fede è alla base della nostra esposizione a tutto ciò che ci contrasta e combatte. Il credente che rimane incrollabile nella sua fede nella Parola di Dio non può in alcun modo venire scalfito, né dalla vita, né dalle tentazioni di Satana.
 Efesi 6:16 prendete oltre a tutto ciò lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infocati del maligno.
 1Tessalonicesi  5:8 Ma noi, che siamo del giorno, siamo sobri, avendo rivestito la corazza della fede e dell’amore e preso per elmo la speranza della salvezza.
1Corinzi 16:13 Vegliate, state fermi nella fede, comportatevi virilmente, fortificatevi.
 Colossesi 2:7 radicati, edificati in lui e rafforzati dalla fede, come vi è stata insegnata, abbondate nel ringraziamento.
 1Tmoteo 6:12 Combatti il buon combattimento della fede, afferra la vita eterna alla quale sei stato chiamato e in vista della quale hai fatto quella bella confessione di fede in presenza di molti testimoni.
2Tm 4:7 Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede.
 1Giovanni 5:4 Poiché tutto quello che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede.
 
IL VERO PROBLEMA NASCE quando per la debolezza della nostra fede noi cessiamo di dare ascolto alla Santa Parola di Dio e cominciamo a volgere la nostra attenzione alla voce del nostro Io, o peggio ancora alle parole dell’avversario.
Incrollabili nella verità! Questa è la vittoria.
Poiché l’incredulità è la base di ogni depressione spirituale.
 UNA SCELTA INCOMPLETA            
 Marco 8:23 Egli, preso il cieco per la mano, lo condusse fuori dal villaggio; gli sputò sugli occhi, pose le mani su di lui, e gli domandò: «Vedi qualche cosa?» 24 Egli aprì gli occhi e disse: «Scorgo gli uomini, perché li vedo come alberi che camminano». 25 Poi Gesù gli mise di nuovo le mani sugli occhi; ed egli guardò e fu guarito e vedeva ogni cosa chiaramente
 Certamente questo è veramente uno dei miracoli più particolari che gli evangeli ci propongono. Sicuramente dobbiamo accostarci ad esso con la conoscenza e la consapevolezza dell’intero messaggio biblico per non incorrere in affrettate conclusioni che potrebbero certo risultare fuorvianti. Infatti, appare strano che Gesù abbia dovuto mettere mano due volte su un malato perché la guarigione potesse in tutti i termini definirsi tale. Ma noi sappiamo con certezza che il nostro Signore è l’Onnipotente e che in Lui non c’è limite alcuno, Egli avrebbe potuto guarire il non vedente in un istante, ma per il nostro bene Gesù preferì agire così. Infatti, ogni miracolo che il Signore ha compiuto non è solamente la manifestazione della Sua bontà ed onnipotenza ma ha per noi un grande insegnamento spirituale. In altre parole tutti i miracoli che Gesù compì sono come delle parabole che insegnano attraverso un’azione miracolosa una verità spirituale di grande valore.
 
Il tema del nostro studio oggi avrà infatti come argomento un’importante verità rivelata da questo miracolo.
 UOMINI COME ALBERI ……..CHE CAMMINANO
Perché Gesù lo toccò due volte per operare in Lui un miracolo? Andiamo per gradi. Dopo avergli imposte le mani la prima volta Gesù gli domandò:. «Vedi qualche cosa?» 24 Egli aprì gli occhi e disse: «Scorgo gli uomini, perché li vedo come alberi che camminano» Che dite? È guarito o no?
Dalla risposta possiamo dire che non è più cieco, ma certamente non possiamo affermare che Egli non abbia ancora dei problemi. Potremmo affermare, tanto per non correre il rischio di prendere una posizione ben definita, sì e no. Non è né guarito, né cieco; né una cosa né l’altra.
Ebbene il problema di molti cristiani è proprio questo, essi non sono né peccatori né santi, né appassionati né riluttanti, né freddi né ferventi Apocalisse 3:15,16.
In altre parole alcuni credenti agiscono nei confronti della fede in modo limitato e pieno di riserve; o, in altri casi, con motivazioni talmente sbagliate che non riescono a vivere la pienezza dell’opera che Cristo vorrebbe compiere in loro.
Possiamo distinguere almeno tre diverse tipologie di errori.
 1) RAVVEDIMENTI SENZA IL GIUSTO FONDAMENTO
   Atti 8:  9 Or vi era un tale, di nome Simone, che già da tempo esercitava nella città le arti magiche, e faceva stupire la gente di Samaria, spacciandosi per un personaggio importante. 10 Tutti, dal più piccolo al più grande, gli davano ascolto, dicendo: «Questi è “la potenza di Dio”, quella che è chiamata “la Grande”». 11 E gli davano ascolto, perché già da molto tempo li aveva incantati con le sue arti magiche. 12 Ma quando ebbero creduto a Filippo che portava loro il lieto messaggio del regno di Dio e il nome di Gesù Cristo, furono battezzati, uomini e donne. 13 Simone credette anche lui; e, dopo essere stato battezzato, stava sempre con Filippo; e restava meravigliato, vedendo i miracoli e le opere potenti che venivano fatti.
Atti 8:18-24.
 18 Simone, vedendo che per l’imposizione delle mani degli apostoli veniva dato lo Spirito Santo, offrì loro del denaro, dicendo: 19 «Date anche a me questo potere, affinché colui al quale imporrò le mani riceva lo Spirito Santo». 20 Ma Pietro gli disse: «Il tuo denaro vada con te in perdizione, perché hai creduto di poter acquistare con denaro il dono di Dio. 21 Tu, in questo, non hai parte né sorte alcuna; perché il tuo cuore non è retto davanti a Dio. 22 Ravvediti dunque di questa tua malvagità; e prega il Signore affinché, se è possibile, ti perdoni il pensiero del tuo cuore. 23 Vedo infatti che tu sei pieno d’amarezza e prigioniero d’iniquità». 24 Simone rispose: «Pregate voi il Signore per me affinché nulla di ciò che avete detto mi accada».
 
 2) ENTUSIASMI SENZA RADICI :
      MARCO 4: 5, 6. e verso 16
 
 4 Mentre seminava, una parte del seme cadde lungo la strada; e gli uccelli vennero e lo mangiarono. 5 Un’altra cadde in un suolo roccioso dove non aveva molta terra; e subito spuntò, perché non aveva terreno profondo; 6 ma quando il sole si levò, fu bruciata; e, non avendo radice, inaridì.
 16 E così quelli che ricevono il seme in luoghi rocciosi sono coloro che, quando odono la parola, la ricevono subito con gioia; 17 ma non hanno in sé radice e sono di corta durata; poi, quando vengono tribolazione e persecuzione a causa della parola, sono subito sviati
 
 3) MEZZE CONVERSIONI MARCO 10:20-22.
…….20 Ed egli rispose: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia gioventù». 21 Gesù, guardatolo, l’amò e gli disse: «Una cosa ti manca! Va’, vendi tutto ciò che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi». 22 Ma egli, rattristato da quella parola, se ne andò dolente, perché aveva molti beni
Così ci sono credenti che non vogliono o non riescono ad abbandonare la loro vecchia vita , oppure mettere da parte i propri interessi invece di consacrarsi al Signore
In questi passi della Parola vediamo un esempio di persone che non abbandonano la vecchia vita e altre invece la abbandonano:
 Giosuè 24:2 Giosuè disse a tutto il popolo:
«Così parla il SIGNORE, il Dio d’Israele: “I vostri padri, come Tera padre di Abraamo e padre di Naor, abitarono anticamente di là dal fiume, e servirono gli altri dèi.
 Nota : Tera padre di Abramo non passò al di la del fiume , rimase a servire i suoi idoli e non entrò nella Canaan , la terra promessa
Confronta : Genesi 11:30
 3 E io presi il padre vostro Abraamo di là dal fiume, gli feci percorrere tutto il paese di Canaan, moltiplicai la sua discendenza e gli diedi Isacco. 4 A Isacco diedi Giacobbe ed Esaù, e assegnai a Esaù la proprietà del monte Seir, e Giacobbe e i suoi figli scesero in Egitto.
Nota: Abramo invece lasciò tutto ubbidi alla chiamata di Dio e oltrepassò il fiume per andare nella terra promessa . Quanti cristiani non riescono a oltrepassare il fiume , rimangono con la loro religione , ma non rispondono alla chiamata di Dio
 Giosuè 24:14 Dunque temete il SIGNORE e servitelo con integrità e fedeltà; togliete via gli dèi ai quali i vostri padri servirono di là dal fiume e in Egitto, e servite il SIGNORE
15 E se vi sembra sbagliato servire il SIGNORE, scegliete oggi chi volete servire: o gli dèi che i vostri padri servirono di là dal fiume o gli dèi degli Amorei, nel paese dei quali abitate; quanto a me e alla casa mia, serviremo il SIGNORE».
CHI SI FERMA AL BATTESIMO IN ACQUA
C’è chi, desidera seguire il Signore, si fa amministrare il Battesimo in acqua , ma poi si ferma li, ( al di là  del Giordano )
( Giosu 3:14 ) non entra nella Canaan spirituale ( la salvezza ) non gusta la gioia nel Signore , non fa esperienze pentecostali , rimane inattivo e moribondo . La Canaan spirituale ( la salvezza ) è il dono di Dio ma è anche una conquista , devi entrare per possederla .
V’è una sola via per ottenere piena soddisfazione e appagamento nella vita cristiana, “Rinunciare a se stessi, prendere la propria croce e seguire Gesù”. Non c’è altro mezzo, non un’altra via, solo quella di una totale donazione a Cristo, senza riserve, ricercando ogni giorno la Sua buona, perfetta e accettevole volontà per la nostra vita.
LA MENTE , IL CUORE , LA VOLONTA’        
 Romani 6:17 Ma sia ringraziato Dio perché eravate schiavi del peccato ma avete ubbidito di cuore a quella forma d’insegnamento che vi è stata trasmessa;
 Affrontiamo ora un importante argomento che riguarda la vita di ogni buon cristiano:
IL COINVOLGIMENTO NELLA FEDE DI TUTTO L’ESSERE NOSTRO: MENTE, CUORE E VOLONTÀ.
 
Sin da queste prime battute non può non sovvenire alle nostre menti il più alto e nobile dei comandamenti divini rivolti a tutti noi: “Ama il Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore e con tutta l’anima tua e con tutta la mente tua.” Matteo 22:37.
Questo comandamento ha un valore ed una profondità tale da coinvolgere e determinare la qualità stessa della vita spirituale del credente.
Abbiamo parlato  del cieco guarito in due fasi dal Signore Gesù, abbiamo puntualizzato la necessità del credente di donarsi senza riserve al Signore; questo studio però, anche se l’argomento può sembrare del tutto simile, ha invece delle connotazioni diverse; oggi tratteremo come potersi dare interamente a Dio; vale a dire analizzeremo come tutto il nostro essere, mente, cuore e volontà, debbano insieme e ordinatamente dedicarsi a Dio per vivere pienamente la promessa rivoltaci da Gesù di una vita esuberante.
IL DONO DI DIO : LE PROMESSE
2 Corinzi 1:20 a 22 : 20 Infatti tutte le promesse di Dio hanno il loro «sì» in lui; perciò pure per mezzo di lui noi pronunciamo l’Amen alla gloria di Dio. 21 Or colui che con voi ci fortifica in Cristo e che ci ha unti, è Dio; 22 egli ci ha pure segnati con il proprio sigillo e ha messo la caparra dello Spirito nei nostri cuori.
 Galati  3:16 Le promesse furono fatte ad Abraamo e alla sua progenie. Non dice: «E alle progenie», come se si trattasse di molte; ma, come parlando di una sola, dice: «E alla tua progenie», che è Cristo.
 
 Nell’ottenimento delle promesse di Dio noi rivestiamo un ruolo fondamentale. Non perché le promesse di Dio dipendano da noi, ma perché dall’obbedienza alla Parola dipendono le realizzazioni di queste promesse. Il Signore ha imbandito dinnanzi a noi una tavola capace di saziarci appieno,
Is 55:1 «O voi tutti che siete assetati, venite alle acque;
voi che non avete denaro
venite, comprate e mangiate!
Venite, comprate senza denaro, senza pagare, vino e latte!
2 Perché spendete denaro per ciò che non è pane
e il frutto delle vostre fatiche per ciò che non sazia?
Ascoltatemi attentamente e mangerete ciò che è buono,
gusterete cibi succulenti!
3 Porgete l’orecchio e venite a me;
ascoltate e voi vivrete;
io farò con voi un patto eterno,
vi largirò le grazie stabili promesse a Davide.
 
sta a noi però accostarci ad essa per nutrirci di ciò che in essa è stato disposto. Ebbene in questo “accostarci” vi sono modalità e disciplina che non possiamo trascurare, altrimenti rischiamo il mal nutrimento e per così dire il “rachitismo” ( sviluppo irregolare ) spirituale.
Nel descrivere il nostro vivere cristiano, la Parola di Dio afferma che ogni credente ha ingaggiato un vero e proprio combattimento spirituale: “Il nostro combattimento, infatti, non è contro sangue e carne ma contro I principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti.” Efesinl 6:12.
Ma cosa afferma l’apostolo Paolo di seguito? ‘Perciò prendete la completa armatura di Dio”; l’azione di rivestirsi di quest’armatura dipende dalla nostra volontà che diventa operante per mezzo della grazia ed inoltre non trascuriamo, anzi sottolineiamo, che essa deve essere completa.
 
Così come per un bambino l’ambiente in cui nasce segna il suo sviluppo e influenza la sua formazione, anche per il credente gli insegnamenti e l’ambiente in cui si converte e vive le sue prime esperienze spirituali risultano determinanti per la sua formazione spirituale. Errati insegnamenti, convinzioni sbagliate e abitudini culturali confuse per precetti biblici, possono indurre ad errate conclusioni che ci privano di uno o più aspetti della nostra vita spirituale; compito del credente è ritrovare nella Parola di Dio la verità che libera abbracciandola nella sua totalità.
In alcune culture la componente emotivo-sentimentale è così forte da influenzare anche la vita delle chiese Cristiane; alcune denominazioni concentrano tutta la loro attenzione sull’aspetto mistico ed emotivo. Ecco allora interminabili riunioni di preghiera, canti e ricerca dei carismi, ma la conoscenza biblica e la successiva e necessaria obbedienza rivestono un ruolo così secondario da essere relegati in un cantuccio. Altri, come è accaduto in alcuni ambienti religiosi del passato, avevano concentrato tutto sulla conoscenza, producendo degli studi eccellenti, ma rischiando di rimanere esclusi quanto alla passione ed all’amore. Alcuni movimenti di stampo cattolico che ritroviamo nella storia della nostra nazione, fondavano tutto sull’impegno della propria volontà per conseguire il proprio appagamento religioso. L’errore non è nella ricerca di una vita emotiva e sentimentale, neppure nell’uso dell’intelligenza, tanto meno nell’applicazione della volontà.
L’errore risiede nello squilibrio che si crea nel credente quando è una di queste componenti a prevalere sulle altre.
ANALISI DEL VERO
 
Il verso riportato nel titolo del nostro studio ci dà l’esatta visione divina dell’equilibrio delle parti che deve regnare in ogni credente per godere del pieno appagamento che la Bibbia promette a quanti credono: “Ma sia ringraziato Dio perché era vate schiavi del peccato ma avete ubbidito di cuore o quella forma d’insegnamento che vi è stato trasmesso” Romani 6:17
L’apostolo Paolo dimostra che mente, cuore e volontà devono intervenire per trovare il pieno adempimento della libertà che ci viene promessa nell’Evangelo.
La totalità della persona è impegnata:
 “AVETE UBBIDITO”,    la volontà;
“DI CUORE”, i sentimenti;
“A QUELLA FORMA DI INSEGNAMENTO”, l’intelligenza.
Infatti non si può affermare a pieno titolo di credere se la nostra intelligenza (mente) non ha compreso ciò in cui crede. E se non applichiamo la nostra intelligenza allo studio ed alla conoscenza biblica, ci priveremo del mezzo che Dio ha scelto per ottenere piena libertà. Ma se non impariamo ad amare (cuore) questa Parola, non potremo piegarci ad Essa per obbedirle. Se non applichiamo la nostra volontà nello studio della Parola e nella sua attuazione, la nostra devozione ed il nostro Cristianesimo si ridurrà semplicemente ad un misero sentimento e ad una vuota conoscenza.
Dio ci chiama ad un equilibrio tra mente, cuore e volontà.
Applichiamoci con tutta la nostra mente, tutto il nostro cuore e tutta la nostra volontà a dimostrare a Dio il nostro amore e non conosceremo disorientamento o depressione.
QUEL DETERMINATO PECCATO
 
“Ma per questo mi è stata fatto misericordia, affinché Gesù Cristo dimostrasse in me, per primo, tutta la sua pazienza, e io servissi di esempio o quanti in seguito avrebbero creduto in lui per avere vita eterna”. (1 Timoteo 1:16)
Il tema che affrontiamo oggi è in strettissima relazione con il combattimento spirituale che il diavolo ha ingaggiato con la Chiesa e quindi con ogni singolo credente. Le svariate prove nelle quali ci veniamo a trovare non devono essere motivo di disorientamento, ma anzi di gioia :
Giacomo 1:2 Fratelli miei, considerate una grande gioia quando venite a trovarvi in prove svariate
 Lo so bene, anche quest’ultima affermazione appare contraddittoria ma il Cristianesimo possiede la potenza per sovvertire l’ordine naturale delle cose!
 
Se il diavolo ci combatte, certo non ci trasmette serenità, ma d’altro canto ci dimostra che non gli apparteniamo, poiché egli combatte ciò che gli si oppone. Le prove in cui il diavolo ci spinge sono quindi la testimonianza della nostra appartenenza a Dio e questo rappresenta il centro della nostra gioia; ma a questa battaglia bisogna essere preparati, altrimenti rischiamo di vederci togliere la pace e la gioia che Gesù ha posto nei nostri cuori.
UN PECCATO PARTICOLARE
Il diavolo non può rapirci dalla mano di Dio, questo non gli è concesso, le sue azioni sono rigorosamente limitate dalla volontà di Dio che le controlla e le argina; ma certo può contrastare il cristiano cercando di strappargli il piacere della vita in Cristo. L’obiettivo del diavolo non è soltanto quello di privarci dell’esuberanza della vita cristiana per il piacere di rattristarci, ma anche perché è ben poco luminosa una vita afflitta dalla tristezza e dall’angoscia, e rende il credente inefficace nella testimonianza di fede.
 Una delle armi predilette dal nostro avversario consiste nel ricordare ai credenti i loro peccati. Il meccanismo è quello di isolare un peccato tra gli altri e di renderlo “diverso ai nostri occhi, al punto da farci credere che costituisca una eccezione, una categoria a parte che non è contemplata dall’opera espiatrice di Cristo. Se riesce a convincerci di questo, o quantomeno ad insinuare il dubbio, tutto il glorioso piano di redenzione che Gesù ha messo in atto per la nostra salvezza, diventa, nei nostri pensieri, inefficace.
Allora riteniamo che la salvezza non ci appartenga e il timore di affrontare Dio con questo strano peccato “imperdonabile” ci getta nel panico e nello sconforto. Ogni tentativo di trovare consolazione e rifugio in Dio è vano, perché a causa di quel famoso peccato ci sentiamo esclusi dalla comunione con Lui.
Invocare il Suo aiuto in preghiera ci sembra la cosa meno opportuna da fare, perché il diavolo ci ha convinti che Dio stesso non abbia i mezzi per perdonarci. In questa situazione il credente, persuaso del giudizio, si sente eternamente e irrimediabilmente perduto.
IL RIMEDIO
Tutto questo avviene perché diamo credito alle menzogne che il diavolo ci suggerisce. Perché di questo si tratta, di menzogne! Ricordate quale fu il modo in cui Gesù neutralizzò tutti gli attacchi del maligno il giorno che fu tentato? Con la Parola di Dio. Essa però per essere un’arma efficace nelle nostre mani, deve essere ben conosciuta e presente nella nostra mente.
RIFLETTERE SULLA PAROLA DI DIO
 Ora vi dirò qualcosa che ho imparato tanto tempo fa. Spero di non sconvolgervi e di non essere frainteso, ma l’argomento è di grande importanza: per il credente che si trova in queste condizioni la preghiera solamente non è sufficiente. E sapete perché? Perché Dio ha già risposto al problema del nostro peccato pienamente; la soluzione non risiede in ciò che Dio debba ancora fare per liberarci da una simile condizione, ma piuttosto nella nostra fede che non riesce ad abbracciare completamente la perfezione del perdono che ci è stato concesso. Il motivo che suscita l’angoscia non sussiste, in quanto Gesù ci ha purificato perfettamente da ogni peccato, ma noi non riusciamo a crederlo! Pregare, dunque, diventa inefficace, perché Gesù non può fare oltre quel che ha già fatto, gridando dalla croce: “Tutto è compiuto”. Quello di cui abbiamo bisogno è fermarci a riflettere sulle verità della Parola di Dio: “Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” Giovanni cap. 8.
Il problema risiede nella cattiva comprensione che abbiamo delle verità bibliche, in particolar modo quelle relative alla giustificazione per fede e sulla natura del peccato, e quindi nella conseguente impossibilità di porre in esse tutta la nostra fede.
Paolo afferma: (1Timoteo 1:12.1612 Io ringrazio colui che mi ha reso forte, Cristo Gesù, nostro Signore, per avermi stimato degno della sua fiducia, ponendo al suo servizio me, 13 che prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento; ma misericordia mi è stata usata, perché agivo per ignoranza nella mia incredulità; 14 e la grazia del Signore nostro è sovrabbondata con la fede e con l’amore che è in Cristo Gesù. 15 Certa è quest’affermazione e degna di essere pienamente accettata: che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo. 16 Ma per questo mi è stata fatta misericordia, affinché Gesù Cristo dimostrasse in me, per primo, tutta la sua pazienza, e io servissi di esempio a quanti in seguito avrebbero creduto in lui per avere vita eterna. 17 Al Re eterno, immortale, invisibile, all’unico Dio, siano onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen.
E Giovanni aggiunge:
1 Giovanni 1:7) .
 “Il sangue di Gesù, suo Figliuolo, ci purifica da ogni peccato”
(1 Giovanni 1:9) “Se confessiamo i nostri peccati, Egli è fedele e giusto da rimetterci i peccati e purificarci da ogni iniquità”.
(1 Giovanni 2:2).  “Ed egli è la propiziazione per i nastri peccati; e non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo”
(1 Giovanni 2:12) “Figlioletti, io vi scrivo perché i vostri peccati vi sono rimessi per il suo nome”.  
(1 Giovanni 3:5)  “E voi sapete ch’egli è stato manifestato per togliere i peccati e in lui non c’è peccato”
(1 Giovanni 4:10) “In questo è l’amore: non che noi abbiamo amato Iddio, ma che Egli ha amato noi, e ha mandato il suo Figliuolo per essere la propiziazione per i nostri peccati
 Crediamo a queste verità? Il segreto della libertà dalle accuse del diavolo è tutto qui:
CREDERE NELLA BIBBIA CHE CI INSEGNA PER QUEL CHE RIGUARDA IL PECCATO A:
 Rifiutare ogni di peccato
 Credere alle promesse di Dio
 Comprendere il significato della croce
 Comprendere la giustificazione per fede
Allora anche noi con l’apostolo Paolo potremo incoraggiarci gli uni gli altri dicendo:
Filippesi 4:4 Rallegratevi sempre nel Signore. Ripeto: rallegratevi.
 Fine
da: IL SENTIERO gen. 2011
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LA LIBERTA’

 

LA LIBERTÀ CRISTIANA
 Giovanni  8:36 Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete veramente liberi.
 Ebrei 10:19 Avendo dunque, fratelli, libertà di entrare nel luogo santissimo per mezzo del sangue di Gesù,
L’etimologia della parola libertà è da ricondursi al latino libertas, a sua volta derivata da liber uomo legalmente libero , cioè il contrario del servus, lo schiavo. Infatti, nell’antichità, quello che per noi occidentali è il diritto, non era affatto scontato: si poteva nascere sia liber, sia servus (ed era molto probabile rimanere per tutta la vita nella stessa condizione); tuttavia in qualche caso, si poteva perdere o acquisire la libertà (il liberto, appunto, era colui che era passato dallo stato di servus a quello di liber). Da notare che libertà ha la stessa radice lib- che ritroviamo in altre parole come liberalità, libidine, libare tutte parole che rimandano all’idea di piacere, di gradimento. Senza impelagarci in interminabili disquisizioni filosofiche, teologiche, sociologiche, giuridiche etc, libertà è quindi la condizione di chi può decidere a suo piacere della propria persona, di chi può godere della propria autodeterminazione.
 La libertà è lo stato di chi è libero, l’essere libero, ossia la condizione che permette a un individuo di agire senza impedimenti, ovvero di scegliere se agire o non agire, senza che in alcuno dei due casi debba subire costrizioni fisiche o morali.
 La libertà si oppone direttamente alla schiavitù,e alla  prigionia. Privare una persona della libertà significa renderlo schiavo o imprigionarlo!
 La libertà non è libertinaggio, ossia costume di vita dissoluta
 L’equivoco più frequente, però, è quello di intendere la libertà come la possibilità di fare quello che si vuole, come l’essere indipendente da qualsiasi altro individuo e di poter disporre di sé stesso a proprio
 piacimento. Una libertà del genere non può non cozzare, prima o poi, con l’identica pretesa da parte degli altri. Intervengono, quindi le leggi e delle regole a stabilire dei limiti. Non possiamo fare quello che vogliamo perché dobbiamo rispettare anche gli altri: “la mia libertà finisce dove inizia quella degli altri”. Chi fa discorsi del tipo “faccio quello che mi pare”, non vuole regole!
 In realtà abbiamo delle regole e delle autorità da rispettare ogni giorno
(1Pietro 2:13 a 17 ).
13 Siate sottomessi, per amor del Signore, a ogni umana istituzione: al re, come al sovrano; 14 ai governatori, come mandati da lui per punire i malfattori e per dare lode a quelli che fanno il bene. 15 Perché questa è la volontà di Dio: che, facendo il bene, turiate la bocca all’ignoranza degli uomini stolti. 16 Fate questo come uomini liberi, che non si servono della libertà come di un velo per coprire la malizia, ma come servi di Dio. 17 Onorate tutti. Amate i fratelli. Temete Dio. Onorate il re.
 OLTRE A QUESTE AUTORITÀ NOI ABBIAMO UN’AUTORITÀ SUPREMA CHE È IL SIGNORE, A LUI BISOGNA ASCOLTARE E SOTTOMETTERSI!
1) IL BISOGNO DELLA LIBERTA’
Gli uomini parlano di libertà, anelano la libertà, manifestano per la libertà, l’uomo compie sforzi per raggiungere la tanto bramata libertà, ma qualunque sforzo possa compiere, non fa che precipitare ancora nell’assoluta mancanza di libertà
 Ci sono persone  sostengono di essere libere, era questa la condizione di alcuni interlocutori di Gesù Giovanni 8:31-35.
31 Gesù allora disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: «Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; 32 conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». 33 Essi gli risposero: «Noi siamo discendenti d’Abraamo, e non siamo mai stati schiavi di nessuno; come puoi tu dire: “Voi diverrete liberi”?» 34 Gesù rispose loro: «In verità, in verità vi dico che chi commette il peccato
è schiavo del peccato. 35 Ora lo schiavo non dimora per sempre nella casa: il figlio vi dimora per sempre. 36 Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete veramente liberi.
 Si credevano liberi, ma, nella pratica erano schiavi, la loro era una libertà immaginaria, finta. Le persone che ascoltavano Gesù furono infastiditi dalla Sua affermazione (v. 32) e dichiararono, erroneamente, di non essere mai stati schiavi e quindi di non avere necessità di libertà (v. 33)!
 E’ ciò che le persone ancora oggi continuano a dichiarare, si professano liberi, in realtà essi, come eravamo noi un tempo sono schiavi! L’orgoglio fece dichiarare ai Giudei di non avere bisogno di libertà, l’orgoglio li aveva fatti dimenticare che essi erano stati schiavi per molti secoli di popoli stranieri:
 Schiavi per 400 anni degli Egiziani (Genesi 15:13; Esodo 12:41);
Schiavi per oltre 300 anni dei Filistei e popoli vicini;
Schiavi in Babilonia per 70 anni (Daniele 9:2);
Schiavi dei romani sotto i quali già da oltre 90 anni si trovava la Palestina (dal 63 a. C.) e tale schiavitù si protrasse fino al 135 d.C.1) Dio desidera che l’uomo sia libero, infatti, Egli gli donò tale facoltà al momento della creazione
 Genesi 2:16, 17.
16 Dio il SIGNORE ordinò all’uomo: «Mangia pure da ogni albero del giardino, 17 ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare; perché nel giorno che tu ne mangerai, certamente morirai».
 2) L’uomo e la donna, in Eden ebbero la possibilità di esercitare la loro libertà; purtroppo, essi, sedotti dall’avversario, espressero la loro scelta, scelsero di disubbidire, la disubbidienza di Adamo ed Eva fu una loro scelta
 Genesi 3:4-6.
4 Il serpente disse alla donna: «No, non morirete affatto; 5 ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male».
6 La donna osservò che l’albero era buono per nutrirsi, che era bello da vedere e che l’albero era desiderabile per acquistare conoscenza; prese del frutto, ne mangiò e ne diede anche a suo marito, che era con lei, ed egli ne mangiò.
 Quello di Adamo ed Eva fu il primo peccato dell’uomo, ossia il peccato di origine, e il primo peccato dell’uomo fu un peccato di disubbidienza, non è poco! La disubbidienza davanti a Dio è un grave peccato! Essa è una chiara ribellione verso chi dice “non si fa”, perché si pensa di essere giusto, perfetto. Quella di Adamo è disubbidienza verso Dio verso il Suo comando! Il Signore non disse ad Adamo che non doveva mangiare frutta,
ma quel frutto!
                          NOTA
Il Signore con i Suoi divieti non ci rende la vita difficile, ma ci vuole togliere dalle cose che a noi fanno male, vuole preservarci da ciò che potrebbe nuocere la nostra anima! Si attirarono così il giudizio e la condanna divina, ossia le conseguenze della loro libera scelta! Ogni scelta porta delle conseguenze per noi e per le persone intorno a noi
 Genesi 3:16,
16 Alla donna disse: «Io moltiplicherò grandemente le tue pene e i dolori della tua gravidanza; con dolore partorirai figli; i tuoi desideri si volgeranno verso tuo marito ed egli dominerà su di te».
17 Ad Adamo disse: «Poiché hai dato ascolto alla voce di tua moglie e hai mangiato del frutto dall’albero circa il quale io ti avevo ordinato di non mangiarne, il suolo sarà maledetto per causa tua; ne mangerai il frutto con affanno, tutti i giorni della tua vita.
 V.23
  23 Perciò Dio il SIGNORE mandò via l’uomo dal giardino d’Eden, perché lavorasse la terra da cui era stato tratto
 Da quel momento l’essere umano ha esercitato la propria libertà sotto il peso del  peccato
Romani 5:12
12 Perciò, come per mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo, e per mezzo del peccato la morte, e così la morte è passata su tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato
Da un punto di vista spirituale, l’uomo senza il Signore vive nella condizione di schiavitù e di corruzione
 
2 Pietro 2:19; ( il contesto : falsi dottori )
19 promettono loro la libertà, mentre essi stessi sono schiavi della corruzione, perché uno è schiavo di ciò che lo ha vinto.
 Romani 3:23
    23 tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio
Romani 6:23
23 perché il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore.
 Dal momento in cui l’uomo disubbidì a Dio il peccato ebbe delle conseguenze nella sua vita e tali conseguenze furono immediate, evidenti e permanenti.
 LE CONSEGUENZE FURONO ESTESE  A TUTTA L’UMANITÀ
(Romani 5:12):
 12 Perciò, come per mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo, e per mezzo del peccato la morte, e così la morte è passata su tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato
 La colpa: Consiste nella responsabilità che l’uomo ha nei    
                       confronti di Dio, ossia “rispondere di sé stesso”
            Genesi 3:7-9). “Adamo dove sei?”
 Dio voleva che rispondesse perché era intelligente! La colpa di Adamo era gravissima perché senza attenuante! Adamo trasgredì ed era in colpa rispetto a Dio. Quando si trasgredisce ad una legge si è in colpa e si va incontro ad una pena! Tutti gli uomini che non chiedono perdono a Dio, che non sono da Lui giustificati sono in colpa davanti a Dio!
 La corruzione: ciò che era puro, sano, si altera in senso negativo. L’uomo prima interiormente, poi esteriormente, si altera, peggiora, si decompone spiritualmente! La corruzione consiste nell’inclinazione al peccato che da Adamo si è estesa ad ogni uomo (Salmi 51:5; Efesini 2:3)! Per natura… di Efesini 2:3 si intende l’inclinazione al peccato che si concretizza nella volontarietà (1Giovanni 1:8, 10). La corruzione ha infettato l’intera natura dell’uomo: spirito, anima, corpo (2Corinzi 7:1; 1Tessalonicesi 5:23).
 La pena che consiste nella morte (separazione), in tutti i suoi aspetti:
separazione da Dio (Genesi 2:17; Efesini 2:5);
morte fisica (Genesi 3:19; Ebrei 9:27);
 la morte eterna, consiste nella separazione eterna da Dio (Giovanni 8:24 Apocalisse 21:8).
 Sono da prendere in considerazione anche le conseguenze immediate del peccato
 Galati 6:7, 8.
 7 Non vi ingannate; non ci si può beffare di Dio; perché quello che l’uomo avrà seminato, quello pure mieterà. 8 Perché chi semina per la sua carne, mieterà corruzione dalla carne; ma chi semina per lo Spirito mieterà dallo Spirito vita eterna
2) IL MEZZO DELLA VERA LIBERTA’
 La vera libertà non rientra nelle possibilità naturali dell’uomo. Non la si ottiene :
Né con la riflessione interiore,
Né con lo sforzo della volontà,
Né con qualsiasi altro atto.
È impossibile per l’uomo poterla conquistare con mezzi umani, l’unico mezzo per poter essere veramente liberi è Cristo Gesù, soltanto Gesù ha il potere di farci godere della piena libertà Giovanni 8:32, 36;
30 Mentre egli parlava così, molti credettero in lui. 31 Gesù allora disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: «Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; 32 conoscerete la verità e la verità vi farà liberi».
 Isaia 61:1-3 ( LA SALVEZZA PROFETIZZATA E PROCLAMATA IN CRISTO :  Luca 4:17 a 21
61:1 Lo Spirito del Signore, di DIO, è su di me,
perché il SIGNORE mi ha unto per recare una buona notizia agli umili;
mi ha inviato per fasciare quelli che hanno il cuore spezzato,
per proclamare la libertà a quelli che sono schiavi,
l’apertura del carcere ai prigionieri,
2 per proclamare l’anno di grazia del SIGNORE,
il giorno di vendetta del nostro Dio;
per consolare tutti quelli che sono afflitti;
3 per mettere, per dare agli afflitti di Sion
un diadema invece di cenere,
olio di gioia invece di dolore,
il mantello di lode invece di uno spirito abbattuto,
affinché siano chiamati querce di giustizia,
la piantagione del SIGNORE per mostrare la sua gloria.
 
Per l’uomo, però, essa acquista una dimensione concreta solo quando egli si apre al  Vangelo, quando la predicazione suscita la fede e conduce ad un legame durevole con Cristo Gesù
 (2 Corinzi 5:20, 21)
 20 Noi dunque facciamo da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro; vi supplichiamo nel nome di Cristo: siate riconciliati con Dio. 21 Colui che non ha conosciuto peccato, egli lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui.
 La vera libertà è fare volenterosamente, con dedizione quello che Dio dice di fare, perché Egli dice di fare ciò che è bene per noi!
 La libertà è un dono di Dio che il credente riceve grazie al sacrificio di Gesù, Egli ci ha acquistati a caro prezzo e ci ha liberati
(Galati 5:1)
5:1 Cristo ci ha liberati perché fossimo liberi; state dunque saldi e non vi lasciate porre di nuovo sotto il giogo della schiavitù
   Il dono della libertà rimane a colui che lo elargisce.
Abbandonare Dio ha come conseguenza la perdita della libertà. Il libro dei Giudici 2:11-17 e seg , esprime con immensa chiarezza questo concetto dove è ricorrente lo schema:
Abbandono di Dio V. 12
Schiavitù  V.14
Liberazione V.16
Giudici 2:11-17
11 I figli d’Israele fecero ciò che è male agli occhi del SIGNORE e servirono gli idoli di Baal; 12 abbandonarono il SIGNORE, il Dio dei loro padri, che li aveva fatti uscire dal paese d’Egitto, e andarono dietro ad altri dèi, fra gli dèi dei popoli che li attorniavano; si prostrarono davanti a essi e provocarono l’ira del SIGNORE; 13 abbandonarono il SIGNORE e servirono Baal e gli idoli di Astarte.
14 L‘ira del SIGNORE si accese contro Israele ed egli li diede in mano ai predoni, che li spogliarono; li vendette ai nemici che stavano loro intorno, in modo che non poterono più resistere di fronte ai loro nemici. 15 Dovunque andavano, la mano del SIGNORE era contro di loro a loro danno, come il SIGNORE aveva detto, come il SIGNORE aveva loro giurato; e la loro tribolazione fu molto grande. 16 Il SIGNORE allora fece sorgere dei giudici, che li liberavano dalle mani di quelli che li spogliavano. 17 Ma neppure ai loro giudici davano ascolto, anzi si prostituivano ad altri dèi e si prostravano davanti a loro. Abbandonarono ben presto la via percorsa dai loro padri, i quali avevano ubbidito ai comandamenti del SIGNORE; ma essi non fecero così. 18 Quando il SIGNORE suscitava loro dei giudici, il SIGNORE era con il giudice e li liberava dalla mano dei loro nemici durante tutta la vita del giudice; poiché il SIGNORE aveva compassione dei loro gemiti a causa di quelli che li opprimevano e angariavano. 19 Ma quando il giudice moriva, tornavano a corrompersi più dei loro padri, andando dietro ad altri dèi per servirli e prostrarsi davanti a loro; non rinunciavano affatto alle loro pratiche e alla loro caparbia condotta. 20 Perciò l’ira del SIGNORE si accese contro Israele, ed egli disse: «Poiché questa nazione ha violato il patto che avevo stabilito con i loro padri ed essi non hanno ubbidito alla mia voce, 21 anch’io non scaccerò più davanti a loro nessuna delle nazioni che Giosuè lasciò quando morì; 22 così, per mezzo di esse, metterò alla prova Israele per vedere se si atterranno alla via del SIGNORE e cammineranno per essa come fecero i loro padri, o no».
23 Il SIGNORE lasciò stare quelle nazioni senz’affrettarsi a scacciarle e non le diede nelle mani di Giosuè.
  lo schema si riproduce nell’intera storia del popolo di Israele riportata dal libro dei Re. La prigionia assira è conseguenza dell’empietà del Regno del Nord (2 Re 17:1-23), l’esilio babilonese dell’empietà del Regno del Sud (2 Re 21:1-15); nonostante poi Giosia fu un buon re, timorato di Dio che attuò eccezionali riforme politiche e religiose (2 Re 22:19, 20 e seg.; 23:25- 27). Un documento impressionante di questa perdita della libertà politica di Israele sono le Lamentazioni di Geremia!
 L’UOMO DIVENTA ANCORA SCHIAVO QUANDO DECIDE VOLONTARIAMENTE DI ABBANDONARE IL SIGNORE, DI DISUBBIDIRLO.
 3) ESSERE LIBERI DA CHE COSA ?
 Il credente prima di conoscere il Signore era schiavo del peccato,
Schiavo del mondo,
Schiavo del diavolo,
Schiavo dei vizi,
Schiavo dell’orgoglio,
 Il Signore lo ha reso libero (Giovanni 8:31,32; 36).
 LO HA RESO LIBERO:
Dal peso del peccato (Romani 5:1; Colossesi 2:13, 14);
 Dal potere del peccato (Romani 6:12, 14);
Dal piacere del peccato (Romani 6:18-22);
Dalla pena del peccato (Romani 6:23; 8:1, 2);
 Dalla paura, conseguenza del peccato (Genesi 3:8-10;
                                Romani 8:15; 1Giovanni 4:17, 18):
 Dall’ignoranza (Giovanni 8:31, 32, 36; Atti 17:30, 31;
                                       1Pietro 1:14, 15 ,16 ; 1Timoteo 1:13);
  Paura del futuro (Matteo 6:31-34; Filippesi 4:19; Salmo 37:25);
 Giov. 9:34-38; Salmo 91-14-16; 2Tim. 4:16, 17);
 Paura di invecchiare (Isaia 46:4; Salmo 92:12-15;
                                                          Proverbi 20:29);
 Paura della morte (Ebrei 2:14, 15; Giovanni 3:16; 11:25;  
                          1Corinzi  15:54-57; 1Tess. 4:13-18; Apoc. 21:1-4);
  Paura del giudizio di Dio (Giovanni 3:18; 5:24; Romani 8:1);
 DA OGNI ALTRO TIPO DI PAURA (Isaia 12:2  ; )
1 Giovanni 4:18 Nell’amore non c’è paura; anzi, l’amore perfetto caccia via la paura, perché chi ha paura teme un castigo. Quindi chi ha paura non è perfetto nell’amore.
 LA LIBERTA’ CI PERMETTE DI
 Entrare nella presenza di Dio      (Ebrei 10:19
Efesini 3:10 a 12;  2:11-14, 18;  Colossesi 2:13, 14);
 Comunicare con Dio apertamente (Ebrei 10:19-22;  Galati 4:4-7);
 Lodare Dio (Efesini 2:1-5; Salmo 115:17); una persona che è morta non parla, non si può pretendere da un morto che possa parlare…, ma da una viva sì!… La conversione è paragonata alla “nuova nascita” (Giovanni 3:7); quando un bambino nasce si sente, eccome se si sente! Così deve essere per un credente che è nato di nuovo! Ci possono essere dei casi che il Signore ha vivificato, ma ci sono ancora dei legami(Giovanni 11:41-44).
41 Tolsero dunque la pietra. Gesù, alzati gli occhi al cielo, disse: «Padre, ti ringrazio perché mi hai esaudito. 42 Io sapevo bene che tu mi esaudisci sempre; ma ho detto questo a motivo della folla che mi circonda, affinché credano che tu mi hai mandato». 43 Detto questo, gridò ad alta voce: «Lazzaro, vieni fuori!» 44 Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti da fasce, e il viso coperto da un sudario. Gesù disse loro: «Scioglietelo e lasciatelo andare». 45 Perciò molti Giudei, che erano venuti da Maria e avevano visto le cose fatte da Gesù, credettero in lui. 46 Ma alcuni di loro andarono dai farisei e raccontarono loro quello che Gesù aveva fatto.
 Grazie al sacrificio di Gesù e nel suo nome, possiamo offrire un sacrificio di lode accettevole a Dio
(Ebrei 13:15)!
15 Per mezzo di Gesù, dunque, offriamo continuamente a Dio un sacrificio di lode: cioè, il frutto di labbra che confessano il suo nome
 Di perdonare e amare  
Matteo 5:43-48;
43 Voi avete udito che fu detto: “Ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico”. 44 Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, 45 affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; poiché egli fa levare il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. 46 Se infatti amate quelli che vi amano, che premio ne avete? Non fanno lo stesso anche i pubblicani? 47 E se salutate soltanto i vostri fratelli, che fate di straordinario? Non fanno anche i pagani altrettanto? 48 Voi dunque siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro celeste.
 riuscire a perdonare i propri nemici è una vera libertà, prima era schiavo dell’odio, di rancori, dell’orgoglio che impediva di perdonare! Come sarà possibile attuare questo principio perfetto? Solo permettendo che Cristo viva in noi! Quando per la potenza dell’Evangelo siamo rigenerati a nuova vita, riacquistiamo l’immagine di Dio che si era cancellata a causa del peccato. Allora la presenza di Cristo produrrà perdono, pace, mansuetudine, pazienza, allegrezza e tante altre virtù…
 Dagli stati d’animo; per “stato d’animo” si intende quelle emozioni di gioia o tristezza che la mente dell’uomo produce in base alla sensazione del momento che sta vivendo; ma non è sempre reale, perché se la crea l’uomo, può essere vero come non vero!
 (1Samuele 1:8; Salmo 55:4-8)…
 Ma vogliamo gridare con forza: “Perché t’abbatti anima mia? perché ti commuovi in me? Spera in Dio, perché lo celebrerò ancora; egli è la mia salvezza e il mio Dio”    (Salmo 42:11).
 Se ci si comporta secondo i propri stati d’animo, il credente certamente non sarà di buona testimonianza, perché allo stato d’animo segue un comportamento dettato dalla sensazione del momento. Il credente non può farsi governare dagli stati d’animo, egli è allegro nel Signore sempre
 1Tessalonicesi 5:16;
16 Siate sempre gioiosi; 17
 Filippesi 4:4).
4 Rallegratevi sempre nel Signore. Ripeto: rallegratevi.
 Il credente possiede “l’ottimismo della fede”… che lo spinge a ricercare il Signore e a rimanere sereno sempre, perché sa in chi ha creduto!
 Dall’insoddisfazione
1Timoteo 6:6-8);
6 La pietà, con animo contento del proprio stato, è un grande guadagno. 7 Infatti non abbiamo portato nulla nel mondo, e neppure possiamo portarne via nulla; 8 ma avendo di che nutrirci e di che coprirci, saremo di questo contenti. 9 Invece quelli che vogliono arricchire cadono vittime di tentazioni, di inganni e di molti desideri insensati e funesti, che affondano gli uomini nella rovina e nella perdizione. 10 Infatti l’amore del denaro è radice di ogni specie di mali; e alcuni che vi si sono dati, si sono sviati dalla fede e si sono procurati molti dolori.
 (Filippesi 4:11
11 Non lo dico perché mi trovi nel bisogno, poiché io ho imparato ad accontentarmi dello stato in cui mi trovo.
Dall’invidia (Esodo 20:17;
17 Non concupire la casa del tuo prossimo; non desiderare la moglie del tuo prossimo, né il suo servo, né la sua serva, né il suo bue, né il suo asino, né cosa alcuna del tuo prossimo».
 Tito 3:3);
3 Perché anche noi un tempo eravamo insensati, ribelli, traviati, schiavi di ogni sorta di passioni e di piaceri, vivendo nella cattiveria e nell’invidia, odiosi e odiandoci a vicenda. 4 Ma quando la bontà di Dio, nostro Salvatore, e il suo amore per gli uomini sono stati manifestati, 5 egli ci ha salvati non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, mediante il bagno della rigenerazione e del rinnovamento dello Spirito Santo, 6 che egli ha sparso abbondantemente su di noi per mezzo di Cristo Gesù, nostro Salvatore, 7 affinché, giustificati dalla sua grazia, diventassimo, in speranza, eredi della vita eterna.
 Dalla  superstizione  (Esodo  20:3,  22:18;  Deuteronomio  18:9-12;  Levitico  19:26,  31;    20:6, 27;    Geremia 27:9, 10).
 Dal giudizio delle persone
(Giovanni 12:42, 43);
42 Ciò nonostante, molti, anche tra i capi, credettero in lui; ma a causa dei farisei non lo confessavano, per non essere espulsi dalla sinagoga; 43 perché preferirono la gloria degli uomini alla gloria di Dio
 In definitiva ci ha liberati «dall’uomo vecchio» (Romani 6:6;
6 Sappiamo infatti che il nostro vecchio uomo è stato crocifisso con lui affinché il corpo del peccato fosse annullato e noi non serviamo più al peccato; 7 infatti colui che è morto è libero dal peccato. 8 Ora, se siamo morti con Cristo, crediamo pure che vivremo con lui, 9 sapendo che Cristo, risuscitato dai morti, non muore più; la morte non ha più potere su di lui. 10 Poiché il suo morire fu un morire al peccato, una volta per sempre; ma il suo vivere è un vivere a Dio. 11 Così anche voi fate conto di essere morti al peccato, ma viventi a Dio, in Cristo Gesù.
          Confronta : Efesini 4:22- 24; Colossesi 3:10).
 La catena, della schiavitù di cui l’uomo deve essere liberato è proprio il peccato.
 Colui però che è libero dal peccato non è automaticamente, quasi per magia, assicurato da esso. Anche il credente ha bisogno di essere esortato a una lotta incessante contro il peccato
 (Romani 6:12; 1Corinzi 6:18-20; 1Timoteo 6:9-11; 2Timoteo 2:22). Egli come tutti è esposto al tentatore (2Corinzi 2:11;
1Tessalonicesi 3:5;     1Pietro 5:8, 9).
 Per questa ragione accanto all’indicativo che annuncia il fatto compiuto della liberazione dal peccato «al quale siamo morti» (Romani 6:2),
 troviamo sempre l’imperativo che esorta a non lasciare più spazio al peccato (Romani 6:12)
12 Non regni dunque il peccato nel vostro corpo mortale per ubbidire alle sue concupiscenze
 e a vivere per Dio in Cristo (Romani 6:11).
11 Così anche voi fate conto di essere morti al peccato, ma viventi a Dio, in Cristo Gesù.
 La libertà prima di ogni cosa ce l’abbiamo dentro, è una condizione del cuore! E’ uno stato che Dio ci ha dato! Ci ha fatti liberi e siamo liberi! Possiamo essere privati della libertà di stampa, di pensiero, ma non di questa libertà
(Atti 16:13 a 15)!
13 Il sabato andammo fuori dalla porta, lungo il fiume, dove pensavamo vi fosse un luogo di preghiera; e sedutici parlavamo alle donne là riunite. 14 Una donna della città di Tiatiri, commerciante di porpora, di nome Lidia, che temeva Dio, ci stava ad ascoltare. Il Signore le aprì il cuore, per renderla attenta alle cose dette da Paolo. 15 Dopo che fu battezzata con la sua famiglia, ci pregò dicendo: «Se avete giudicato ch’io sia fedele al Signore, entrate in casa mia, e alloggiatevi». E ci costrinse ad accettare.
 L’USO IMPROPRIO DELLA LIBERTA’
 Non bisogna, però, in nome di una falsa libertà scadere nella licenziosità; è necessario, quindi,
    non abusare della libertà e farne di essa:
 Una giustificazione per sfogare i desideri carnali
(Galati 5:13);
13 Perché, fratelli, voi siete stati chiamati a libertà; soltanto non fate della libertà un’occasione per vivere secondo la carne, ma per mezzo dell’amore servite gli uni agli altri
 Una giustificazione per darsi al male
(1Pietro 2:16 a 17 );
16 Fate questo come uomini liberi, che non si servono della libertà come di un velo per coprire la malizia, ma come servi di Dio. 17 Onorate tutti. Amate i fratelli. Temete Dio. Onorate il re.
 Una giustificazione per cercare il proprio vantaggio
(1Corinzi 10:23, 24);
23 Ogni cosa è lecita, ma non ogni cosa è utile; ogni cosa è lecita, ma non ogni cosa edifica. 24 Nessuno cerchi il proprio vantaggio, ma ciascuno cerchi quello degli altri
 Il concetto che il credente è «libero in Cristo»
(Galati 5:1)
Cristo ci ha liberati perché fossimo liberi; state dunque saldi e non vi lasciate porre di nuovo sotto il giogo della schiavitù.
 non significa quindi l’essere “libertino”, il paradosso dell’uomo libero è l’essere nel contempo libero e, in quanto tale, servo di Cristo
 (Romani 1:1).
Paolo, servo di Cristo Gesù, chiamato a essere apostolo, messo a parte per il vangelo di Dio,
 La vera libertà si acquista in Cristo dimorando pienamente nella Parola di Dio. La libertà del credente è come quella di un pesce: è libero finché rimane nell’acqua (la Parola).                                                                    
                                                                                        FINE
 
 
 
 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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LA FAMIGLIA

 




…………………………….

             

LA FAMIGLIA

 Lezione 1: Ruoli biblici nella famiglia

Lezioni 2: L’educazione dei figli

Lezioni 3: Il ministero verso la famiglia

LEZIONE 1

Ruoli biblici nella famiglia

 Punti principali

  • Nel matrimonio, Dio è in grado di complementare i punti di forza e di debolezza del marito e

della moglie per renderli completi, il che consente loro di servirLo al meglio.

INTRODUZIONE

La Chiesa è divenuta il centro del regno di Dio in terra. All’interno di questa comunità di credenti, Dio ha chiamato tutti i Suoi figli a relazioni amorevoli con Se stesso e con ogni altro. Alcuni sono stati chiamati a servire il Signore e la Chiesa come singoli , e altri sono stati chiamati a servire il Signore e la Chiesa all’interno del

matrimonio.

Ma sia come sposati che come singoli, ognuno è stato posto in una famiglia.

La famiglia è un’analogia usata per descrivere la Chiesa. La

comprensione delle relazioni nella famiglia fisica influenzerà il modo in cui guardi alla famiglia di Dio. E’ importante, quindi, comprendere i ruoli biblici all’interno della famiglia per la tua propria

vita e ministero. Per di più, Paolo, scrivendo al giovane

Timoteo, ricorda la responsabilità di un un responsabile all’interno della chiesa. Paolo chiede:

(1 Timoteo 3:5). “se uno non sa dirigere la propria famiglia, come potrà aver cura della Chiesa di Dio?”

Questa stimolante

domanda sfida tutti i responsabili  di chiese, specialmente i fondatori di chiese, a valutare il loro proprio ministero all’interno della loro famiglia.

Come è la gestione della sua famiglia se la sua famiglia è un

banco di prova della sua capacità di responsabile  nella chiesa?

Mentre sei occupato con le  all’evangelizzazioni, al fare discepoli e a ammaestrare i credenti nello sforzo di far crescere bene la nuova chiesa, devi anche ricordarti che la tua propria famiglia

rimane il più chiaro indicatore della tua capacità di responsabile  e dell’efficacia nel fare discepoli.

Se il fondatore di chiese sviluppa abitudini che lo fanno fallire nel suo ministero verso la sua famiglia, queste

potrebbero essere trasmesse anche alla nuova chiesa.

Un fondatore di chiese deve prestare attenzione

alle relazioni nella sua famiglia come parte integrante del suo lavoro di ministro.

  1. LA COPPIA NEL MATRIMONIO

L’unità di base della famiglia è la coppia unita in matrimonio. Leggendo la storia della creazione nella Genesi, vediamo che quando Dio creò l’essere umano secondo la Sua immagine lo creò come uomo e donna. Queste due persone vivendo insieme in unità (Genesi 2:24) 24 Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e saranno una stessa carne.

erano un riflesso dell’immagine del Dio trino che vive in perfetta unità nella diversità. Dovevano vivere in

una relazione d’amore che sarebbe stata trasmessa  alla loro progenie. Gli fu dato un compito da svolgere: Genesi 1: 26 Poi Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza, e abbiano dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». 27 Dio creò l’uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina. 28 Dio li benedisse; e Dio disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi; riempite la terra, rendetevela soggetta, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sopra ogni animale che si muove sulla terra». 29 Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che fa seme sulla superficie di tutta la terra, e ogni albero fruttifero che fa seme; questo vi servirà di nutrimento. 30 A ogni animale della terra, a ogni uccello del cielo e a tutto ciò che si muove sulla terra e ha in sé un soffio di vita, io do ogni erba verde per nutrimento». E così fu. 31 Dio vide tutto quello che aveva fatto, ed ecco, era molto buono. Fu sera, poi fu mattina: sesto giorno.

Quando peccarono la disarmonia rovinò la relazione d’amore, la riproduzione divenne dolorosa e invece di governare sulla terra provarono a governare l’un l’altro.

Parte del lavoro di redenzione di Cristo è la restaurazione dell’immagine di Dio all’interno della relazione matrimoniale. Ci sono tre principi che serviranno come base per la discussione dei ruoli nel matrimonio.

Tre Principi Guida

  1. 1. Mariti e mogli hanno lo stesso valore.

Da Galati 3:28 riconosciamo che Dio ha disegnato mariti e

mogli con lo stesso valore. Il valore di una persona non è

basato sulla funzione o ruolo, ma piuttosto sul fatto che lui o

lei sia creato/a secondo l’immagine di Dio.

Leggiamo Galati 3:24 a 29 

24 Così la legge è stata come un precettore per condurci a Cristo, affinché noi fossimo giustificati per fede. 25 Ma ora che la fede è venuta, non siamo più sotto precettore; 26 perché siete tutti figli di Dio per la fede in Cristo Gesù. 27 Infatti voi tutti che siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo. 28 Non c’è qui né Giudeo né Greco; non c’è né schiavo né libero; non c’è né maschio né femmina; perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù. 29 Se siete di Cristo, siete dunque discendenza d’Abraamo, eredi secondo la promessa.

2. Il marito e la moglie devono essere interdipendenti.

           Rapporto di reciproca dipendenza

 In 1 Corinzi 11:11 vediamo che Dio ha disegnato il marito e la moglie in modo che siano interdipendenti.

1 Corinzi 11:11 D’altronde, nel Signore, né la donna è senza l’uomo, né l’uomo senza la donna

La chiesa è composta di uomini e donne con ogni genere di personalità.

Uno dei caratteri distintivi della chiesa è che i suoi membri coesistono in unità. Ci sono differenti livelli di profondità in queste relazioni, ma la relazione matrimoniale può essere

una delle più complesse. In un matrimonio pieno dello Spirito Santo, l’interdipendenza sarà rappresentata in modo da rendere la  testimonianza dell’interdipendenza che esiste nella natura divina.

 TRA : DIO, GESU’, LO SPIRITO SANTO : ( versione Diodati )

1 Giovanni 5:7

Poiché tre sono quelli che rendono testimonianza nel cielo: il Padre, la Parola e lo Spirito Santo; e questi tre sono uno. 8 Tre ancora sono quelli che rendono testimonianza sulla terra: lo Spirito, l’acqua e il sangue; e questi tre sono d’accordo come uno.

 UNITI NELLA DIVERSITA’ :

 IL PADRE PREPARA LA REDENZIONE

IL FIGLIO LA COMPIE

LO SPIRITO SANTO LA COMPIE E LA SIGILLA ,SANTIFICA

                                                                       ( ACCETTAZIONE )

 

MA PURE IN OGNUNA DI QUESTE OPERAZIONI I TRE SONO PRESENTI.

 

 

  1. C’è un ordine di responsabilità e subordinazione nella famiglia.

Da 1 Corinzi 11:3 apprendiamo che Dio ha disegnato un ordine di responsabilità nella famiglia. Così come c’è un ordine funzionale in Dio, c’è anche un ordine funzionale nel matrimonio.

 Dio è capo di Cristo

Cristo è capo di ogni uomo

Ogni uomo  è capo di sua moglie

 1 Corinzi 11:3 Voglio però che sappiate che il capo di ogni uomo è Cristo, il capo della donna è l’uomo e il capo di Cristo è Dio.

 IL RUOLO DEL MARITO

  1. Di essere capo della Moglie: Efesini 5:23

22 Mogli, siate sottomesse ai vostri mariti, come al Signore; 23 il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della chiesa, lui, che è il Salvatore del corpo. 24 Ora come la chiesa è sottomessa a Cristo, così anche le mogli devono essere sottomesse ai loro mariti in ogni cosa.

25 Mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la chiesa e ha dato se stesso per lei, 26 per santificarla dopo averla purificata lavandola con l’acqua della parola, 27 per farla comparire davanti a sé, gloriosa, senza macchia, senza ruga o altri simili difetti, ma santa e irreprensibile. 28 Allo stesso modo anche i mariti devono amare le loro mogli, come la loro propria persona. Chi ama sua moglie ama se stesso. 29 Infatti nessuno odia la propria persona, anzi la nutre e la cura teneramente, come anche Cristo fa per la chiesa, 30 poiché siamo membra del suo corpo. 31 Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diverranno una carne sola. 32 Questo mistero è grande; dico questo riguardo a Cristo e alla chiesa. 33 Ma d’altronde, anche fra di voi, ciascuno individualmente ami sua moglie, come ama se stesso; e altresì la moglie rispetti il marito.

Nel Verso 23 Paolo afferma che il marito è il capo della moglie così come Cristo è il capo della Chiesa.

Questo ruolo richiede responsabilità di fronte a Dio per la famiglia. Siccome l’enfasi del testo è sull’amore del marito per la moglie, questa è la parte più importante della sua responsabilità.

Versetti 24 a 33

I mariti devono aspirare al meglio per le loro mogli, anche a loro proprio costo. Il ruolo del marito  visto  in questo modo diventa  una vocazione alta e santa.

Come membri di chiese, e di responsabili di chiese , il futuro

del matrimonio dipende da un’assoluta

chiarezza di questa vocazione

 Il marito dovrebbe essere attivamente coinvolto

nell’assistere sua moglie a scoprire i suoi doni spirituali.

E mentre i doni della moglie vengono scoperti, sviluppati e renderli partecipi alla chiesa , per l’edificazione e il perfezionamento dei santi

Alcuni affermano che, sulla base di Genesi 3:16, l’uomo dovrebbe governare su sua moglie. Il testo specifico di Genesi 3:16 afferma: 16 Alla donna disse: «Io moltiplicherò grandemente le tue pene e i dolori della tua gravidanza; con dolore partorirai figli; i tuoi desideri si volgeranno verso tuo marito ed egli dominerà su di te»..

La parola Ebraica tradotta “dominare” significa tenere sotto,

governare come un sovrano assoluto.

La parola era usata per re e ufficiali pubblici in tutto l’Antico

Testamento. Ma bisogna tenere in  mente che Genesi 3:16 è un’affermazione della condanna, non del concetto della grazia

La condanna dice  che  l’uomo peccatore dominerà le donne e le metterà in una posizione di inferiorità.

Questa è stata la realtà in migliaia di culture nel corso di migliaia di anni.

Un dominio duro non è nei modi di Cristo. Così quando Paolo dice che un uomo è capo di sua moglie come Cristo è capo della chiesa, non sta esaltando la condanna – la sta eliminando.

Sta mostrando come gli uomini quando si convertono possono interrompere questo concetto di miseria e la mentalità del “prima io” che la caduta inaugurò.

ALLORA QUAL’ERA LO STILE DI DEL RUOLO DI  DI CRISTO NELLA CHIESA ?

Questo stile è descritto in Luca 22:25-27

 25 Ma egli disse loro: «I re delle nazioni le signoreggiano, e quelli che le sottomettono al loro dominio sono chiamati benefattori. 26 Ma per voi non dev’essere così; anzi il più grande tra di voi sia come il più piccolo, e chi governa come colui che serve. 27 Perché, chi è più grande, colui che è a tavola oppure colui che serve? Non è forse colui che è a tavola? Ma io sono in mezzo a voi come colui che serve

È DESCRITTO COME SERVO

“Servo” e “capo” non sono termini che si combinano naturalmente. Sembrano opposti.

Ma, nel regno di Dio, l’essere il “capo” significa essere questa unica combinazione di capo e di servo.

E’ vero che agli uomini è stata assegnata

l’autorità di guidare le loro mogli, ma lo stile deve essere quello di

un servo e non di un signore. L’obiettivo, quindi, è di essere una

fonte di vita per loro.

Il ruolo del marito nei confronti di sua moglie deve essere modellata secondo il ruolo di Cristo sulla Sua sposa, la Chiesa.

Cristo non sfrutta la Chiesa.

Lui non la domina o forza la Sua autorità su di lei.

 Al contrario, lui come capo ha  pagato il prezzo : ha messo la propria vita per la Sua sposa  morendo per lei.

IN BASE AL MODELLO DI CRISTO, L’AUTORITÀ DEL MARITO SU SUA MOGLIE È CARATTERIZZATA DA:

RESPONSABILITÀ,     NON RANGO (ALLA POSIZIONE SOCIALE )

 SACRIFICIO,               NON EGOISMO

DOVERE,                    NON DOMINIO

 

 

  1. Di prendersi cura dei bisogni essenziali della moglie

Rifletti sull’avvertimento di Pietro in

1 Pietro 3:7: “Anche voi, mariti, vivete insieme alle vostre mogli con il riguardo dovuto alla donna, come a un vaso più delicato. Onoratele, poiché

anch’esse sono eredi con voi della grazia della vita, affinché le vostre preghiere non siano impedite.”

Le mogli hanno bisogno che i mariti vivano con loro in modo sensibile. Ciò significa che i mariti devono relazionarsi alle loro mogli, consapevoli del fatto che sono differenti dagli uomini.

A parte le ovvie differenze fisiche, ci sono grandi differenze psicologiche ed emotive. I mariti dovrebbero prestare attenzione alle tre seguenti preoccupazioni.

 

 

 

  1. Amicizia

La prima è che le mogli hanno bisogno di amicizia. Dio disegna le donne per relazioni profonde e lunghe e loro si aspettano che i mariti soddisfino quel bisogno. Vogliono e hanno bisogno dell’amicizia, della presenza e interesse dei loro mariti.

 

 

 

 

 

 

  1. Sicurezza

Il secondo bisogno è la sicurezza. Una donna ha bisogno della sicurezza di un uomo. Ha bisogno di sapere che lui può proteggerla e provvedere per lei. Ha bisogno di potersi fidare. Biblicamente, queste cose sono responsabilità del marito.

(1 Timoteo 5:8) ?

 

 

 

  1. Riconoscimento

Il terzo bisogno è per il riconoscimento, che è un bisogno condiviso da entrambi marito e moglie. Il marito spesso riceve riconoscimento dal suo lavoro, dal suo ruolo nella chiesa o

da altre attività al di fuori di casa. Ma così tanto di ciò che fa la moglie non è visibile. La persona che può davvero apprezzare il suo contributo unico, quello che può  onorarla è suo marito. Lei è un’amica, un’incoraggiatrice e una compagna spirituale. Parte del ruolo di marito/capo è di farla sentire onorata e di non considerarla un fatto scontato. 

 

 

  1. Farla sentire speciale e più grande di qualsiasi altra donna

Proverbi 31: 28, 29

I suoi figli sorgono a proclamarla beata

e suo marito a farne l’elogio:

29 «Molte donne si sono comportate da virtuose,

ma tu le superi tutte!»

 

(Colossesi 3:19)

“Non v’inasprite contro le vostre mogli.” Se tua moglie è sensibile, devi renderti conto che risposte aspre, sguardi infuriati, toni della voce irritati e impazienza feriscono tua moglie profondamente. Gioisci del fatto che sia una signora e non sia come te; ricorda che tua moglie è un prezioso dono di Dio.

 

(Efesini 5:28-33) 

“Ama tua moglie come ami il tuo corpo e la tua vita.

  1. Di adempiere i doveri di un padre

La responsabilità principale di un padre

E’ di crescere i figli nell’educazione e nell’istruzione del Signore (Efesini 6:4).

4 E voi, padri, non irritate i vostri figli, ma allevateli nella disciplina e nell’istruzione del Signore.

Questo comprende di insegnare loro  la legge  del Signore Deuteronomio 6:7

6 Questi comandamenti, che oggi ti do, ti staranno nel cuore; 7 li

* inculcherai ai tuoi figli, ne parlerai quando te ne starai seduto in casa tua, quando sarai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. 8 Te li legherai alla mano come un segno, te li metterai sulla fronte in mezzo agli occhi 9 e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle porte della tua città.

* TERMINE INCULCARE : IMPRIMERE BENE NELLA MENTE

E disciplinarli come necessario

Proverbi 19:18,

18 Castiga tuo figlio, mentre c’è ancora speranza,

ma non lasciarti andare sino a farlo morire.

Proverbi 22:6

6 Insegna al ragazzo la condotta che deve tenere;

anche quando sarà vecchio non se ne allontanerà.

Proverbi 23:13 a 15

13 Non risparmiare la correzione al bambino;

se lo batti con la verga, non ne morrà;

14 lo batterai con la verga,

ma lo salverai dal soggiorno dei morti.

15 Figlio mio, se il tuo cuore è saggio,

anche il mio cuore si rallegrerà;

Proverbi 29:17

17 Correggi tuo figlio; egli ti darà conforto,

III. IL RUOLO DELLA MOGLIE

Proverbi 31:10 pone l’irresistibile domanda:

 “Una donna perfetta chi può trovarla?”.

Perché una donna per essere una moglie ‘perfetta’ deve comprendere il disegno di Dio per una moglie e, per

Sua grazia, essere conformata da Lui a quel disegno.

 

 

  1. Una Compagna

Dio creò la donna per essere una compagna per l’uomo

(Genesi2:18). Lei è il complemento emotivo e fisico che rende un uomo più adatto ai Suoi obiettivi e al servizio in Dio.

Lei non lo rende completo nel senso spirituale, emotivo e fisico. Comunque, lei lo rende più completo di ciò che fosse da solo senza di lei. Gli

contribuisce prospettiva, emozioni, doni e debolezze che da solo

non possiede. Insieme, uniti e dotati dallo Spirito Santo, il marito

e la moglie sono completi e al loro meglio nel servire il Signore.

 

 

  1. Un Supporto

Così come è complementare al marito, la moglie è anche un supporto per lui. Essere un supporto è parte del “comportamento casto e rispettoso” (1 Pietro 3:2) verso di lui.

Lei conosce i suoi punti di forza e di debolezza, e lo edifica per il suo lavoro. Proverbi 14:1 mostra come una

donna possa edificare o distruggere la sua casa.

14:1 La donna saggia costruisce la sua casa,

ma la stolta l’abbatte con le proprie mani.

Proverbi 12:4

Può edificare la forza emotiva e la risolutezza del marito, o può contribuire a distruggerlo, disonorandolo e diventando “carie nelle sue ossa”

Proverbi 12:4 La donna virtuosa è la corona del marito,

ma quella che fa vergogna gli è un tarlo nelle ossa

  1. Sottomessa

La moglie ha anche la responsabilità di sottomettersi al marito. Non c’é comando ripetuto più frequentemente per la moglie che di essere sottomessa al marito (Efesini 5:22, Colossesi 3:18,

1 Pietro 3:1), una caratteristica della donna devota a Dio come la moglie di Abramo, Sara (1Pietro 3:6).

E comunque, la sua posizione di sottomissione è una piena di potere. In fede lei si sottomette al marito e fa appello al suo Padre celeste come il cuore del re nelle mani del Signore (Proverbi 21:1)

Proverbi 21:1Il cuore del re, nella mano del SIGNORE, è come un corso d’acqua; egli lo dirige dovunque gli piace.

Il cuore del marito è in mano a Dio.  La moglie mentre si sottomette al marito, lei si sottomette a Dio e consente alla Sua mano di muoversi nella vita di suo marito.

Grazie al suo atto di sottomissione, lei consente a Dio di vincere suo marito a una più alta obbedienza verso di Lui

(1 Pietro 3:1).

Anche voi, mogli, siate sottomesse ai vostri mariti perché, se anche ve ne sono che non ubbidiscono alla parola, siano guadagnati, senza parola, dalla condotta delle loro mogli,

Lei non è comandata a ribellarsi al marito.

Lei è comandata a sottomettersi in fede in modo di consentire alla mano di Dio di lavorare nella

vita di suo marito e nella sua.

 

  1. Una Manager

Le Scritture provvedono il modello di una moglie industriosa che lavora per il profitto del marito

e della famiglia (Proverbi 31:10-31, specialmente versetto 11). A differenza delle mogli di Samaria che, al tempo di (Amos 4:1,2), oppressero i poveri e bisognosi e fecero richieste insaziabili ai

loro mariti ,

LA DONNA DI Proverbi 31

(v.11). CONTRIBUISCE ad accrescere la fiducia del marito in lei 

11 Il cuore di suo marito confida in lei,

ed egli non mancherà mai di provviste.

 

(v.12), SERVE il marito

12 Lei gli fa del bene, e non del male,

tutti i giorni della sua vita.

( v.13 a 16 ) LAVORA per il profitto del marito e della famiglia

 

13 Si procura lana e lino,

e lavora gioiosa con le proprie mani.

14 È simile alle navi dei mercanti:

fa venire il suo cibo da lontano.

15 Si alza quando ancora è notte,

distribuisce il cibo alla famiglia

e il compito alle sue serve.

16 Posa gli occhi sopra un campo,

e l’acquista;

con il guadagno delle sue mani pianta una vigna.

 

(v.23) CONTRIBUISCE ad accrescere la reputazione del marito

 

23 Suo marito è rispettato alle porte della città,

quando si siede tra gli anziani del paese

 

(v.27 ) EDIFICA la sua casa

 

27 Sorveglia l’andamento della sua casa,

e non mangia il pane di pigrizia.

 

Il suo segreto è che lei è un valido supporto per suo marito, prendendosi cura e gestendo la casa, rendendola un luogo armonioso e profittevole che produce del bene

per lui. Lo serve, stimandolo, e comunque gestendo la sua casa più abilmente di come lui

potrebbe fare.

 

(v.30), TEME il Signore

30 La grazia è ingannevole e la bellezza è cosa vana;

ma la donna che teme il SIGNORE è quella che sarà lodata.

 

Il marito può solo rendere gloria a Dio per la Sua bontà nell’avergliela donata

(Proverbi 19:14).

14 Casa e ricchezze sono un’eredità dei padri,

ma una moglie giudiziosa è un dono del SIGNORE.

 

 

  1. Una Madre: Tito 2:4

Il ruolo centrale di una donna non si ferma all’amore verso il marito. Tito 2:4 va avanti

nell’incoraggiarla ad “amare i bambini”. I bambini, specialmente i più piccoli, hanno bisogno di enormi dosi di attenzione personale, supporto e naturalmente amore.

Tito 2:4

per incoraggiare le giovani ad amare i mariti, ad amare i figli,

I bambini hanno bisogno del potere eccezionale della presenza della loro madre. Secondo molti esperti di infanzia, lo

sviluppo salutare e normale del bambino richiede una relazione vicina, amorevole e continua con almeno una persona al meno per i primi due anni di vita.

Tito indica che la madre dovrebbe provvedere quelle cure, e insegnare loro la via del Signore

ma la cultura dominante dei nostri giorni sta in gran parte

abbandonando questi principi delle Scritture e invece sta cercando di soddisfare i suoi propri interessi.

 

 

 

 

 

 

  1. IL RUOLO DEI FIGLI

  2. Obbedire i loro genitori nel Signore

Efesini 6:1 dice: “Figli, obbedite ai vostri genitori nel Signore, perché questo è giusto.”

Questo comando da Paolo alla chiesa in Efeso solleva diverse domande :

 

  • Si sta riferendo solo ai minorenni?

  • Gli adulti dovrebbero continuare ad obbedire i loro genitori, anche

        se non vivono più nella stessa casa?

  • Se un adulto rimane nella casa paterna, lo si applica?

  • L’espressione “nel Signore” significa che, se un genitore non è cristiano, il figlio non deve obbedirgli?

 

 

 

RISPOSTA :  Onorare il padre e la madre

Il comando di Paolo cita il Vecchio Testamento e ricorda agli Efesini che questo è il primo

comandamento con una promessa: “perché tu sia felice e goda di una vita lunga sopra la terra”

 

Efesi 6:1 Figli, ubbidite nel Signore ai vostri genitori, perché ciò è giusto. 2 Onora tuo padre e tua madre (questo è il primo comandamento con promessa) 3 affinché tu sia felice e abbia lunga vita sulla terra.

 

 Deuteronomio 5:16).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LA FAMIGLIA

LEZIONE 2

L’EDUCAZIONE DEI FIGLI

 

Matteo 28:19 Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo,

Nel Grande Mandato, Gesù istruisce i suoi seguaci a fare discepoli di tutte le nazioni… insegnandogli ad

obbedire tutte le cose che Lui ha detto. Il ruolo del genitore è come quello del fondatore di chiesa: insegnare ai figli l’obbedienza verso Dio.

 

  1. ALCUNE OSSERVAZIONI INIZIALI

  2. Nessuna garanzia

la Bibbia non dà nessuna garanzia che se i genitori

fanno tutto giusto, i figli ameranno il Signore e Lo serviranno.

Un verso che è spesso citato come una promessa da Dio è Proverbi 22:6: “Abitua il giovane secondo la via da seguire;

neppure da vecchio se ne allontanerà.”

Se i loro figli crescono e rifiutano il Signore, si sentono traditi dal Signore.

 

Si deve notare che questo verso afferma un principio di causa ed effetto: se fai “X” allora “Y” si verificherà.

Il libro dei proverbi, che fu scritto per aiutare a guidare i giovani verso un modo di vivere corretto, ha molte affermazioni simili. Educare i figli quando sono giovani li dirigerà verso

la via della saggezza. Piuttosto che una promessa che è vera in ogni caso, questo verso stabilisce un principio generale che se i genitori educano i propri figli ad obbedire  al Signore

quando sono giovani, questi continueranno sulla Sua via quando diventeranno grandi.

Il fatto è che a volte i figli si allontanano dal Signore, questo non diminuisce o sminuisce  assolutamente il principio o la responsabilità dei genitori ad educare i propri figli negli insegnamenti del Signore.

La maggior parte dei figli che ricevono questa educazione all’inizio si mantengono in essa.

 

  1. Nessun figlio è perfetto

Allora perché così tanti figli che hanno cominciato a camminare sulla via della giustizia “se ne dipartono”? Ogni persona è un peccatore che ha delle scelte da fare.

Proverbi 1:29 parla di

coloro che “…hanno odiato la sapienza e non hanno amato il timore del Signore”.

Alla fin fine, ogni persona deve scegliere per se stessa se seguire il Signore oppure no. Anche I figli con una buona educazione possono fare delle scelte sbagliate.

 

  1. Nessun genitore è perfetto

Dio è l’unico genitore perfetto; i genitori terreni non sono perfetti. Non importa quanto amino il Signore e i loro figli, essi falliranno qualche volta

Nessuno ha tutte le risposte. I genitori dovrebbero costantemente cercare in preghiera la saggezza del Signore su

come educare i figli secondo la via da seguire.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  1. ALCUNI PRINCIPI BIBLICI

Anche se non ci sono garanzie a causa della natura peccaminosa di entrambi genitori e figli, Dio ci ha dato certi principi per guidarci nell’educazione dei figli.

  1. Modella l’amore e l’obbedienza per il Signore

(Deuteronomio 6:4-9, 17)

4 Ascolta, Israele: Il SIGNORE, il nostro Dio, è l’unico SIGNORE.

5 Tu amerai dunque il SIGNORE, il tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima tua e con tutte le tue forze. 6 Questi comandamenti, che oggi ti do, ti staranno nel cuore; 7 li inculcherai ai tuoi figli, ne parlerai quando te ne starai seduto in casa tua, quando sarai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. 8 Te li legherai alla mano come un segno, te li metterai sulla fronte in mezzo agli occhi 9 e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle porte della tua città.

  1. 17 Osserverete diligentemente i comandamenti del SIGNORE, il vostro Dio, le sue istruzioni e le sue leggi che vi ha date

Nel Vecchio Testamento, Dio ordinò ad Israele “…amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze… li ripeterai (i Suoi comandamenti) ai tuoi figli,…

Osserverete diligentemente i comandi del Signore vostro Dio.”

 

V.7 Dovevano fare ciò a casa,

       camminando in strada,

       quando si coricavano e

       quando si alzavano.

Amare Dio e osservare i Suoi comandamenti era uno stile di vita che i genitori dovevano sviluppare e passare ai loro figli.

 

 

 

 

 

 

 

 

  1. Indirizza i tuoi figli a seguire la via del Signore

(Genesi 18:19)

Quando parla della responsabilità dei genitori ad indirizzare i propri figli, la Bibbia spesso la mette sullo stesso piano della disciplina. Versetti quali

Proverbi 3:11-12

11 Figlio mio, non disprezzare la correzione del SIGNORE,

non ti ripugni la sua riprensione;

12 perché il SIGNORE riprende colui che egli ama,

come un padre il figlio che gradisce.

Ebrei 12:5-11

 

5 e avete dimenticato l’esortazione rivolta a voi come a figli:

«Figlio mio, non disprezzare la disciplina del Signore,

e non ti perdere d’animo quando sei da lui ripreso;

6 perché il Signore corregge quelli che egli ama,

e punisce tutti coloro che riconosce come figli».

7 Sopportate queste cose per la vostra correzione. Dio vi tratta come figli; infatti, qual è il figlio che il padre non corregga? 8 Ma se siete esclusi da quella correzione di cui tutti hanno avuto la loro parte, allora siete bastardi e non figli. 9 Inoltre abbiamo avuto per correttori i nostri padri secondo la carne e li abbiamo rispettati; non ci sottometteremo forse molto di più al Padre degli spiriti per avere la vita? 10 Essi infatti ci correggevano per pochi giorni come sembrava loro opportuno; ma egli lo fa per il nostro bene, affinché siamo partecipi della sua santità. 11 È vero che qualunque correzione sul momento non sembra recare gioia, ma tristezza; in seguito tuttavia produce un frutto di pace e di giustizia in coloro che sono stati addestrati per mezzo di essa.

ci ricordano che la disciplina è necessaria. Ma la vera ragione è che il padre (sia Celeste che terreno) ama il figlio. In qualunque circostanza in cui la disciplina sia amministrata, dovrebbe

attuarsi con un amore che ha alla base l’interesse per il figlio.

Il figlio deve essere in grado di vedere quell’amore nel mezzo della disciplina.Il risultato voluto è che il figlio impari a seguire le

vie del Signore.

 

  1. Non esasperare (Provocare a qualcuno grave risentimento fino al limite della sopportazione; irritare fortemente )

 i tuoi figli (Efesini 6:4)

4 E voi, padri, non irritate i vostri figli, ma allevateli nella disciplina e nell’istruzione del Signore.

Molti genitori sono così concentrati sulla seconda parte

di Efesini 6:4, crescere i figli

nell’educazione e insegnamento del Signore, che dimenticano la prima parte, non esasperare i tuoi figli.

Ci sono numerose storie di Cristiani nel ministero i cui figli sono diventati amareggiati e si sono allontanati dal Signore.

Questi figli spesso raccontano storie di genitori che erano

troppo rigidi, ingiusti, esigenti e autoritari:

genitori che hanno esasperato i propri figli nel loro

zelo di istruirli nell’amore per il Signore . Il risultato è di figli

che sono amareggiati e risentiti verso i genitori e verso Dio.

PIANO DI AZIONE FAMIGLIARE

 

1 Giovanni 1:12 a 20

12 Figlioli, vi scrivo perché i vostri peccati sono perdonati in virtù del suo nome.

13 Padri, vi scrivo perché avete conosciuto colui che è fin dal principio. Giovani, vi scrivo perché avete vinto il maligno.

14 Ragazzi, vi ho scritto perché avete conosciuto il Padre. Padri, vi ho scritto perché avete conosciuto colui che è fin dal principio. Giovani, vi ho scritto perché siete forti, e la parola di Dio rimane in voi, e avete vinto il maligno.

15 Non amate il mondo né le cose che sono nel mondo. Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui. 16 Perché tutto ciò che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non viene dal Padre, ma dal mondo. 17 E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno.

Gli anticristi

18 Ragazzi, è l’ultima ora. Come avete udito, l’anticristo deve venire, e di fatto già ora sono sorti molti anticristi. Da ciò conosciamo che è l’ultima ora. 19 Sono usciti di mezzo a noi, ma non erano dei nostri; perché se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; ma ciò è avvenuto perché fosse manifesto che non tutti sono dei nostri.

20 Quanto a voi, avete ricevuto l’unzione dal Santo e tutti avete conoscenza.

 corso omega

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5 PASSI PER LA SALVEZZA

                   5 PASSI PER LA SALVEZZA

            LE CONDIZIONI PER LA SALVEZZA

 

1) LA FEDE : CREDEDRE

Romani 10:16 Ma non tutti hanno ubbidito alla buona notizia; Isaia infatti dice:

«Signore, chi ha creduto alla nostra predicazione?»

 

Romani 10:17 Così la fede viene da ciò che si ascolta, e ciò che si ascolta viene dalla parola di Cristo.

 

2) Ravvedimento

E’ stato definito il vero dolore del peccato con lo sforzo 

     sincero di abbandonarlo

( RIENTRARE IN SE STESSI E  

             CONSIDERARE LA PROPRIA CONDIZIONE

Il ravvedimento è quell’atto in cui il peccatore preso da un profondo sentimento del suo peccato , dopo essere venuto a conoscenza della grazia di Dio in Cristo con dolore e odio verso il peccato si rivolge a Dio con l’intera personalità :

 Con la mente

 L’emotività

 La volontà

  

Luca 15:16 Ed egli avrebbe bramato riempirsi il corpo de’ baccelli che i porci mangiavano, ma nessuno gliene dava.

Luca 15:17 Ma rientrato in sé, disse: Quanti servi di mio padre hanno pane in abbondanza, ed io qui mi muoio di fame!

Luca 15:18 Io mi leverò e me n’andrò a mio padre, e gli dirò: Padre, ho peccato contro il cielo e contro te:

Luca 24:45 Allora aprì(Gesù) loro la mente per capire le Scritture e disse loro:

Luca 24:46 «Così è scritto, che il Cristo avrebbe sofferto e sarebbe risorto dai morti il terzo giorno,

Luca 24:47 e che nel suo nome si sarebbe predicato il ravvedimento per il perdono dei peccati a tutte le genti, cominciando da Gerusalemme.

 

Atti 2:37 Udite queste cose, essi furono compunti nel cuore, e dissero a Pietro e agli altri apostoli: «Fratelli, che dobbiamo fare?»

 

Atti 2:38 E Pietro a loro: «Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo.

ATTI 3:19 ; 17:30 ; LUCA 3:8

 

2Pietro 3:9 Il Signore non ritarda l’adempimento della sua promessa, come pretendono alcuni; ma è paziente verso di voi, non volendo che qualcuno perisca, ma che tutti giungano al ravvedimento.

3) PENTIMENTO : E’ legato al RAVVEDIMENTO

Rivolgersi a Dio e provare dolore per il peccato commesso , ravvedersi e quindi cambiare vita

IL PENTIMENTO IMPLICA

1)Conoscenza del peccato

2) Profondo dolore

3) Abbandono del peccato

 

4) CONFESSIONE

1Giovanni 1:9 Se confessiamo i nostri peccati, Egli è fedele e giusto da rimetterci i peccati e purificarci da ogni iniquità.

 

5) CONVERSIONE : convergere , cambiare rotta

    Il termine conversione significa convergere verso Dio è strettamente legata la ravvedimento e al pentimento

Atti 3:19 Ravvedetevi dunque e convertitevi, onde i vostri peccati

siano cancellati,

 

      E’ LOPERA DELLO SPIRITO SANTO

Giovanni 16:7 Pure, io vi dico la verità, egli v’è utile ch’io me ne vada; perché, se non me ne vo, non verrà a voi il Consolatore; ma se me ne vo, io ve lo manderò.

Giovanni 16:8 E quando sarà venuto, convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia, e al giudizio.

 

              

 

 

 

 

                  TRE ASPETTI DELLA SALVEZZA

1) GIUSTIFICAZIONE :

     L’uomo colpevole e condannato davanti a Dio , viene assolto e dichiarato giusto , cioè viene giustificato  

 

Romani 3:23 difatti, tutti hanno peccato e son privi della gloria di Dio,

Romani 3:24 e son giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù,

Romani 3:25 il quale Iddio ha prestabilito come propiziazione mediante la fede nel sangue d’esso, per dimostrare la sua giustizia, avendo Egli usato tolleranza verso i peccati commessi in passato, al tempo della sua divina pazienza;

2) LA RIGENERAZIONE : ricostruzione , dare vita  a qualcosa che   

                                          ha subito lesioni e perdite di sostanza

     L’anima morta nei falli e nei peccati , ha bisogno di una nuova vita la quale viene impartita per un divino atto di rigenerazione .

1Pietro 1:23 poiché siete stati rigenerati non da seme corruttibile, ma incorruttibile, mediante la parola di Dio vivente e permanente.

 

Tito 3:5 Egli ci ha salvati non per opere giuste che noi avessimo fatte, ma secondo la sua misericordia, mediante il lavacro della rigenerazione e il rinnovamento dello Spirito Santo,

Tito 3:6 ch’Egli ha copiosamente sparso su noi per mezzo di Gesù Cristo, nostro Salvatore,

Tito 3:7 affinché, giustificati per la sua grazia, noi fossimo fatti eredi secondo la speranza della vita eterna.

                          CONFRONTA CON

Efesi 2:4,5 ; 5:26 ; 1° Pietro 1:3 ; 3:21 ;  Giovanni 3:3 a 5 

1° Corinzi 6:11 ;

3) SANTIFICAZIONE

( Consacrazione dedicarsi al servizio divino)

” Santo ” vuol dire Separato , messo da parte per un servizio particolare

Quando avviene ?

Alla conversione 

Alla posizione è istantanea  ( In Cristo )  1° Corinzi 1:2 ; 6: 14

Alla pratica è progressiva     Ebrei 12:14 ;

( procacciate : cercare, darsi da fare per raggiungere un fine )

La purificazione nella santificazione : Esodo 40:9 a 11

I mezzi della SANTIFICAZIONE :

IL SANGUE DI CRISTO

LA PAROLA DI DIO

LO SPIRITO SANTO

 BATTESIMO NELLA MORTE DI CRISTO

 Marco 10:38 Voi non sapete quel che chiedete. Potete voi bere il calice ch’io bevo, o esser battezzati del battesimo del quale io son battezzato? Essi gli dissero: Sì, lo possiamo.

Marco 10:39 E Gesù disse loro: Voi certo berrete il calice ch’io bevo e sarete battezzati del battesimo del quale io sono battezzato;

 

Romani 6:3 O ignorate voi che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte?

 

Romani 6:4 Noi siam dunque stati con lui seppelliti mediante il battesimo nella sua morte, affinché, come Cristo è risuscitato dai morti mediante la gloria del Padre, così anche noi camminassimo in novità di vita.

 

BATTESIMO IN ACQUA

Marco 16:16 Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato;

ma chi non avrà creduto sarà condannato.

BATTESIMO NELLO SPIRITO SANTO

 

 At 2:38 E Pietro a loro: «Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo.

 

 

 

 

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PEDOFILIA CHE COSA E’ E COME CI SI PUO’ PROTEGGERE

 

 

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